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Ordine di demolizione: legittimo anche per terzi

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza che revocava un ordine di demolizione per un immobile abusivo acquistato da terzi. La Corte ha stabilito che l’ordine di demolizione ha natura reale, segue il bene e si applica a chiunque ne sia proprietario, indipendentemente dal suo coinvolgimento nell’abuso. Inoltre, il giudice dell’esecuzione ha il potere-dovere di verificare la legittimità del condono edilizio, che in questo caso è stato ritenuto ottenuto in modo fraudolento per aggirare i limiti volumetrici. Il principio di proporzionalità non può giustificare la revoca definitiva della demolizione.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: Inevitabile Anche per chi Acquista in Buona Fede

L’acquisto di un immobile rappresenta un passo importante, ma cosa succede se, a propria insaputa o meno, la casa dei sogni nasconde un grave abuso edilizio? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’ordine di demolizione emesso a seguito di una condanna penale per reati edilizi non si ferma di fronte al passaggio di proprietà. Questo provvedimento segue l’immobile come un’ombra, vincolando anche i successivi acquirenti, indipendentemente dalla loro buona fede. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire le sue profonde implicazioni pratiche.

I Fatti: Un Edificio Abusivo e un Condono Contestato

La vicenda ha origine dalla costruzione di un imponente fabbricato di oltre 20.000 metri cubi, realizzato completamente senza titolo abilitativo. Per aggirare i limiti volumetrici previsti dalla legge sul condono edilizio (che fissava una soglia di 750 mc per istanza), l’opera era stata fittiziamente frazionata in numerose unità immobiliari. Per ciascuna di esse, diversi soggetti, qualificatisi come ‘promissari acquirenti’, avevano presentato domande di condono separate. Successivamente, questi soggetti rinunciavano all’acquisto e il costruttore originario, unico e reale proprietario, subentrava in tutte le pratiche di sanatoria.

In questo contesto, una coppia acquistava uno degli appartamenti, confidando nella regolarità della procedura di condono in corso. Quando l’ordine di demolizione, emesso a carico del costruttore, stava per essere eseguito, la coppia si opponeva con successo davanti al Tribunale in sede di esecuzione, ottenendone la revoca. Il Tribunale aveva ritenuto la demolizione sproporzionata e lesiva del diritto all’abitazione degli acquirenti, considerati terzi in buona fede. Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Cassazione sull’Ordine di Demolizione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la revoca della demolizione e riaffermando con forza alcuni principi cardine in materia di abusi edilizi.

La Natura Reale dell’Ordine di Demolizione

Il punto cruciale della sentenza risiede nella natura dell’ordine di demolizione. La Corte ha chiarito che non si tratta di una sanzione penale, ma di una misura amministrativa con finalità ripristinatoria. Il suo obiettivo non è punire una persona, ma ripristinare l’assetto urbanistico e territoriale violato dall’abuso. Proprio per questa sua natura, l’ordine ha ‘carattere reale’, ovvero è legato indissolubilmente all’immobile abusivo (la res) e non alla persona del responsabile. Di conseguenza, esso è pienamente efficace e opponibile nei confronti di chiunque vanti un diritto sull’immobile, inclusi gli eredi o i successivi acquirenti, anche se questi ultimi non hanno avuto alcun ruolo nella commissione dell’illecito.

Il Condono Fraudolento e il Potere di Controllo del Giudice

La Cassazione ha duramente criticato l’operato del Tribunale per non aver adeguatamente vagliato la legittimità del condono. È stato evidenziato come il frazionamento artificioso delle domande di sanatoria costituisse un palese tentativo di eludere la legge. La regola, afferma la Corte, è l’unicità della concessione per un unico complesso unitario. La presentazione di istanze separate è possibile solo in presenza di diritti di proprietà già distinti e preesistenti al momento della domanda, situazione che non ricorreva nel caso di specie.

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il giudice dell’esecuzione, di fronte a una richiesta di revoca della demolizione basata su un titolo in sanatoria, ha il potere e il dovere di controllarne la legittimità, verificando la sussistenza di tutti i presupposti di fatto e di diritto. La mera esistenza di un provvedimento amministrativo, anche formatosi per silenzio-assenso, non è sufficiente a paralizzare l’ordine giudiziale se quel provvedimento è illegittimo.

Il Principio di Proporzionalità e l’Ordine di Demolizione

Infine, la Corte ha ridimensionato la portata del principio di proporzionalità invocato dal Tribunale. Sebbene il diritto all’abitazione sia tutelato, esso non è assoluto e deve essere bilanciato con altri valori di rango costituzionale, come la tutela del territorio e dell’ambiente. L’applicazione di tale principio, chiarisce la Corte, può al massimo giustificare una sospensione temporanea dell’esecuzione per consentire agli interessati di trovare soluzioni abitative alternative, ma non può mai condurre a una revoca definitiva dell’ordine, che vanificherebbe la sua funzione ripristinatoria e finirebbe per legittimare l’abuso.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura imperativa e vincolata dell’ordine di demolizione quale conseguenza diretta e ineliminabile dell’accertamento penale di un abuso edilizio. Il legislatore ha già operato un bilanciamento tra l’interesse pubblico al ripristino della legalità e gli interessi privati, stabilendo che, in presenza di un illecito edilizio, la demolizione è lo strumento ordinario per sanare la violazione. Qualsiasi tutela per il terzo acquirente, anche in buona fede, non può consistere nell’impedire la demolizione, ma deve essere cercata sul piano civilistico, attraverso azioni di rivalsa nei confronti del venditore. Permettere la revoca dell’ordine sulla base del mero trasferimento di proprietà creerebbe una facile via di fuga per eludere la legge, bastando una semplice alienazione (reale o simulata) per vanificare la sanzione. La Corte sottolinea inoltre che il controllo del giudice sulla legittimità dei titoli in sanatoria è essenziale per garantire che le procedure di condono non vengano utilizzate in modo fraudolento per consolidare situazioni di grave illegalità.

Le Conclusioni: Implicazioni per gli Acquirenti di Immobili

Questa sentenza lancia un monito severo a chiunque si appresti ad acquistare un immobile: la massima diligenza è d’obbligo. È fondamentale verificare non solo la regolarità catastale e urbanistica attuale, ma anche la storia dell’edificio, specialmente in presenza di condoni edilizi. L’esistenza di un titolo in sanatoria non è una garanzia assoluta di legittimità. La decisione della Cassazione conferma che l’ordine di demolizione è uno strumento potente e pervasivo, la cui esecuzione non può essere facilmente ostacolata dall’acquisto da parte di terzi. La tutela del diritto di proprietà e di abitazione cede il passo di fronte all’esigenza superiore di ripristinare l’ordine giuridico violato e di proteggere il territorio da abusi che ne compromettono lo sviluppo ordinato.

Chi acquista un immobile abusivo da un terzo è protetto dall’ordine di demolizione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordine di demolizione ha ‘carattere reale’, cioè è legato all’immobile e non alla persona del responsabile. Pertanto, è efficace e deve essere eseguito nei confronti di chiunque sia l’attuale proprietario, anche se è un acquirente terzo ed estraneo all’abuso edilizio originario.

Un condono edilizio blocca sempre e comunque un ordine di demolizione?
No. Il giudice dell’esecuzione ha il potere-dovere di verificare la legittimità sostanziale del titolo di condono. Se il condono è stato ottenuto in modo illegittimo o fraudolento (ad esempio, aggirando i limiti di volumetria attraverso un frazionamento fittizio), esso non è idoneo a paralizzare l’esecuzione della demolizione e l’ordine resta valido.

Il principio di proporzionalità può portare alla revoca definitiva di un ordine di demolizione per proteggere il diritto all’abitazione?
No. Secondo la sentenza, il principio di proporzionalità non può essere utilizzato per revocare in via definitiva l’ordine di demolizione. Può, al massimo, giustificare un differimento o una sospensione temporanea dell’esecuzione per permettere agli occupanti di trovare una soluzione abitativa alternativa, ma non può annullare l’obbligo di ripristinare la legalità violata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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