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Ordine di demolizione: legittimità e terzi acquirenti

La Corte di Cassazione annulla un’ordinanza che aveva revocato un ordine di demolizione per un immobile abusivo. La Suprema Corte stabilisce che il giudice dell’esecuzione ha il dovere di verificare la legittimità del condono edilizio, specie se ottenuto con un frazionamento fraudolento delle domande per eludere i limiti volumetrici. L’ordine di demolizione, avendo natura reale e ripristinatoria, si applica anche al terzo acquirente, indipendentemente dalla sua buona fede.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione per Abuso Edilizio: Quando Può Essere Revocato? L’Analisi della Cassazione

L’acquisto di un immobile che è stato oggetto di condono edilizio può sembrare una garanzia di tranquillità. Ma cosa succede se il condono si rivela illegittimo e sull’edificio pende un ordine di demolizione emesso con una sentenza penale? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20360/2025, affronta un caso complesso che mette in luce i rischi per i terzi acquirenti e i precisi doveri del giudice dell’esecuzione.

I Fatti: La Vicenda di un Immobile Abusivo e il Condono “Frazionato”

La vicenda riguarda un grande complesso immobiliare realizzato abusivamente. Per aggirare i limiti volumetrici previsti dalla legge sul condono (inferiori a 750 metri cubi per istanza), il costruttore originario aveva orchestrato un piano ingegnoso: numerose domande di condono erano state presentate da diversi soggetti, qualificatisi come “promissari acquirenti” di singole unità. In un secondo momento, tutti questi soggetti avevano rinunciato all’acquisto, e il costruttore era “subentrato” in tutte le domande, portando a compimento la sanatoria dell’intero edificio.

Anni dopo, una persona acquistava un appartamento in questo stabile. A seguito di un’istanza, il Tribunale, in qualità di giudice dell’esecuzione, revocava l’ordine di demolizione originariamente emesso con le sentenze di condanna, ritenendo che il condono concesso dal Comune e il principio di proporzionalità (a tutela del diritto di abitazione dell’acquirente) giustificassero tale decisione. La Procura della Repubblica, tuttavia, impugnava questa revoca, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Ordine di Demolizione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della Procura, annullando l’ordinanza del Tribunale e rinviando per un nuovo giudizio. Il punto centrale della decisione è che il giudice dell’esecuzione non può limitarsi a prendere atto dell’esistenza di un provvedimento di condono, ma ha il potere e il dovere di verificarne la legittimità sostanziale.

Secondo la Cassazione, le numerose anomalie, come il frazionamento artificioso delle domande e il successivo subentro del costruttore, avrebbero dovuto insospettire il giudice e portare a un’indagine più approfondita. Un condono ottenuto attraverso un meccanismo elusivo della legge è illegittimo e, pertanto, non può costituire un ostacolo valido all’esecuzione dell’ordine di demolizione.

Le Motivazioni della Corte: Natura Reale dell’Ordine e Limiti alla Proporzionalità

La sentenza si fonda su alcuni principi cardine del diritto penale e amministrativo in materia edilizia.

In primo luogo, la Corte ribadisce la natura reale e non personale dell’ordine di demolizione. Questo significa che l’ordine non è una punizione per chi ha commesso l’abuso, ma una misura ripristinatoria che si applica all’immobile stesso (res). Di conseguenza, esso è efficace nei confronti di chiunque sia proprietario del bene al momento dell’esecuzione, anche se si tratta di un terzo acquirente in buona fede. Quest’ultimo potrà, semmai, rivalersi civilmente contro chi gli ha venduto l’immobile.

In secondo luogo, viene chiarito il ruolo del giudice dell’esecuzione. Egli non è un mero esecutore passivo, ma deve controllare che i presupposti che impediscono la demolizione (come un condono) siano validi ed efficaci. Se emergono elementi che suggeriscono un’illegittimità del titolo sanante, come in questo caso un palese frazionamento fraudolento, il giudice deve procedere con la demolizione.

Infine, la Corte delimita l’applicazione del principio di proporzionalità. Sebbene tale principio imponga di bilanciare l’interesse pubblico al ripristino della legalità con il diritto all’abitazione del singolo, non può essere invocato per paralizzare un ordine di demolizione quando l’abuso è grave e l’acquisto dell’immobile, sebbene da parte di un terzo, si inserisce in un contesto di palese illegittimità originaria. La tutela dell’affidamento del privato non può prevalere sulla necessità di rimuovere le conseguenze di un reato edilizio.

Conclusioni: Le Implicazioni per i Terzi Acquirenti di Immobili Abusivi

La sentenza della Cassazione invia un messaggio chiaro e severo: l’ordine di demolizione è uno strumento cogente e la sua esecuzione è la regola, non l’eccezione. La presenza di un titolo di condono non rappresenta uno scudo invalicabile, poiché la sua legittimità può e deve essere vagliata in sede esecutiva.

Per chi acquista un immobile, questa decisione sottolinea l’importanza di una due diligence estremamente accurata, specialmente se l’edificio ha avuto un passato di abusivismo. La “buona fede” non è sufficiente a proteggere dall’effetto reale della demolizione. L’unica vera tutela per l’acquirente rimane l’azione di risarcimento contro il venditore, ma ciò non impedirà la perdita materiale dell’immobile.

Un ordine di demolizione può essere eseguito nei confronti di un acquirente che non ha commesso l’abuso edilizio?
Sì. La Corte di Cassazione chiarisce che l’ordine di demolizione ha natura reale, cioè è legato all’immobile e non alla persona che ha commesso l’illecito. Pertanto, produce i suoi effetti nei confronti di tutti i soggetti che, a qualsiasi titolo, diventino proprietari del bene, i quali potranno eventualmente rivalersi sul venditore.

Il giudice dell’esecuzione può revocare un ordine di demolizione se il Comune ha concesso un condono edilizio?
Il giudice può revocare l’ordine solo se il provvedimento di condono è pienamente legittimo. La sentenza afferma che il giudice ha il potere e il dovere di controllare la legittimità del titolo sanante, inclusa la verifica che non sia stato ottenuto in modo fraudolento per eludere i limiti di legge, come il frazionamento artificioso delle domande.

Il principio di proporzionalità può impedire la demolizione di una casa abusiva usata come abitazione?
No, non in modo assoluto. La Corte spiega che il principio di proporzionalità richiede un bilanciamento di interessi, ma non può essere utilizzato per eludere la funzione ripristinatoria della demolizione. Non può legittimare ex post condotte illecite e non prevale quando l’abuso edilizio è grave e si fonda su un meccanismo fraudolento, anche a danno di un terzo acquirente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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