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Ordine di demolizione: legittimità e condono edilizio

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un tribunale che revocava un ordine di demolizione per un grande complesso immobiliare abusivo. Il tribunale aveva accolto le istanze dei nuovi proprietari, basandosi su un condono edilizio e sul principio di proporzionalità. La Procura ha impugnato la decisione, sostenendo che il condono fosse stato ottenuto in modo fraudolento, attraverso un frazionamento artificioso dell’immobile per eludere i limiti volumetrici. La Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il giudice dell’esecuzione deve verificare la legittimità sostanziale del condono e che l’ordine di demolizione ha natura reale, applicandosi anche ai successivi acquirenti. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione e Condono Edilizio: La Cassazione Smaschera il Frazionamento Artificioso

L’ordine di demolizione di un immobile abusivo rappresenta uno degli strumenti più incisivi per la tutela del territorio. Tuttavia, la sua esecuzione può scontrarsi con situazioni complesse, come la presenza di un condono edilizio o l’acquisto dell’immobile da parte di soggetti in buona fede. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questi temi, delineando i confini tra la doverosità del ripristino della legalità e i diritti dei singoli, specialmente di fronte a tentativi di eludere la legge.

I Fatti: Un Edificio Abusivo e un Condono Sospetto

Il caso riguarda un vasto edificio, composto da un piano interrato e otto piani fuori terra, realizzato abusivamente. A seguito delle condanne penali nei confronti del costruttore, era stato emesso il relativo ordine di demolizione. La vicenda si complica quando emerge che, per l’intero manufatto, erano state presentate ben 14 diverse istanze di condono. Queste domande non provenivano dall’unico proprietario e costruttore, ma da vari soggetti qualificatisi come “promittenti acquirenti” di singole porzioni dell’immobile.

Questo stratagemma mirava palesemente ad aggirare il limite volumetrico di 750 metri cubi previsto dalla legge sul condono, frazionando artificiosamente un complesso unitario in tante piccole unità. Fatto ancora più sospetto, tra il 1996 e il 1997 tutti questi promittenti acquirenti avevano rinunciato all’acquisto, e il costruttore originario era subentrato nella titolarità di tutte le istanze di condono. Successivamente, alcune unità immobiliari venivano vendute a terzi, gli attuali proprietari, che presentavano istanza al giudice dell’esecuzione per la revoca dell’ordine di demolizione, forti dei permessi di costruire in sanatoria nel frattempo rilasciati dal Comune.

La Decisione del Giudice dell’Esecuzione e il Ricorso della Procura

Il Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione, accoglieva le istanze e revocava l’ordine di abbattimento. La decisione si fondava su due pilastri: l’intervenuto provvedimento di condono, che avrebbe sanato l’abuso, e il principio di proporzionalità, che sconsigliava di ledere “l’affidamento, la libertà di autodeterminazione e il diritto di abitazione dei ricorrenti”, terzi estranei all’abuso originario.

La Procura della Repubblica proponeva ricorso per Cassazione, denunciando la violazione di legge e il vizio di motivazione. Secondo la Procura, il Tribunale aveva ignorato la natura fraudolenta del frazionamento delle domande di condono, un espediente per eludere la normativa. Inoltre, l’ordine di demolizione, avendo natura reale e ripristinatoria, doveva essere eseguito indipendentemente da chi fosse l’attuale proprietario del bene.

Le Motivazioni della Cassazione sull’ordine di demolizione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni della Procura, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. Le motivazioni della Suprema Corte offrono principi chiari in materia di abusi edilizi e condono.

La Natura Reale e Doverosa dell’Ordine di Demolizione

Innanzitutto, la Corte ribadisce che l’ordine di demolizione non è una sanzione penale di carattere personale, ma una misura amministrativa ripristinatoria con carattere “reale”. Ciò significa che è legata all’immobile abusivo (la res abusiva) e non alla persona del responsabile dell’abuso. Di conseguenza, l’ordine produce i suoi effetti nei confronti di chiunque sia proprietario del bene al momento dell’esecuzione, anche se si tratta di un acquirente in buona fede ed estraneo al reato. Quest’ultimo potrà, semmai, agire in sede civile per ottenere il risarcimento dal venditore, ma non potrà opporsi alla demolizione.

L’Illegittimità del Frazionamento Artificioso per il Condono

Il punto centrale della sentenza riguarda la validità del condono. La Cassazione chiarisce che un edificio, inteso come complesso unitario, deve essere oggetto di un’unica pratica di condono, rapportata alla sua volumetria complessiva. Il frazionamento in più domande è illegittimo se finalizzato a eludere i limiti di legge. Tale scissione è ammissibile solo in ipotesi eccezionali, ad esempio quando esistono, già prima della presentazione delle domande, distinti e reali titoli di proprietà su porzioni diverse dell’edificio.

Nel caso di specie, l’utilizzo di fittizi “promissari acquirenti”, che hanno poi rinunciato in massa, è stato considerato un chiaro “stratagemma” per aggirare la legge. Di fronte a un unico centro di interessi (il costruttore originario), le plurime domande avrebbero dovuto essere ricondotte a un’unica procedura, che avrebbe certamente superato i limiti volumetrici consentiti, rendendo il condono inammissibile.

Il Potere-Dovere del Giudice di Verificare la Legittimità del Condono

La Corte sottolinea che il giudice dell’esecuzione non è un mero esecutore passivo, ma ha il potere e il dovere di verificare la legittimità sostanziale del titolo abilitativo (il condono) che si oppone alla demolizione. Questa verifica non si ferma alla forma, ma entra nel merito dei presupposti di fatto e di diritto, inclusa la legittimazione dei richiedenti e l’assenza di intenti elusivi. Anche un eventuale “silenzio assenso” formatosi sulla domanda di condono non impedisce tale controllo, specialmente se l’istanza di partenza è “radicalmente inconfigurabile” perché presentata da soggetti non legittimati.

Il Principio di Proporzionalità e i Suoi Limiti

Infine, la Cassazione ridimensiona l’applicazione del principio di proporzionalità. Sebbene tale principio, di derivazione europea, imponga di bilanciare l’interesse pubblico al ripristino della legalità con il diritto all’abitazione, non può essere invocato per paralizzare definitivamente un ordine di demolizione. Non giustifica la violazione della legge e non può consolidare un abuso edilizio. Al massimo, può giustificare una sospensione temporanea dell’esecuzione per consentire agli occupanti di trovare una soluzione abitativa alternativa, ma non una revoca definitiva del provvedimento.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma la natura inderogabile dell’ordine di demolizione come strumento essenziale per la tutela dell’assetto urbanistico del territorio. La Corte stabilisce che i tentativi di sanatoria basati su espedienti fraudolenti, come il frazionamento artificioso, sono illegittimi e non possono ostacolare il ripristino della legalità. Il giudice dell’esecuzione ha il compito di svolgere un controllo rigoroso sulla validità sostanziale dei condoni, smascherando eventuali elusioni. Infine, si chiarisce che i diritti dei terzi acquirenti, pur meritevoli di tutela, trovano protezione negli strumenti civilistici di risarcimento e non possono prevalere sull’interesse pubblico alla rimozione dell’abuso edilizio.

Un ordine di demolizione può essere revocato a causa di un condono edilizio ottenuto successivamente?
Sì, ma solo a condizione che il provvedimento di condono sia pienamente legittimo in tutti i suoi presupposti di fatto e di diritto. Il giudice dell’esecuzione ha il potere-dovere di effettuare una verifica approfondita sulla legittimità sostanziale del titolo, inclusa l’assenza di intenti elusivi come il frazionamento artificioso.

Chi acquista un immobile abusivo è protetto dall’ordine di demolizione?
No. La sentenza ribadisce che l’ordine di demolizione ha natura “reale”, cioè è legato all’immobile e non alla persona che ha commesso l’abuso. Pertanto, si applica a chiunque sia proprietario del bene al momento dell’esecuzione, anche se acquirente in buona fede. La sua tutela è affidata agli strumenti del diritto civile, come l’azione di risarcimento contro il venditore.

È possibile ottenere il condono per un grande edificio presentando tante piccole domande separate per aggirare i limiti di volume?
No. La Corte di Cassazione ha qualificato questa pratica come un “frazionamento artificioso” e un’elusione della legge. Un edificio unitario deve essere considerato nel suo complesso. La presentazione di domande separate è lecita solo se, prima della domanda, esistono già distinti e reali titoli di proprietà sulle singole porzioni dell’immobile, e non quando si tratta di un’unica proprietà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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