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Ordine di demolizione: effetti del decesso del reo

Un soggetto condannato per abusi edilizi impugnava un provvedimento che negava la sospensione di un ordine di demolizione. Durante il ricorso in Cassazione, il ricorrente decedeva. La Corte ha annullato il provvedimento impugnato per via del decesso, ma ha chiarito un principio fondamentale: l’ordine di demolizione, avendo natura di sanzione reale legata all’immobile, non si estingue e si trasmette agli eredi, contro i quali l’esecuzione dovrà proseguire.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: Cosa Accade se il Condannato Muore?

L’ordine di demolizione di un’opera abusiva rappresenta uno degli strumenti più efficaci per il ripristino della legalità violata in materia urbanistica. Ma cosa succede se il soggetto destinatario dell’ordine decede prima che la demolizione venga eseguita? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo interrogativo, stabilendo che l’obbligo non si estingue, ma si trasferisce agli eredi.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla richiesta di revoca o sospensione di un’ingiunzione a demolire emessa nel 2020, in esecuzione di una sentenza di condanna del 2003 per la realizzazione di opere abusive. Il Giudice per le indagini preliminari, in funzione di giudice dell’esecuzione, rigettava la richiesta.

Contro tale decisione, il condannato proponeva ricorso per cassazione, sollevando tre motivi principali:
1. La mancata considerazione di una comunicazione del Comune che attestava l’impossibilità di demolire senza pregiudicare la stabilità statica dell’intero fabbricato.
2. La presunta acquisizione dell’opera al patrimonio comunale, che avrebbe reso l’ente l’unico soggetto titolato a decidere sulla demolizione.
3. La violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 CEDU), poiché l’immobile costituiva l’unica abitazione del ricorrente.

Un evento cruciale, tuttavia, modificava il corso del procedimento: nelle more del giudizio di cassazione, il ricorrente decedeva.

La Sopravvivenza dell’Ordine di Demolizione

L’intervento del decesso del ricorrente ha un effetto diretto e immediato sull’incidente di esecuzione da lui promosso. La Corte di Cassazione, infatti, dichiara l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata. Questo avviene perché il rapporto processuale specifico, sorto con l’opposizione all’esecuzione, si dissolve con la morte della parte che lo ha instaurato. Il provvedimento adottato in quella sede, quindi, viene caducato, ovvero perde ogni efficacia.

Le Motivazioni della Cassazione

Tuttavia, la Corte opera una distinzione fondamentale che costituisce il cuore della sentenza. L’annullamento dell’ordinanza impugnata non incide minimamente sull’efficacia dell’ordine di demolizione originario.

La motivazione risiede nella natura giuridica di tale ordine. Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza, l’ordine di demolizione disposto dal giudice penale non è una sanzione penale personale, ma una sanzione amministrativa con carattere reale e contenuto ripristinatorio.

Questo significa che la sanzione non è legata alla persona del colpevole, ma al bene immobile abusivo. Il suo scopo è quello di eliminare le conseguenze materiali dell’illecito, ripristinando l’assetto del territorio violato. Essendo una sanzione “reale”, essa “ricade direttamente sul soggetto che è in rapporto con il bene”.

Di conseguenza, l’obbligo di demolire non si estingue con la morte del responsabile, ma si trasmette insieme alla proprietà o alla disponibilità del bene. Esso passa agli eredi o a qualsiasi altro avente causa che subentri nel possesso dell’immobile.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ribadisce un principio di grande importanza pratica: l’eredità di un immobile abusivo include anche l’obbligo di eseguire l’ordine di demolizione. La morte del responsabile dell’abuso non sana la situazione di illegalità. La Corte, infatti, dopo aver annullato l’ordinanza impugnata, dispone la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica competente, affinché proceda con l’esecuzione dell’ordine di demolizione nei confronti degli eredi o degli aventi causa del defunto. Questi ultimi diventano i nuovi soggetti obbligati a ripristinare lo stato dei luoghi, subentrando in toto nella posizione giuridica del loro dante causa per quanto riguarda l’immobile.

Cosa succede all’ordine di demolizione di un immobile abusivo se il responsabile muore?
L’ordine di demolizione non si estingue con la morte del responsabile. Essendo una sanzione legata all’immobile (di carattere reale), l’obbligo di demolire si trasferisce agli eredi o a chiunque subentri nella disponibilità del bene.

La morte del condannato estingue il procedimento di esecuzione in corso?
La morte estingue lo specifico procedimento (incidente di esecuzione) avviato dal defunto per contestare l’esecuzione, portando all’annullamento del provvedimento emesso in quella sede. Tuttavia, non estingue l’ordine di demolizione originario, che resta pienamente valido ed efficace.

Perché l’ordine di demolizione non si estingue con la morte del reo?
Perché non è una sanzione penale personale, ma una sanzione amministrativa di carattere reale. Il suo scopo non è punire la persona, ma ripristinare l’ordine giuridico violato eliminando l’opera abusiva. Questo obbligo è intrinsecamente collegato al bene e segue le sue vicende giuridiche, inclusa la successione ereditaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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