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Ordine di demolizione: chi paga tra proprietario ed erede?

La Corte di Cassazione ha esaminato un appello contro un ordine di demolizione per un immobile abusivo. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della sorella, che adduceva la pendenza di istanze di condono, per genericità delle allegazioni. Ha invece accolto il ricorso del fratello, chiarendo che l’ordine di demolizione non può essere eseguito nei confronti dell’erede che non sia anche l’attuale proprietario del bene. Il caso è stato rinviato per l’accertamento della titolarità dell’immobile.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: La Cassazione Chiarisce Obblighi tra Erede e Proprietario

L’ordine di demolizione di un immobile abusivo rappresenta una delle conseguenze più severe in materia edilizia. Ma chi è esattamente il destinatario di tale provvedimento quando l’autore dell’abuso è deceduto e subentrano gli eredi? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, distinguendo nettamente la posizione dell’erede da quella del proprietario effettivo del bene. La pronuncia analizza due ricorsi distinti, offrendo spunti fondamentali sull’onere della prova in caso di istanze di condono e sulla corretta identificazione dei soggetti obbligati alla demolizione.

I Fatti del Caso: Due Ricorsi, Due Destini Diversi

Il caso esaminato dalla Suprema Corte nasce da un’ordinanza del tribunale di Palermo, che aveva respinto la richiesta di revoca di un ordine di demolizione avanzata da due fratelli. I due presentavano ricorso in Cassazione con motivazioni distinte.

La sorella lamentava la mancata considerazione di quattro istanze di condono pendenti sull’immobile, sostenendo che tale circostanza dovesse impedire la demolizione. Il fratello, invece, eccepiva di non poter essere destinatario dell’ingiunzione a demolire iure hereditatis (per diritto di eredità), poiché l’immobile abusivo era sempre appartenuto esclusivamente alla sorella e non vi era prova che egli ne avesse acquisito la proprietà per successione.

L’Ordine di Demolizione e l’Onere di Allegazione

Per quanto riguarda la posizione della sorella, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: chi richiede la sospensione o la revoca della demolizione in virtù di un’istanza di condono ha un preciso onere di allegazione. Non è sufficiente affermare genericamente che una domanda è pendente.

È necessario fornire al giudice elementi concreti che facciano presumere una rapida e favorevole definizione della procedura amministrativa. Nel caso di specie, erano trascorsi oltre vent’anni dall’irrevocabilità della sentenza di condanna e dalla presentazione delle istanze, un lasso di tempo che rendeva implausibile una conclusione a breve. La ricorrente non ha fornito alcuna specifica argomentazione sulle ragioni che avrebbero dovuto sostenere l’accoglimento del condono, rendendo il suo motivo di ricorso del tutto generico e, quindi, inammissibile.

L’Erede è Destinatario dell’Ordine di Demolizione?

Di tutt’altro avviso è stata la Corte riguardo al ricorso del fratello. La sua doglianza è stata ritenuta fondata. La sentenza chiarisce un punto di diritto cruciale: i destinatari dell’ordine di demolizione sono il condannato responsabile dell’abuso e, soprattutto, l’attuale proprietario del bene, anche se estraneo al processo penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

Il mero successore del committente dell’abuso, che non sia anche proprietario del manufatto, è estraneo all’obbligo di demolizione. L’ordinanza impugnata è stata considerata viziata perché aveva desunto la responsabilità del ricorrente dal solo fatto di essere figlio del soggetto condannato, senza un adeguato approfondimento sulla titolarità del bene.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di principi chiari. Per la sorella, l’inammissibilità deriva dalla violazione dell’onere di allegazione. In tema di esecuzione penale, non basta invocare un provvedimento favorevole (come il condono), ma occorre prospettare al giudice fatti specifici su cui basare la richiesta. La genericità delle sue affermazioni non ha permesso al giudice di effettuare le necessarie verifiche sulla prevedibilità dell’esito dell’istanza e sui tempi di definizione.

Per il fratello, la motivazione è di natura sostanziale. La sanzione della demolizione ha carattere ripristinatorio e si applica sulla res, ovvero sul bene immobile. Di conseguenza, l’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi ricade su chi ha la disponibilità giuridica del bene, cioè il proprietario. Essere erede del responsabile non comporta automaticamente l’obbligo di demolire se non si è anche ereditata la proprietà dell’immobile abusivo. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza nei suoi confronti, rinviando gli atti alla Corte di appello per un nuovo giudizio che accerti in modo completo i titoli di proprietà.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, chi intende opporsi a un ordine di demolizione sulla base di una domanda di sanatoria deve preparare una difesa dettagliata, fornendo al giudice tutti gli elementi necessari per valutare le possibilità di successo e la tempistica della pratica amministrativa. La sola pendenza non è sufficiente. In secondo luogo, viene tracciata una linea netta sulla responsabilità in caso di successione: l’ordine di demolizione non si trasmette automaticamente per via ereditaria. L’obbligo grava sul proprietario attuale dell’immobile, e spetta all’autorità giudiziaria accertare con precisione tale titolarità prima di procedere con l’esecuzione.

La presentazione di un’istanza di condono edilizio sospende automaticamente l’ordine di demolizione?
No. La sospensione non è automatica. Il giudice dell’esecuzione deve esaminare i possibili esiti e i tempi di conclusione della procedura amministrativa. La sospensione può essere disposta solo se si prevede un suo rapido e favorevole esaurimento, e la parte che la richiede ha l’onere di allegare elementi concreti a sostegno di tale previsione.

L’erede di chi ha commesso un abuso edilizio è sempre obbligato a demolire l’immobile?
No. Secondo la sentenza, è estraneo all’ordine di demolizione il mero successore del committente che non sia anche proprietario del bene abusivo. L’obbligo di demolizione ricade sul responsabile dell’abuso e sull’attuale proprietario del bene, la cui titolarità deve essere accertata.

Chi deve dimostrare i fatti a sostegno di una richiesta di revoca o sospensione della demolizione?
La parte che invoca un provvedimento giurisdizionale favorevole, come la revoca o la sospensione della demolizione, ha un onere di allegazione. Deve cioè prospettare e indicare specificamente al giudice i fatti sui quali la sua richiesta si basa, fornendo elementi concreti per permettere i relativi accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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