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Ordine di demolizione: a chi spetta eseguirlo?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto che contestava un ordine di demolizione, sostenendo di non essere il possessore dell’immobile abusivo. La Corte ha ribadito che l’ordine di demolizione ha ‘carattere reale’, ovvero segue l’immobile e non la persona che ha commesso l’illecito. Pertanto, l’obbligo di demolire grava su chiunque abbia la disponibilità attuale del bene, indipendentemente dai passaggi di proprietà o possesso successivi alla costruzione.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: Chi Paga se l’Immobile Viene Venduto?

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di abusi edilizi: a chi spetta eseguire un ordine di demolizione quando l’immobile è passato di mano? La sentenza chiarisce che l’obbligo di ripristinare la legalità non è legato alla persona che ha commesso il reato, ma segue l’immobile stesso. Questo principio ha implicazioni significative per chiunque acquisti o entri in possesso di un edificio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un manufatto abusivo per il quale il costruttore originale era stato condannato con una sentenza che includeva l’ordine di demolizione. Successivamente, il possesso dell’immobile era stato ceduto a un’altra famiglia. Anni dopo, l’ordine di demolizione veniva notificato al figlio dell’attuale possessore.

Quest’ultimo ha presentato ricorso, sostenendo la sua totale estraneità ai fatti. A suo dire, non era né proprietario né possessore dell’immobile, che era invece nella disponibilità di suo padre. Egli si limitava a frequentarlo saltuariamente durante il periodo estivo. Pertanto, riteneva di essere il destinatario sbagliato del provvedimento e chiedeva la revoca o la sospensione dell’ordine.

La Questione Giuridica: Il Carattere Reale dell’Ordine di Demolizione

Il nucleo della controversia ruota attorno alla natura giuridica dell’ordine di demolizione. Si tratta di un’obbligazione personale, che incombe solo su chi ha commesso l’abuso edilizio, oppure di un’obbligazione ‘reale’, che si lega indissolubilmente all’immobile e si trasferisce a tutti i successivi proprietari o possessori?

Il ricorrente, inoltre, lamentava vizi procedurali, come la mancata ammissione di prove testimoniali e il non aver potuto rendere dichiarazioni spontanee. Tuttavia, la Corte ha rapidamente liquidato tali questioni come infondate, concentrandosi sul punto centrale della questione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale. Le motivazioni sono chiare e si fondano su un principio consolidato in giurisprudenza.

Il punto focale della decisione è che l’ordine di demolizione impartito dal giudice penale ha carattere reale. Questo significa che l’ordine non è diretto contro la persona del condannato in quanto tale, ma è finalizzato a rimuovere l’opera abusiva per ripristinare l’ordine urbanistico violato. L’obbligo di demolire, quindi, grava su chiunque si trovi ad avere la disponibilità del bene al momento dell’esecuzione, anche se completamente estraneo alla sua realizzazione.

La Corte ha evidenziato che l’alienazione dell’immobile a terzi, anche se avvenuta prima della sentenza definitiva, non estingue l’ordine. Chi acquista o riceve un immobile abusivo eredita anche l’obbligo di conformarsi alla legge, demolendo quanto costruito illecitamente.

Nel caso specifico, i giudici hanno inoltre ritenuto illogica la tesi del ricorrente di essere totalmente estraneo alla gestione dell’immobile. Dagli atti emergeva, infatti, che era stato proprio lui a firmare un contratto con una società di vigilanza per la sorveglianza della proprietà, una circostanza che, secondo la Corte, era ‘evidentemente inspiegabile’ se fosse stato davvero un semplice ospite occasionale.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’ordine di demolizione è un’ombra che segue l’immobile abusivo. Chi acquista una proprietà ha l’onere di verificarne la conformità urbanistica, poiché potrebbe trovarsi a dover rispondere di abusi commessi da altri, con conseguenze economiche molto pesanti. La decisione della Cassazione serve come monito: la circolazione giuridica di un bene non ‘sana’ la sua illegalità e non libera i successivi possessori dagli obblighi di ripristino imposti dalla legge.

L’ordine di demolizione si estingue se l’immobile abusivo viene venduto o ceduto a un’altra persona?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordine ha ‘carattere reale’, ovvero è legato all’immobile e non alla persona che ha commesso l’abuso. Di conseguenza, l’obbligo di demolire si trasferisce a chiunque acquisti o entri in possesso del bene.

Chi è il destinatario dell’ordine di demolizione se il proprietario è cambiato?
L’ordine deve essere eseguito da chiunque abbia la disponibilità materiale dell’immobile al momento dell’esecuzione, a prescindere da chi sia il proprietario formale o chi abbia materialmente realizzato l’abuso edilizio.

È possibile opporsi all’ordine di demolizione sostenendo di essere estranei alla costruzione dell’edificio?
No, questa difesa è considerata irrilevante. Poiché l’obiettivo dell’ordine è ripristinare la legalità violata dall’esistenza stessa del manufatto, l’obbligo di demolire ricade su chi ha il potere di fatto sull’immobile, anche se non ha partecipato alla sua edificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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