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Ordine di allontanamento: quando il ricorso è infondato

Un cittadino straniero impugna una condanna per non aver rispettato un ordine di allontanamento. Adduce come scusanti la pandemia e lo stato di indigenza. La Cassazione rigetta il ricorso, affermando che il ricorrente non ha fornito prove concrete per le sue giustificazioni, rendendo la condanna legittima.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Allontanamento: Perché Covid e Indigenza non Bastano come Giustificazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21134/2024, ha fornito importanti chiarimenti sul reato di inosservanza dell’ordine di allontanamento emesso dal Questore. La pronuncia analizza i confini del ‘giustificato motivo’ che può escludere la punibilità, specificando che giustificazioni generiche come la pandemia da Covid-19 o lo stato di indigenza, se non adeguatamente provate, non sono sufficienti a evitare una condanna. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere l’onere della prova che grava sullo straniero destinatario del provvedimento.

I Fatti del Caso: Dall’Ordine di Espulsione alla Condanna

La vicenda riguarda un cittadino straniero condannato dal Giudice di Pace di Livorno a una pena pecuniaria di 15.000 euro. Il reato contestato era la violazione dell’art. 14, comma 5-ter, del Testo Unico sull’Immigrazione. Nello specifico, l’uomo non aveva ottemperato a un ordine di lasciare il territorio nazionale emesso dal Questore di Brindisi il 23 maggio 2020. Circa tre mesi dopo, il 31 agosto 2020, veniva rintracciato a Livorno, in palese violazione del provvedimento.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandolo su tre distinti motivi:
1. Impossibilità causa Covid-19: Sosteneva che la situazione pandemica e le conseguenti misure restrittive della circolazione rendevano impossibile il rimpatrio.
2. Stato di indigenza come giustificato motivo: Affermava che la sua condizione di povertà, confermata da un’annotazione della Questura, costituiva un giustificato motivo per la permanenza sul territorio.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Lamentava che il giudice di merito non avesse concesso le attenuanti generiche, pur in presenza dei presupposti, senza fornire una motivazione adeguata.

La Decisione della Cassazione: Analisi sull’ordine di allontanamento

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato in ogni suo punto, rigettandolo e confermando la condanna. La decisione si basa su principi consolidati in materia di onere della prova e sulla necessità di fornire elementi concreti a sostegno delle proprie giustificazioni. I giudici hanno smontato una per una le argomentazioni difensive, ribadendo la necessità di un confronto puntuale con le evidenze processuali.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della sentenza sono chiare e seguono un filo logico rigoroso.

Sulla Giustificazione Legata alla Pandemia

La Corte ha osservato una palese contraddizione nella tesi difensiva. L’imputato, pur sostenendo l’impossibilità di spostarsi a causa delle restrizioni, era di fatto riuscito a viaggiare da Brindisi, nel sud Italia, fino a Livorno, nel centro-nord. Questo spostamento interno dimostrava che non vi era un’impossibilità assoluta di movimento. La difesa, secondo i giudici, si era limitata a una deduzione generica sull’emergenza sanitaria, senza offrire alcuna dimostrazione concreta dell’impossibilità di lasciare il territorio nazionale.

Sullo Stato di Indigenza

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Cassazione ha ribadito un principio di diritto fondamentale: la sussistenza di un ‘giustificato motivo’ deve essere provata da chi la invoca. Lo stato di indigenza, sebbene annotato dalla Questura, era stato semplicemente ‘dedotto’ e non ‘allegato’ con prove concrete. Spetta all’interessato dimostrare come la propria condizione economica abbia reso oggettivamente o soggettivamente impossibile o estremamente difficoltoso ottemperare all’ordine del Questore. Una mera affermazione non è sufficiente.

Sulla Mancata Concessione delle Attenuanti Generiche

Infine, il terzo motivo è stato dichiarato inammissibile. Il ricorrente si era limitato a lamentare il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche senza indicare quali elementi positivi e specifici il giudice di merito avrebbe trascurato. La Corte ha ricordato che la negazione delle attenuanti è legittima quando non emergono circostanze di segno positivo meritevoli di valutazione, e non è compito del giudice di legittimità cercarle d’ufficio.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cruciale: nel reato di inosservanza dell’ordine di allontanamento, l’onere di provare l’esistenza di un giustificato motivo grava interamente sull’imputato. Non bastano affermazioni generiche o il richiamo a contesti difficili come una pandemia o una condizione di povertà. È necessario fornire prove concrete e specifiche che dimostrino un’effettiva impossibilità di adempiere all’ordine. Questa pronuncia serve da monito, sottolineando come la difesa in questi casi debba essere costruita su elementi fattuali solidi e non su mere asserzioni.

La pandemia da Covid-19 può essere usata come giustificazione per non rispettare un ordine di allontanamento?
No, secondo questa sentenza non è sufficiente invocare genericamente la pandemia. L’imputato deve fornire prove concrete che dimostrino come le restrizioni gli abbiano specificamente impedito di lasciare il territorio nazionale. Nel caso di specie, il fatto che l’imputato si fosse spostato all’interno dell’Italia ha indebolito tale giustificazione.

Lo stato di indigenza è sufficiente a giustificare la permanenza illegale sul territorio?
No, lo stato di indigenza, da solo, non costituisce automaticamente un giustificato motivo. La persona interessata ha l’onere di provare in che modo la sua condizione economica le abbia reso oggettivamente o soggettivamente impossibile ottemperare all’ordine. Deve essere dimostrato un nesso causale tra la povertà e l’impossibilità di partire.

Cosa succede se un ricorso non specifica gli elementi a sostegno della richiesta di attenuanti generiche?
Il motivo di ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte ha chiarito che il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è legittimo se non vengono indicati elementi o circostanze positive specifiche che il giudice di merito avrebbe dovuto considerare. Non è sufficiente una lamentela generica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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