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Ordine di allontanamento: matrimonio non sana il reato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per non aver rispettato un ordine di allontanamento. La Corte ha stabilito che né le successive restrizioni pandemiche né il matrimonio con una cittadina italiana possono giustificare l’inadempimento, poiché il reato è di natura permanente e la sua commissione era già iniziata ben prima di tali eventi.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Allontanamento: Perché Matrimonio e Pandemia Non Giustificano il Reato

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di immigrazione: l’inottemperanza a un ordine di allontanamento costituisce un reato permanente che non può essere sanato da eventi successivi, come un matrimonio con un cittadino italiano o situazioni di emergenza come una pandemia. Questa ordinanza offre importanti chiarimenti sulla natura del reato e sui limiti delle giustificazioni opponibili in sede giudiziaria.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace al pagamento di una multa di 10.000 euro per non aver ottemperato a un ordine di lasciare il territorio italiano, emesso nel febbraio 2019. L’accertamento della violazione avveniva nell’aprile 2020.
L’interessato presentava ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su due argomentazioni principali:
1. L’impossibilità oggettiva di lasciare il Paese a causa delle restrizioni agli spostamenti imposte durante l’emergenza pandemica.
2. Il mancato riconoscimento del suo legame affettivo con una cittadina italiana, successivamente sfociato in matrimonio, che gli aveva poi permesso di regolarizzare la sua posizione e trovare un lavoro.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno respinto entrambe le argomentazioni difensive, confermando la condanna e condannando il ricorrente anche al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte sull’Ordine di Allontanamento

La decisione si fonda su un’analisi rigorosa della natura del reato contestato. La Corte ha chiarito i seguenti punti fondamentali:

Il Reato è Permanente e Preesistente alla Pandemia

Il punto centrale della motivazione riguarda la natura di “reato permanente” dell’inottemperanza all’ordine di allontanamento. Il reato non si consuma istantaneamente alla scadenza del termine concesso per lasciare l’Italia, ma inizia in quel momento e perdura per tutto il tempo in cui lo straniero rimane illegalmente sul territorio.
Nel caso specifico, l’ordine era del febbraio 2019, con un termine di sette giorni per adempiere. Di conseguenza, la condotta illecita era già in corso da oltre un anno prima che iniziassero le restrizioni pandemiche nell’aprile 2020. La pandemia, pertanto, è stata ritenuta un evento irrilevante, poiché il reato era già stato ampiamente commesso e si stava protraendo nel tempo.

L’Irrilevanza del Matrimonio Successivo

Anche l’argomento del legame affettivo e del successivo matrimonio è stato considerato ininfluente ai fini della commissione del reato. La Corte ha sottolineato che il legame è stato dimostrato solo in un’epoca “molto successiva” alla notifica dell’ordine di espulsione, quando il reato era già stato perfezionato. Citando una precedente sentenza, i giudici hanno ribadito che il matrimonio contratto dopo la scadenza del termine non costituisce un giustificato motivo per l’inottemperanza. Sebbene tale evento possa avere rilevanza per l’eseguibilità di una successiva espulsione coattiva, non può cancellare il reato già commesso.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale molto chiaro: le cause di giustificazione per la mancata ottemperanza a un ordine di allontanamento devono essere valutate con riferimento al momento in cui sorge l’obbligo di lasciare il Paese. Eventi successivi, come la creazione di legami familiari o impedimenti oggettivi sopravvenuti molto tempo dopo l’inizio della condotta illecita, non hanno efficacia retroattiva e non possono “sanare” il reato. Questa decisione serve da monito sull’importanza di rispettare tempestivamente i provvedimenti dell’autorità amministrativa, evidenziando come le strategie difensive basate su circostanze posteriori abbiano scarse probabilità di successo.

Sposare un cittadino italiano sana la precedente violazione dell’ordine di allontanamento?
No, secondo la Corte, il matrimonio contratto dopo la scadenza del termine per lasciare il territorio non giustifica la precedente inottemperanza, in quanto il reato si è già perfezionato e la sua consumazione si è protratta nel tempo.

Le restrizioni di viaggio dovute alla pandemia possono giustificare la permanenza illegale in Italia?
In questo caso specifico, no. La Corte ha ritenuto irrilevante la pandemia perché il reato era di natura permanente e la sua commissione era iniziata oltre un anno prima dell’emergenza sanitaria e delle relative restrizioni.

Cosa significa che il reato di inottemperanza all’ordine di allontanamento è un ‘reato permanente’?
Significa che la violazione della legge non si esaurisce nel momento in cui scade il termine per andarsene, ma continua a protrarsi per tutto il tempo in cui lo straniero rimane illegalmente sul territorio nazionale fino a quando la condotta non cessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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