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Ordinanza rimozione rifiuti: la competenza del Sindaco

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un cittadino condannato per abbandono di rifiuti. La sentenza chiarisce un punto fondamentale sulla competenza per l’emissione dell’ordinanza rimozione rifiuti: spetta esclusivamente al Sindaco, in base all’art. 192 del Testo Unico Ambientale, e non al dirigente comunale. Questa norma speciale prevale sulla regola generale. Viene inoltre esclusa la responsabilità solidale del Comune proprietario del terreno, in assenza di prove di dolo o colpa da parte dell’ente.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordinanza Rimozione Rifiuti: la Cassazione Conferma la Competenza Esclusiva del Sindaco

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della contravvenzione per abbandono di rifiuti, chiarendo in modo definitivo a chi spetti il potere di emettere la relativa ordinanza rimozione rifiuti. La decisione non solo conferma la condanna di un cittadino per il reato ambientale, ma stabilisce anche principi importanti sulla ripartizione delle competenze tra Sindaco e dirigenti comunali, oltre a delineare i limiti della responsabilità dell’ente proprietario dell’area inquinata.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per la violazione dell’art. 255, comma 3, del D.Lgs. 152/2006, per aver abbandonato alcuni “big bag” di rifiuti in un’area di proprietà comunale. A seguito della condanna in primo grado, confermata dalla Corte di Appello di Perugia, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente basava la sua difesa su tre argomenti principali:

1. Incompetenza del Sindaco: Secondo la difesa, l’ordinanza di rimozione avrebbe dovuto essere emessa dal dirigente dell’ufficio tecnico comunale e non dal Sindaco. Si sosteneva che il potere del Sindaco fosse limitato a situazioni eccezionali e urgenti (extra ordinem), non riscontrabili nel caso di specie.
2. Mancata notifica al Comune: Si lamentava che l’ordinanza fosse stata notificata solo al trasgressore e non anche al Comune, proprietario del terreno, che avrebbe dovuto essere considerato obbligato in solido alla bonifica, data la sua presunta inerzia nel prevenire gli abbandoni.
3. Particolare tenuità del fatto: Si richiedeva l’applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p., in considerazione della minima quantità di rifiuti e dell’assenza di un danno ambientale significativo.

L’Ordinanza Rimozione Rifiuti e la Competenza del Sindaco

La Corte di Cassazione ha respinto il primo motivo, qualificandolo come inammissibile poiché non sollevato in appello. Tuttavia, ha colto l’occasione per fare chiarezza sul punto. Richiamando un consolidato orientamento del Consiglio di Stato (sent. n. 9722/2023), i giudici hanno affermato che la competenza per l’emissione dell’ordinanza rimozione rifiuti ai sensi dell’art. 192 del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006) spetta esclusivamente al Sindaco.

Questa disposizione è considerata una norma speciale e derogatoria rispetto alla regola generale (art. 107 del TUEL, D.Lgs. 267/2000) che attribuisce ai dirigenti gli atti di gestione. Pertanto, il potere di ordinare la rimozione dei rifiuti abbandonati è una prerogativa sindacale, esercitabile indipendentemente dalla sussistenza di una situazione di urgenza.

La Posizione del Comune Proprietario dell’Area

Anche il secondo motivo è stato rigettato. La Corte ha stabilito che la responsabilità solidale del proprietario dell’area (in questo caso, il Comune) non è automatica. Essa sorge solo se la violazione è imputabile al proprietario a titolo di dolo o colpa. Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva correttamente escluso la colpa del Comune, evidenziando che l’ente aveva adottato misure di prevenzione, come l’installazione di “fototrappole”, per contrastare il fenomeno. Non è stata ravvisata, quindi, alcuna omissione colposa che potesse giustificare l’obbligo di notificare l’ordinanza anche all’amministrazione comunale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha dichiarato l’intero ricorso inammissibile. Le motivazioni si fondano su diversi pilastri. In primo luogo, il motivo sulla competenza del Sindaco era proceduralmente inammissibile. Nel merito, la Corte ha comunque ribadito la correttezza della decisione dei giudici di secondo grado, la cui valutazione sull’assenza di colpa del Comune è stata ritenuta logica e non censurabile in sede di legittimità. Infine, è stata respinta anche la richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto. La Corte ha sottolineato la natura di rifiuti speciali pericolosi e ha evidenziato l’importanza degli interessi protetti dalla normativa ambientale, la cui tutela diffusa rende l’inottemperanza a un’ordinanza sindacale un fatto non trascurabile. La motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta congrua e priva di vizi logici.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio giuridico di notevole rilevanza pratica: l’ordinanza per la rimozione di rifiuti abbandonati è un atto di competenza esclusiva del Sindaco. Questa pronuncia chiarisce il riparto di poteri all’interno degli enti locali in materia ambientale e rafforza gli strumenti a disposizione delle amministrazioni per contrastare l’illegalità. Inoltre, ribadisce che la responsabilità del proprietario di un’area inquinata non è oggettiva, ma richiede la prova di un suo coinvolgimento, almeno colposo, nell’illecito. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Chi ha il potere di emettere un’ordinanza per la rimozione di rifiuti abbandonati?
Secondo la Corte di Cassazione, che richiama la giurisprudenza amministrativa, la competenza ad emettere l’ordinanza di rimozione dei rifiuti ai sensi dell’art. 192 del D.Lgs. 152/2006 spetta esclusivamente al Sindaco, e non al dirigente comunale. Questa norma speciale prevale sulla regola generale di ripartizione delle competenze.

Il Comune proprietario di un’area è sempre corresponsabile per l’abbandono di rifiuti sul suo terreno?
No. La responsabilità solidale del proprietario dell’area sorge solo quando la violazione gli sia imputabile a titolo di dolo o colpa. Nel caso esaminato, la Corte ha escluso la colpa del Comune, poiché aveva adottato misure di prevenzione (come le fototrappole) e non era quindi ravvisabile un’omissione colposa.

L’abbandono di una piccola quantità di rifiuti può essere considerato un reato di ‘particolare tenuità’?
Non necessariamente. La Corte ha negato l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), considerando la natura di rifiuti speciali pericolosi e l’importanza degli interessi diffusi tutelati dalla normativa ambientale, che rendono l’inottemperanza all’ordinanza sindacale un fatto di per sé non trascurabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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