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Onere prova etilometro: chi deve dimostrarne il vizio?

Una conducente viene condannata per guida in stato di ebbrezza. Il suo ricorso, basato sulla presunta inaffidabilità dell’etilometro e sulla richiesta di visionarne il libretto, viene respinto. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale sull’onere prova etilometro: spetta all’imputato dimostrare un vizio specifico dell’apparecchio, non essendo sufficiente una generica contestazione per invalidare il test. La Corte ha inoltre rigettato le altre censure relative alla pena e alle attenuanti.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere prova etilometro: chi deve dimostrarne il vizio?

La guida in stato di ebbrezza è una delle violazioni più comuni e gravi del Codice della Strada. La prova regina, in questi casi, è il risultato dell’alcoltest, effettuato tramite etilometro. Ma cosa succede se la difesa contesta il corretto funzionamento dell’apparecchio? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: l’onere prova etilometro, chiarendo a chi spetti dimostrare un eventuale malfunzionamento. La Corte ha stabilito che la semplice richiesta di acquisire il libretto metrologico non è sufficiente a invalidare il test; è necessaria un’allegazione specifica da parte dell’imputato.

I Fatti del Caso

Una conducente veniva condannata sia in primo grado dal Tribunale di Velletri sia in secondo grado dalla Corte di Appello di Roma per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. La difesa dell’imputata ha proposto ricorso per cassazione, articolando diversi motivi. I principali vertevano sulla presunta inaffidabilità dell’etilometro utilizzato per le misurazioni. Nello specifico, si contestava il rigetto della richiesta di acquisire il libretto metrologico dell’apparecchio, ritenuto essenziale per verificarne la regolare manutenzione e le verifiche periodiche. Altri motivi di ricorso riguardavano il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, la mancata concessione dei doppi benefici di legge e l’eccessività della pena inflitta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ritenuto i motivi presentati come meramente reiterativi di doglianze già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. La decisione conferma la validità della condanna e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. La pronuncia si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale che definisce con precisione i confini dell’onere probatorio in materia.

Le Motivazioni: la ripartizione dell’Onere Prova Etilometro

Il cuore della decisione risiede nella chiara ripartizione dell’onere della prova riguardo al funzionamento dell’etilometro. La Corte ha ribadito che l’esito positivo dell’alcoltest costituisce di per sé una prova dello stato di ebbrezza. L’affidabilità dello strumento è presunta, in virtù delle procedure di omologazione e delle verifiche periodiche a cui è sottoposto per legge.

La Regolarità dell’Apparecchio

I giudici hanno spiegato che, sebbene l’omologazione e le verifiche periodiche siano previste dall’art. 379 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, non spetta all’accusa allegare sistematicamente la documentazione che attesti tali controlli. L’onere della prova si inverte: è la difesa dell’imputato a dover fornire la prova contraria. Questo non si traduce in una semplice richiesta di acquisire il libretto metrologico, ma richiede un’allegazione specifica. L’imputato deve dimostrare l’esistenza di vizi concreti, errori di strumentazione, difetti nel metodo di misurazione o l’assenza o l’inattualità dei controlli prescritti. Una contestazione generica sulla funzionalità dell’apparecchio non ha valore probatorio e non è sufficiente a far sorgere un obbligo per il pubblico ministero di produrre la documentazione relativa alle verifiche.

Le Altre Censure Respinte

La Corte ha giudicato infondati anche gli altri motivi di ricorso. La richiesta di rinnovare l’istruttoria in appello per acquisire il libretto è stata respinta poiché tale procedura è un evento straordinario, subordinato alla constatazione di un’incompletezza probatoria, che nel caso di specie non sussisteva. Anche il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato ritenuto correttamente motivato dal giudice di merito, che ha considerato i precedenti penali dell’imputata. Infine, la determinazione della pena è stata giudicata come espressione della discrezionalità del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, adeguatamente motivata con riferimento all’elevato tasso alcolemico e alla pericolosità della guida.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per la difesa nei processi per guida in stato di ebbrezza. Non è sufficiente sollevare un dubbio generico sull’affidabilità dell’etilometro per sperare di invalidare la prova. La difesa deve assumere un ruolo attivo, portando elementi concreti che possano far dubitare del corretto funzionamento dello strumento o della regolarità delle sue verifiche. Questo significa che l’imputato, anche attraverso indagini difensive, deve procurarsi elementi specifici, come testimonianze o perizie, che indichino un vizio o un errore. In assenza di tali allegazioni circostanziate, la giurisprudenza considera il risultato dell’alcoltest pienamente valido, ponendo un chiaro limite alle strategie difensive basate su mere contestazioni formali.

A chi spetta dimostrare che l’etilometro non funziona correttamente?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere della prova di un vizio o malfunzionamento dell’etilometro spetta all’imputato. Non è l’accusa a dover dimostrare preventivamente il perfetto funzionamento, ma è la difesa a dover fornire elementi concreti che ne mettano in dubbio l’affidabilità.

È sufficiente chiedere di vedere il libretto metrologico dell’etilometro per contestare il risultato del test?
No. La semplice richiesta di acquisire il libretto metrologico, senza allegare elementi specifici che suggeriscano un’irregolarità (es. mancata revisione, vizi di funzionamento), non è sufficiente a contestare l’esito dell’alcoltest. La contestazione deve essere supportata da elementi di fatto.

Perché il giudice può negare le circostanze attenuanti generiche?
Il giudice ha ampia discrezionalità nel concedere o negare le circostanze attenuanti generiche. Può motivare il diniego basandosi anche su un solo elemento ritenuto prevalente, come la personalità dell’imputato desunta dai precedenti penali, l’entità del reato o le modalità di esecuzione, senza dover analizzare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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