Onere della Prova: la Cassazione Dichiara Inammissibile un Ricorso Non Autosufficiente
L’esito di un processo non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal modo in cui queste vengono presentate al giudice. Un principio cardine in questo ambito è l’onere della prova, ovvero il dovere di una parte di dimostrare i fatti che pone a fondamento della propria pretesa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo concetto, dichiarando inammissibile il ricorso di un imputato proprio per non aver assolto a tale onere in sede di legittimità.
I Fatti del Processo
La vicenda giudiziaria inizia con l’assoluzione in primo grado di un automobilista, accusato del reato di guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti, previsto dall’art. 187 del Codice della Strada. Tuttavia, la Corte d’Appello, in riforma della prima sentenza, lo condannava, ritenendo provata la sua responsabilità penale.
Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, contestava il contenuto del verbale di accertamenti urgenti redatto dalla polizia giudiziaria, sul quale la Corte d’Appello aveva basato la propria valutazione circa la presenza di indici sintomatici dello stato di alterazione.
La Decisione della Corte e l’Onere della Prova
La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La ragione non risiede nel merito della questione, ma in un aspetto puramente processuale: la violazione del principio di autosufficienza del ricorso. I giudici hanno sottolineato che il ricorso era volto a una rivalutazione delle prove, attività preclusa in sede di legittimità, dove la Corte può solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione.
L’aspetto cruciale, che evidenzia l’importanza dell’onere della prova per chi ricorre, è che l’imputato, nel contestare quanto riportato nella sentenza riguardo al verbale di polizia, aveva l’obbligo di allegare materialmente tale verbale al proprio ricorso. Senza questo documento, la Corte non era in grado di verificare la fondatezza della censura, ovvero se la Corte d’Appello avesse effettivamente travisato il contenuto dell’atto.
Le Motivazioni: Il Principio di Autosufficienza del Ricorso
La motivazione della Corte si fonda interamente sul principio di autosufficienza. Questo principio impone che il ricorso per Cassazione debba contenere in sé tutti gli elementi necessari per consentire al giudice di decidere, senza dover cercare e consultare altri atti del fascicolo processuale. Chi presenta il ricorso ha l’onere di essere completo e di fornire tutti gli strumenti critici per la valutazione delle proprie doglianze.
In questo caso, l’imputato si è limitato a sostenere che il contenuto del verbale fosse diverso da quello descritto in sentenza, ma non ha fornito la prova di tale affermazione. Non allegando l’atto, ha reso la sua contestazione generica e non verificabile, violando così il suo onere e rendendo il ricorso inammissibile.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica. Quando si intende contestare in Cassazione il modo in cui un giudice di merito ha interpretato un documento o una prova specifica, non è sufficiente affermare che l’interpretazione sia errata. È indispensabile allegare l’atto in questione al ricorso, permettendo così alla Suprema Corte un controllo diretto. In mancanza, il ricorso sarà inevitabilmente dichiarato inammissibile per difetto di autosufficienza, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come accaduto nel caso di specie.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Risposta: Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente non ha rispettato il principio di autosufficienza. Egli ha contestato il contenuto di un verbale di polizia citato nella sentenza d’appello, ma non ha allegato tale verbale al proprio ricorso, impedendo alla Corte di Cassazione di verificare la sua doglianza.
È sufficiente un test positivo alle sostanze stupefacenti per essere condannati per guida in stato di alterazione?
Risposta: No, secondo quanto ribadito dalla Corte, il semplice risultato positivo degli esami clinici non è sufficiente per configurare il reato. È necessario che vi siano anche altri indici sintomatici dello stato di alterazione, come quelli descritti nel verbale di accertamenti urgenti della polizia giudiziaria.
Cosa significa ‘onere’ in questo contesto?
Risposta: In questo caso, ‘onere’ significa che spettava al ricorrente l’obbligo di fornire alla Corte tutti gli elementi necessari a supportare le sue contestazioni. Non avendolo fatto (non allegando l’atto contestato), non ha assolto al suo onere e il suo ricorso è stato respinto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8585 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8585 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a ATRI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 31/05/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
NOME COGNOME ha presentato ricorso avverso la sentenza della Corte di Appell di L’Aquila del 31 maggio 2023, che in riforma di conferma della sentenza d assoluzione del Tribunale di Teramo dell’i febbraio 2021, lo ha condanNOME in ordi al reato di cui all’art. 187 d.lgs 30 aprile 1992 n. 285 commesso in Pineto ottobre 2017.
Rilevato che il motivo, con cui ha dedotto la violazione di legge e il vizi motivazione in relazione alla affermazione della penale responsabilità inammissibile, in quanto volto a prefigurare una rivalutazione e lettura altern RAGIONE_SOCIALE fonti di prova estranea al sindacato di legittimità. La Corte ha richiama maniera pertinente, quanto alla indicazione degli indici sintomatici dello sta alterazione da sostanze stupefacente, il verbale di accertamenti urgenti della po giudiziaria e ha, pertanto, fatto corretta applicazione del principio per cui sufficiente ai fini della configurazione del reato, il semplice risultato positiv esami clinici. Di contro il ricorrente, in ossequio al principio dell’autosufficie ricorso, nel contestare che quanto riportato nella sentenza sia il contenuto di verbale, aveva l’onere, non assolto, di allegare l’atto al ricorso.
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, c condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di eur tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di tremila euro in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ammende
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