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Onere della prova guida in stato di ebbrezza: il caso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. La Corte ha ribadito che, in presenza di un accertamento strumentale valido, l’onere della prova di circostanze che ne inficino l’attendibilità grava sull’imputato. Il ricorso è stato giudicato generico e riproduttivo di doglianze già respinte in appello, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere della Prova nella Guida in Stato di Ebbrezza: La Cassazione Conferma la Responsabilità

Quando un automobilista viene trovato positivo all’alcoltest, su chi ricade la responsabilità di dimostrare l’inaffidabilità del risultato? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: l’onere della prova per la guida in stato di ebbrezza, in presenza di un test strumentale valido, si sposta sull’imputato. Analizziamo questa importante decisione che conferma un orientamento consolidato.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un automobilista condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un sinistro stradale. Gli accertamenti effettuati tramite etilometro avevano rilevato un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. La Corte d’Appello, riformando parzialmente la prima sentenza, aveva sostituito la sospensione della patente con la più grave sanzione della revoca.

L’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione e sostenendo la mancanza di prove sufficienti a dimostrare la sua responsabilità penale.

L’Onere della Prova nella Guida in Stato di Ebbrezza secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo generico e meramente riproduttivo di argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di merito. Il punto cruciale della decisione risiede nella riaffermazione di un principio consolidato in materia di onere della prova per guida in stato di ebbrezza. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva correttamente basato la sua decisione su elementi probatori chiari e coerenti:

1. La Posizione dell’Imputato: Al momento dell’intervento delle forze dell’ordine, l’uomo si trovava al lato guida del veicolo, fermo al centro della carreggiata dopo un sinistro.
2. L’Esito dell’Alcoltest: Entrambi i test effettuati con l’etilometro hanno dato esito positivo, con valori superiori alla soglia massima prevista dalla legge.
3. La Mancata Contestazione: L’imputato non ha mai messo in dubbio la validità o il corretto funzionamento dello strumento di misurazione utilizzato.

Basandosi su questi fatti, la Cassazione ha ribadito che, di fronte a un accertamento strumentale conforme alla normativa, spetta all’imputato fornire la prova di circostanze specifiche in grado di invalidare l’esito del test. Non è sufficiente, a tal fine, il semplice intervallo di tempo trascorso tra la guida e l’esecuzione del test.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello logica, coerente ed esaustiva. I giudici di merito avevano correttamente valutato il materiale probatorio, concludendo in modo inequivocabile per la responsabilità dell’imputato. Il ricorso, non presentando argomenti nuovi o capaci di incrinare la logicità della decisione impugnata, è stato considerato privo dei requisiti per essere accolto.

La pronuncia si allinea perfettamente con la giurisprudenza di legittimità costante, che attribuisce pieno valore probatorio all’esito dell’alcoltest, a meno che la difesa non riesca a dimostrare concretamente la sua inattendibilità. L’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: l’esito dell’alcoltest costituisce una prova forte della colpevolezza per il reato di guida in stato di ebbrezza. Per contestarla efficacemente, non basta una generica negazione, ma è necessario fornire elementi concreti che dimostrino un malfunzionamento dello strumento o altre circostanze eccezionali in grado di alterare il risultato. L’onere della prova, in questi casi, è chiaramente a carico dell’imputato, il quale deve attivarsi per smontare l’impianto accusatorio basato su un dato tecnico oggettivo.

Quando l’esito dell’alcoltest è positivo, chi deve provare che il test non è valido?
Secondo la sentenza, in presenza di un accertamento strumentale del tasso alcolemico conforme alla legge, l’onere di dimostrare la presenza di circostanze che possano invalidare l’accertamento grava sull’imputato.

Un ricorso in Cassazione può essere respinto se ripropone le stesse argomentazioni già esaminate in appello?
Sì, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile proprio perché era generico e riproduceva doglianze già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte di merito, senza introdurre elementi nuovi o critiche pertinenti alla logicità della motivazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Come stabilito nel provvedimento, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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