LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova etilometro: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. Il ricorrente contestava la validità del test alcolimetrico, ma la Corte ha stabilito che l’onere della prova etilometro, pur gravando sull’accusa, è bilanciato da un onere di allegazione specifica da parte della difesa. Una critica generica al funzionamento dello strumento, in presenza di un verbale che attesta omologazione e controlli periodici, non è sufficiente per invalidare la prova.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere della Prova Etilometro: Quando la Contestazione è Inefficace

Nel contesto dei reati di guida in stato di ebbrezza, la validità del test alcolimetrico è un punto cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito importanti principi in materia di onere della prova etilometro, chiarendo i rispettivi doveri di accusa e difesa. La sentenza sottolinea come una contestazione generica da parte dell’imputato non sia sufficiente a inficiare i risultati del test, specialmente quando il verbale delle forze dell’ordine è completo e dettagliato.

I Fatti del Caso

Un automobilista, condannato in appello per guida in stato di ebbrezza ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada, ha presentato ricorso in Cassazione. Il motivo principale del ricorso verteva sulla presunta violazione di legge e sul vizio di motivazione della sentenza d’appello. Nello specifico, la difesa sosteneva che la Corte territoriale non avesse risposto adeguatamente al motivo di appello riguardante la regolare effettuazione del test alcolimetrico. Si contestava, in particolare, la mancata dimostrazione dell’avvenuta omologazione dello strumento e della sua sottoposizione alle necessarie revisioni e tarature periodiche, la cui prova, secondo il ricorrente, incombeva sulla pubblica accusa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi proposti del tutto generici e non in grado di confrontarsi adeguatamente con la motivazione, logica e corretta, della sentenza impugnata. La Corte ha colto l’occasione per consolidare il proprio orientamento giurisprudenziale in materia, tracciando una netta linea di demarcazione tra la disciplina dell’etilometro e quella di altri strumenti di misurazione, come gli autovelox.

Le Motivazioni: L’onere della prova etilometro e il dovere di allegazione della difesa

Il cuore della decisione risiede nella ripartizione degli oneri probatori tra le parti. La Cassazione ha ribadito che, a differenza degli autovelox (la cui disciplina è stata modificata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 113/2015), per l’etilometro l’omologazione e le verifiche periodiche sono espressamente previste dall’art. 379 del Regolamento di esecuzione al Codice della Strada.

Di conseguenza, l’onere della prova etilometro, ovvero la dimostrazione che lo strumento utilizzato sia omologato e regolarmente revisionato, spetta effettivamente alla pubblica accusa. Tuttavia, la giurisprudenza ha precisato che a questo onere dell’accusa corrisponde un onere di allegazione specifica da parte della difesa. Non è sufficiente, per l’imputato, sollevare un dubbio generico sul funzionamento dell’apparecchio. È necessario, invece, contestare in modo puntuale e circostanziato il suo malfunzionamento, fornendo elementi concreti a sostegno della propria tesi.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che il verbale degli accertamenti conteneva tutti i dati necessari a fugare ogni dubbio: la marca e il modello dell’etilometro, il numero di serie, la data di omologazione, la data della prima verifica e quella dell’ultima visita periodica annuale. Questi elementi, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, sono stati ritenuti indizi sufficienti a dimostrare il corretto funzionamento dello strumento, in assenza di qualsiasi elemento probatorio contrario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica per la difesa nei processi per guida in stato di ebbrezza. Per contestare efficacemente i risultati dell’alcoltest, non basta una semplice e generica affermazione sulla mancata prova della taratura. È indispensabile formulare una contestazione specifica, dettagliata e, se possibile, supportata da elementi concreti che possano far sorgere un ragionevole dubbio sulla correttezza della misurazione. In mancanza di ciò, se il verbale dell’accusa riporta in modo completo i dati relativi all’omologazione e alle verifiche periodiche, la prova si considera pienamente assolta e la contestazione rischia di essere dichiarata inammissibile.

A chi spetta l’onere della prova del corretto funzionamento dell’etilometro?
Spetta alla pubblica accusa, che deve dimostrare l’omologazione e l’esecuzione delle verifiche periodiche dello strumento.

È sufficiente per la difesa contestare genericamente il funzionamento dell’etilometro per annullare la prova?
No. Secondo la Corte, a fronte della prova dell’omologazione e delle verifiche periodiche fornita dall’accusa, la difesa ha l’onere di allegare elementi specifici che mettano in dubbio il buon funzionamento dell’apparecchio. Una contestazione generica è inammissibile.

Quali informazioni nel verbale di accertamento sono considerate sufficienti a provare il corretto funzionamento dell’etilometro?
Il verbale è considerato sufficiente se riporta in modo dettagliato i dati relativi alla marca, modello, numero di serie, data di omologazione e la data dell’ultima verifica periodica annuale, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati