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Onere della prova etilometro: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 38568/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha ribadito un principio fondamentale sull’onere della prova etilometro: spetta all’imputato l’onere di allegare elementi specifici che mettano in dubbio il corretto funzionamento dell’apparecchio. Una richiesta generica di visionare i certificati di omologazione e revisione non è sufficiente per far scattare l’obbligo probatorio a carico della pubblica accusa. L’appello è stato ritenuto inammissibile anche perché riproponeva questioni di fatto già decise nei gradi precedenti senza una critica puntuale della motivazione.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere della Prova Etilometro: la Cassazione Conferma i Doveri della Difesa

Nel contesto dei reati di guida in stato di ebbrezza, la validità del test alcolemico è spesso al centro delle strategie difensive. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 38568/2024) ha fornito un’importante precisazione riguardo all’onere della prova etilometro, stabilendo chiaramente i confini tra le responsabilità dell’accusa e quelle della difesa. La decisione sottolinea che non basta una contestazione generica per invalidare il test, ma è necessario un onere di allegazione specifico da parte dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista per il reato di guida in stato di ebbrezza, accertato tramite etilometro. La condanna, emessa dal Tribunale di Padova, era stata parzialmente riformata dalla Corte d’Appello di Venezia, che aveva concesso all’imputato il beneficio della non menzione della condanna nel casellario giudiziale, confermando però nel resto la sentenza di primo grado.

Contro la decisione della Corte d’Appello, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, basando le proprie argomentazioni principalmente su presunte mancanze probatorie relative al corretto funzionamento e alla regolare manutenzione dell’etilometro utilizzato per l’accertamento.

L’Onere della Prova Etilometro e i Limiti del Ricorso in Cassazione

Il ricorso presentato dall’imputato è stato giudicato inammissibile dalla Suprema Corte per due ragioni fondamentali.

In primo luogo, il ricorso è stato considerato privo della necessaria analisi critica rispetto alle argomentazioni della sentenza impugnata. La difesa, secondo i giudici, si era limitata a riproporre le stesse questioni già esaminate e respinte dalla Corte territoriale, senza sollevare veri e propri vizi di legittimità, ma prospettando doglianze di fatto, che non possono trovare spazio nel giudizio di cassazione.

In secondo luogo, e questo è il punto cruciale della decisione, la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato in materia di onere della prova etilometro. Il cuore del problema non è tanto chi debba produrre i certificati, ma chi debba sollevare il dubbio sul funzionamento dell’apparecchio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’onere della pubblica accusa di dimostrare l’avvenuta omologazione e le verifiche periodiche dell’etilometro sorge solo come conseguenza di una specifica contestazione da parte della difesa. In altre parole, la validità del test è presunta fino a prova contraria.

L’imputato che intende contestare l’affidabilità dell’accertamento ha un ‘onere di allegazione’: deve cioè indicare elementi concreti e specifici che facciano dubitare del buon funzionamento dell’apparecchio. Non è sufficiente una mera e generica richiesta di esibire i documenti relativi all’omologazione e alle revisioni. Tale richiesta, se non supportata da motivi specifici (es. un malfunzionamento evidente durante il test, la mancanza di indicazioni obbligatorie sullo scontrino, etc.), non ha di per sé un valore probatorio e non fa scattare l’obbligo per il pubblico ministero di depositare tutta la documentazione tecnica.

Nel caso di specie, la difesa non aveva fornito tali elementi specifici, limitandosi a una contestazione generica. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto le argomentazioni della Corte d’Appello – che avevano già respinto tali doglianze – del tutto corrette, logiche e prive di vizi.

Le Conclusioni

La decisione in commento rafforza un principio fondamentale per la difesa nei processi per guida in stato di ebbrezza. Le strategie difensive basate sulla contestazione dell’etilometro devono essere mirate e supportate da elementi fattuali. Una contestazione ‘in bianco’ o esplorativa, finalizzata unicamente a costringere l’accusa a produrre documenti, è destinata a fallire.

Per gli avvocati, ciò significa che è essenziale istruire l’assistito a prestare la massima attenzione durante la procedura di accertamento e a segnalare immediatamente qualsiasi anomalia. Per gli automobilisti, la pronuncia serve come monito: l’affidabilità dell’etilometro è presunta e, per metterla in discussione efficacemente in un processo, servono argomenti concreti e non semplici supposizioni. La Corte, dichiarando inammissibile il ricorso, ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a ulteriore conferma della temerarietà di un’impugnazione priva di validi fondamenti giuridici.

Chi deve provare che l’etilometro funziona correttamente?
L’onere per la pubblica accusa di provare l’omologazione e le revisioni dell’etilometro sorge solo se l’imputato solleva una contestazione specifica e circostanziata sul suo malfunzionamento. In assenza di ciò, il funzionamento è presunto corretto.

È sufficiente chiedere di vedere i certificati dell’etilometro per contestare il test?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una semplice richiesta di visionare i dati di omologazione e revisione non è sufficiente. L’imputato deve assolvere a un ‘onere di allegazione’, cioè deve fornire elementi specifici che mettano in dubbio il corretto funzionamento dell’apparecchio.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non conteneva una critica specifica alla motivazione della sentenza precedente, limitandosi a riproporre questioni di fatto già decise. Inoltre, la difesa non ha adempiuto al proprio onere di allegare fatti concreti a sostegno della contestazione sul funzionamento dell’etilometro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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