LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Onere della prova etilometro: a chi spetta dimostrarlo?

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha contestato la validità dell’alcoltest. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’esito positivo dell’etilometro è una prova valida. L’onere della prova etilometro, ovvero dimostrare il suo malfunzionamento o la mancanza di revisioni, ricade interamente sulla difesa dell’imputato, non sull’accusa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere della Prova Etilometro: La Difesa Deve Dimostrare il Malfunzionamento

In tema di guida in stato di ebbrezza, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale riguardo l’onere della prova etilometro. L’esito positivo del test è considerato una prova a tutti gli effetti, e spetta all’imputato dimostrare un eventuale difetto dello strumento. Questa pronuncia chiarisce che una semplice contestazione generica non è sufficiente a invalidare l’accertamento.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale di Vicenza per guida in stato di ebbrezza, con l’aggravante di aver commesso il fatto in orario notturno. La sentenza era stata confermata anche dalla Corte di Appello di Venezia.

L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la nullità del verbale di accertamento. Secondo la tesi difensiva, il verbale era invalido poiché non menzionava l’avvenuta verifica periodica di omologazione e la corretta calibratura dell’etilometro utilizzato per il test.

La Questione Giuridica: Chi Deve Provare l’Affidabilità dell’Etilometro?

Il punto centrale della controversia legale era stabilire a chi spettasse il compito di provare il corretto funzionamento dell’apparecchio. La difesa sosteneva che la mancanza di un’esplicita menzione delle verifiche sul verbale rendesse l’accertamento nullo, implicando che fosse onere dell’accusa dimostrare la piena affidabilità dello strumento.

Questa tesi, se accolta, avrebbe potuto creare un precedente importante, potenzialmente indebolendo l’efficacia probatoria di numerosi accertamenti effettuati con l’etilometro.

La Decisione della Cassazione e l’Onere della Prova Etilometro

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna. I giudici hanno chiarito in modo definitivo che l’onere della prova etilometro, quando se ne contesta il funzionamento, ricade sulla difesa.

L’esito positivo dell’alcoltest, secondo la Corte, costituisce di per sé una prova valida dello stato di ebbrezza. Lo strumento è considerato affidabile in virtù dei controlli periodici a cui è sottoposto dopo la sua omologazione e taratura iniziale. Di conseguenza, esiste una presunzione di corretto funzionamento.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione spiegando che per superare questa presunzione di affidabilità, non è sufficiente una semplice affermazione di malfunzionamento. È onere della difesa dell’imputato fornire la prova contraria. Ciò significa che la difesa deve dimostrare attivamente l’assenza, l’inattualità o l’irregolarità dei prescritti controlli periodici.

Per adempiere a tale onere, la difesa ha a disposizione strumenti processuali specifici, come:

1. L’escussione del dirigente del reparto addetto ai controlli: è possibile chiamare a testimoniare il responsabile delle verifiche per accertare se e quando siano state effettuate.
2. La produzione di una copia del libretto metrologico dell’etilometro: questo documento ufficiale registra tutte le operazioni di verifica, omologazione e taratura. La sua acquisizione può dimostrare in modo inequivocabile la regolarità o meno dei controlli.

Poiché nel caso di specie la difesa si era limitata a sollevare una contestazione formale senza fornire alcuna prova concreta, il ricorso è stato giudicato inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro con importanti implicazioni pratiche. Chiunque si trovi a dover contestare un accertamento per guida in stato di ebbrezza non può limitarsi a eccepire la potenziale inaffidabilità dell’etilometro. È necessario adottare una strategia difensiva proattiva, richiedendo l’accesso agli atti e ai documenti relativi allo strumento utilizzato (in particolare il libretto metrologico) per trovare prove concrete a sostegno della propria tesi. In assenza di tali elementi, la contestazione risulterà quasi certamente inefficace.

Il risultato dell’etilometro è sufficiente a provare lo stato di ebbrezza?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova dello stato di ebbrezza, data l’affidabilità presunta dello strumento in virtù dei controlli periodici a cui è sottoposto.

A chi spetta l’onere della prova sul malfunzionamento dell’etilometro?
L’onere della prova spetta interamente alla difesa dell’imputato. Non è sufficiente contestare genericamente il test, ma è necessario fornire una prova contraria che dimostri l’assenza o l’irregolarità dei controlli periodici sull’apparecchio.

Come può la difesa dimostrare che l’etilometro non era correttamente calibrato o revisionato?
La difesa può adempiere a tale onere tramite mezzi di prova specifici, come l’escussione in giudizio del dirigente responsabile dei controlli o la produzione di una copia del libretto metrologico dell’etilometro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati