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Onere della prova demolizione: chi deve provare?

Una persona condannata per abusivismo edilizio ha presentato ricorso contro il rigetto della sua istanza di sospensione di un ordine di demolizione, basandosi su una vecchia domanda di condono. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che l’onere della prova demolizione grava interamente sulla parte che fa istanza. Il giudice non ha l’obbligo di acquisire d’ufficio la documentazione mancante per sopperire alla negligenza del ricorrente.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere della prova demolizione: chi deve provare?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44048 del 2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di abusivismo edilizio: l’onere della prova demolizione. Quando si cerca di fermare un ordine di demolizione basandosi su una domanda di condono, a chi spetta il compito di fornire tutta la documentazione necessaria? La risposta della Corte è netta: l’onere grava esclusivamente su chi presenta l’istanza, e il giudice non è tenuto a sopperire alle sue mancanze.

I Fatti del Caso

Una signora, condannata nel 2007 per una contravvenzione edilizia, si era vista notificare un ordine di demolizione per un immobile costruito abusivamente. Per opporsi all’esecuzione, la donna avviava un incidente di esecuzione, chiedendo la revoca o, in subordine, la sospensione della demolizione. La sua difesa si basava sull’esistenza di una domanda di condono edilizio presentata al Comune di competenza molti anni prima, nel 1986.

Il Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Reggio Calabria, tuttavia, rigettava l’istanza. La motivazione del rigetto si fondava sulla incompletezza della documentazione presentata a supporto della richiesta e sull’assenza di elementi che potessero far ritenere probabile l’accoglimento della domanda di condono. Anzi, era emerso che il terreno su cui sorgeva l’immobile era gravato da vincoli di inedificabilità a tutela di interessi storici.

Contro questa decisione, la signora proponeva ricorso per Cassazione, lamentando che il giudice avrebbe dovuto attivarsi per acquisire d’ufficio, presso il Comune, tutta la documentazione relativa alla pratica di condono, al fine di poter valutare compiutamente la sua istanza.

L’Onere della Prova Demolizione e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea già tracciata dalla giurisprudenza consolidata. Il punto centrale della decisione ruota attorno al principio dell’onere della prova demolizione. Secondo la Corte, chi intende avvalersi di un beneficio previsto dalla legge, come la sospensione di una demolizione in attesa della definizione di un condono, deve fornire la prova completa della sussistenza dei presupposti.

La Corte ha chiarito che il potere del giudice, previsto dall’art. 666, comma 5, del codice di procedura penale, di chiedere documenti e informazioni alle autorità competenti è una facoltà discrezionale, non un obbligo. Questo potere può essere esercitato quando ci si trova di fronte a una prova parziale (semiplena probatio), ma non può essere utilizzato per colmare le lacune probatorie derivanti dalla negligenza della parte interessata.

In sintesi, non spetta al giudice dell’esecuzione ‘investigare’ per conto del ricorrente, acquisendo documenti che quest’ultimo avrebbe dovuto e potuto produrre autonomamente.

Le Motivazioni della Corte

La sentenza si sofferma su diversi punti per motivare la sua decisione:
1. Principio dispositivo: In un incidente di esecuzione, spetta alla parte che lo promuove allegare tutti gli elementi a sostegno della propria domanda. Non si può pretendere che il giudice si sostituisca alla parte nella ricerca delle prove.
2. Facoltà, non obbligo: Il potere istruttorio del giudice è discrezionale. Pretendere che sia un obbligo significherebbe trasformare il suo ruolo da organo giudicante a consulente della parte, alterando l’equilibrio processuale.
3. Irrilevanza della mera domanda di condono: La sola presentazione di un’istanza di condono, soprattutto se risalente nel tempo e mai definita positivamente prima della condanna, non è sufficiente a paralizzare un ordine di demolizione. Occorre dimostrare che vi sia una verosimile probabilità di accoglimento, cosa che nel caso di specie era stata esclusa dal giudice di merito anche a causa dei vincoli presenti sull’area.
4. Completezza della valutazione del giudice di merito: La Corte ha ritenuto che il giudice dell’esecuzione avesse correttamente operato, valutando gli elementi a disposizione e concludendo, in modo logico e non viziato, per il rigetto dell’istanza.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per chiunque si trovi ad affrontare un ordine di demolizione per un immobile abusivo. Non è sufficiente affermare l’esistenza di una domanda di condono pendente. È indispensabile presentare al giudice dell’esecuzione un fascicolo completo, contenente tutta la documentazione che possa dimostrare non solo la pendenza della pratica, ma anche e soprattutto la concreta e plausibile probabilità che essa venga accolta dall’autorità amministrativa. In assenza di una prova completa e convincente, l’istanza di sospensione della demolizione è destinata al fallimento, e il ricorso contro il rigetto sarà, come in questo caso, dichiarato inammissibile.

In un procedimento per sospendere una demolizione, chi deve fornire la prova di una domanda di condono pendente?
La responsabilità di fornire la prova completa ricade interamente sulla persona che presenta l’istanza. Secondo la sentenza, è il ricorrente che deve produrre tutta la documentazione necessaria a dimostrare i presupposti del beneficio richiesto.

Il giudice dell’esecuzione è obbligato a cercare i documenti mancanti presso il Comune?
No, il giudice non ha alcun obbligo di acquisire d’ufficio i documenti. L’articolo 666, comma 5, c.p.p. gli conferisce una facoltà discrezionale di farlo, ma non un dovere. Non è tenuto a sopperire alla negligenza della parte interessata.

La semplice presentazione di una domanda di condono è sufficiente per bloccare un ordine di demolizione?
No. La sola esistenza di una domanda di condono non è sufficiente. Il giudice deve valutare se vi sia una verosimile e prossima probabilità che la domanda venga accolta. In questo caso, la presenza di vincoli di inedificabilità sul terreno ha contribuito a escludere tale probabilità, portando al rigetto dell’istanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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