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Onere della prova alcoltest: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha stabilito che l’esito positivo dell’etilometro è prova sufficiente, e l’onere della prova alcoltest, ovvero dimostrarne il malfunzionamento, spetta all’imputato tramite allegazioni specifiche e non generiche. Anche la quantificazione della pena, se motivata, è insindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Onere della Prova Alcoltest: a Chi Spetta Dimostrare il Malfunzionamento?

La guida in stato di ebbrezza è un reato grave, e la prova regina è quasi sempre il risultato dell’etilometro. Ma cosa succede se si dubita della sua affidabilità? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: l’onere della prova alcoltest, cioè la responsabilità di dimostrare un eventuale malfunzionamento, ricade interamente sulla difesa. Contestazioni generiche non sono sufficienti.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per guida in stato di ebbrezza, con le aggravanti di aver provocato un incidente e di aver commesso il fatto in orario notturno. La condanna si basava sui risultati dell’alcoltest. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, proponeva ricorso per Cassazione, affidandosi a due motivi principali.

I Motivi del Ricorso e la Questione dell’Onere della Prova Alcoltest

La difesa sollevava due questioni principali:

1. Errata applicazione della legge penale: Si contestava la validità e l’utilizzabilità dei rilievi effettuati con l’etilometro, sostenendo che fossero nulli o inefficaci, e si chiedeva l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
2. Eccessiva quantificazione della pena: Si lamentava un’errata applicazione della legge nella determinazione della sanzione, ritenuta sproporzionata.

Il fulcro dell’argomentazione difensiva era la presunta inaffidabilità dell’apparecchio, ma senza fornire elementi concreti a supporto di tale tesi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo i giudici, i motivi proposti erano “assolutamente generici” e si limitavano a riproporre censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. La decisione si fonda su un principio consolidato in materia, che viene qui ribadito con fermezza.

Le Motivazioni: l’Onere della Prova sull’Affidabilità dell’Alcoltest

La Corte ha spiegato in modo inequivocabile come funziona l’onere della prova in relazione all’alcoltest. Il principio è il seguente: l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova dello stato di ebbrezza. Di conseguenza, non è l’accusa a dover dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’apparecchio funzionava perfettamente; al contrario, è la difesa che deve assumersi l’onere di contestarne la validità.

Per farlo, non basta sollevare dubbi generici. La difesa deve “suffragare con idonee allegazioni la prospettata invalidità dell’accertamento”. Ciò significa che è necessario dimostrare in modo specifico e concreto:

* La sussistenza di vizi o errori di strumentazione.
* La presenza di vizi legati all’omologazione dell’apparecchio.
* L’assenza o l’inattualità dei controlli periodici prescritti dalla legge.

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano già evidenziato come il difensore si fosse limitato a “doglianze meramente generiche”, senza fornire alcuna prova specifica in tal senso. Per quanto riguarda la pena, la Cassazione ha ricordato che la sua determinazione rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità se, come in questo caso, è supportata da una motivazione sufficiente e non illogica.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. Chiunque intenda contestare il risultato di un alcoltest in un procedimento penale non può limitarsi a esprimere semplici dubbi sulla sua correttezza. È indispensabile un’azione difensiva proattiva, basata su prove concrete e specifiche che dimostrino un difetto dello strumento o della procedura di controllo. In assenza di tali elementi, l’esito del test rimane una prova pienamente valida, con tutte le conseguenze legali che ne derivano. La decisione sottolinea l’importanza di una difesa tecnica e preparata, capace di andare oltre le contestazioni di principio per entrare nel merito tecnico degli accertamenti.

Un risultato positivo dell’alcoltest è sufficiente per essere condannati per guida in stato di ebbrezza?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, l’esito positivo dell’alcoltest costituisce prova dello stato di ebbrezza.

A chi spetta dimostrare che l’etilometro non funzionava correttamente?
Spetta alla difesa dell’imputato. È un’inversione dell’onere della prova: una volta che l’accusa presenta un test positivo, tocca all’imputato dimostrare che quel test non è valido.

Che tipo di prove sono necessarie per contestare validamente un alcoltest?
Non bastano contestazioni generiche. La difesa deve fornire allegazioni specifiche e concrete che dimostrino l’esistenza di vizi dello strumento, problemi nell’omologazione dell’apparecchio, oppure la mancanza o l’irregolarità dei controlli periodici obbligatori per legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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