Omissioni Reddito di Cittadinanza: La Cassazione Conferma la Condanna
Quando si richiede un beneficio statale come il reddito di cittadinanza, la completezza e la veridicità delle informazioni fornite sono cruciali. Le omissioni reddito di cittadinanza possono avere conseguenze penali significative, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un cittadino condannato per non aver dichiarato l’acquisto di una moto di grossa cilindrata, un’omissione che ha portato al rigetto del suo ricorso e a ulteriori sanzioni. Analizziamo la vicenda e le importanti lezioni che se ne possono trarre.
I Fatti del Caso
Un cittadino veniva condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato previsto dall’art. 7 del D.L. n. 4/2019, per aver fornito informazioni incomplete nella sua domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Nello specifico, aveva omesso di dichiarare di aver acquistato una motocicletta di cilindrata superiore a 250cc nell’anno precedente alla presentazione della domanda.
L’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la presunta carenza dell'”elemento soggettivo” del reato. In altre parole, sosteneva di non aver agito con l’intenzione di commettere un illecito, ma che l’omissione fosse avvenuta senza dolo.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza, ma si basa su una valutazione prettamente procedurale. La Corte ha ritenuto che le argomentazioni del ricorrente non rientrassero tra quelle che possono essere esaminate in sede di legittimità.
Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e il ricorrente è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale del processo penale: il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove o di ricostruire i fatti, compiti che spettano esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado (tribunale e corte d’appello). Il ricorso per cassazione può essere presentato solo per denunciare errori nell’applicazione della legge (‘violazione di legge’) o vizi logici evidenti e manifesti nella motivazione della sentenza impugnata.
Nel caso specifico, la difesa ha tentato di rimettere in discussione l’accertamento dell’elemento soggettivo, ovvero l’intenzione fraudolenta. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva già affrontato questo punto, motivando in modo congruo ed esauriente la propria decisione. I giudici di merito avevano concluso che l’intenzione delittuosa sussisteva, poiché l’imputato non aveva fornito alcuna spiegazione plausibile per la mancata indicazione dell’acquisto della moto nella domanda. Questa valutazione, secondo la Cassazione, era logica, completa e non contraddittoria, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.
In sostanza, il ricorso è stato giudicato un tentativo mascherato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa preclusa davanti alla Suprema Corte. Stante l’inammissibilità e l’assenza di prove che l’errore non fosse imputabile al ricorrente, è scattata automaticamente l’applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, che prevede la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria.
Conclusioni
L’ordinanza offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce la serietà e la responsabilità richieste nella compilazione delle domande per l’accesso a benefici pubblici: le omissioni reddito di cittadinanza non sono considerate semplici sviste, ma possono integrare una fattispecie di reato se non adeguatamente giustificate. In secondo luogo, evidenzia i limiti del ricorso per cassazione e i rischi economici connessi alla presentazione di un’impugnazione infondata, che non solo non modifica l’esito del processo, ma comporta anche costi aggiuntivi significativi per il ricorrente.
È sufficiente non dichiarare un bene per essere condannati per indebita percezione del reddito di cittadinanza?
Sì. Secondo la Corte, l’omessa indicazione di un bene rilevante, come una moto di grossa cilindrata, nella domanda per il reddito di cittadinanza, integra il reato. Se l’imputato non fornisce alcuna spiegazione per tale omissione, i giudici possono ritenere provato l’elemento soggettivo, cioè l’intenzione di frodare.
Posso chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove del mio processo?
No. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti, non rivalutare i fatti o le prove. Un ricorso che tenta di farlo viene dichiarato inammissibile.
Cosa succede se il mio ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, se il ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 9511 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 9511 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 08/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MESSINA il 07/07/1968
avverso la sentenza del 20/05/2024 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NOME COGNOME ricorre per cassazione avverso la sentenza in epigrafe indicata, confermato la condanna del ricorrente per il reato di cui all’art. 7, comma 1, D.L. n.4 deducendo con unico motivo, violazione di legge in ordine all’affermazione della respons per carenza dell’elemento soggettivo del reato.
ezten -r4* doglianza non rientra nel numerus clausus delle censure deducibil sede di legittimità, investendo profili di valutazione della prova e di ricostruzio riservati alla cognizione del giudice di merito, le cui determinazioni, al riguardo, sono i in cassazione ove siano sorrette da motivazione congrua, esauriente ed idonea a da dell’iter logico-giuridico seguito dal giudicante e delle ragioni del decisum. Nel caso dalle cadenze motivazionali della sentenza d’appello è enucleabile una ricostruzione precisa e circostanziata, avendo i giudici di secondo grado preso in esame tutte le difensive ed essendo pervenuti alle loro conclusioni, in punto di responsabilità, attr disamina completa ed approfondita delle risultanze processuali, in nessun modo censur sotto il profilo della razionalità, e sulla base di apprezzamenti di fatto non qualificab di contraddittorietà o di manifesta illogicità e perciò insindacabili in questa sede, come dalle considerazioni formulate dal giudice a quo, laddove ha affermato che sussiste l’ soggettivo del reato, non avendo il ricorrente fornito alcuna spiegazione alla indicazione, nella domanda volta ad ottenere il reddito di cittadinanza, di aver acqui moto superiore ai 250 cavalli, immatricolato nel 2017 e acquistato dal Vento nel 2018, u prima della presentazione della domanda.
Rilevato che, stante l’inammissibilità del ricorso e, a norma dell’art. 616 cod. non ravvisandosi assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità Cost. Sent. n. 186 del 13/06/2000), alla condanna del ricorrente al pagamento delle s procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, rit equa, di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese proc della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 08/11/2024
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