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Omicidio stradale plurimo: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12328/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per omicidio e lesioni stradali. La Corte ha ribadito che l’omicidio stradale plurimo non costituisce una circostanza aggravante soggetta a bilanciamento, ma un’ipotesi di concorso formale di reati. È stata inoltre confermata la correttezza della valutazione dei giudici di merito nel negare le attenuanti generiche, a fronte dell’elevato grado di colpa dell’imputato e della sua condotta processuale.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omicidio Stradale Plurimo: Analisi della Sentenza 12328/2024 della Cassazione

La Corte di Cassazione è intervenuta nuovamente su un tema di grande attualità e drammaticità: l’omicidio stradale plurimo. Con la sentenza n. 12328 del 2024, i giudici hanno fornito chiarimenti cruciali sulla qualificazione giuridica della fattispecie prevista dall’art. 589-bis, comma 8, del codice penale e sui criteri di valutazione delle circostanze attenuanti. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per la corretta applicazione della legge in casi di incidenti stradali con esiti tragici.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un sinistro stradale in cui un conducente, in stato di grave ebbrezza alcolica (tasso alcolemico pari a 3,1 g/l), con patente di guida revocata e a velocità elevata, perdeva il controllo del veicolo. L’incidente causava la morte di una passeggera e lesioni personali a un’altra. Un elemento rilevante emerso durante il processo era che la vittima deceduta non indossava la cintura di sicurezza. Inizialmente, l’imputato aveva tentato di addossare la responsabilità della guida alla stessa vittima, per poi confessare solo quando le prove a suo carico erano diventate schiaccianti.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, condannato nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Errata interpretazione dell’art. 589-bis, comma 8, c.p.: Secondo la difesa, la norma che punisce chi cagiona la morte di più persone o la morte di una e le lesioni di altre dovrebbe essere considerata una circostanza aggravante. Come tale, avrebbe dovuto essere sottoposta al giudizio di bilanciamento con le circostanze attenuanti, inclusa la condotta colposa della vittima.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: La difesa lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), nonostante la confessione e lo stato di incensuratezza dell’imputato, e un errato bilanciamento tra l’attenuante speciale (art. 589-bis, comma 7) e l’aggravante della colpa con previsione.

La Qualificazione Giuridica dell’Omicidio Stradale Plurimo

Il punto centrale della sentenza riguarda la natura giuridica dell’omicidio stradale plurimo. La Cassazione, rigettando la tesi difensiva, ha confermato il suo consolidato orientamento: la previsione dell’ottavo comma dell’art. 589-bis c.p. non costituisce una circostanza aggravante. Si tratta, invece, di un’ipotesi di concorso formale di reati. Questo significa che con una sola azione (la condotta di guida illecita) si commettono più reati (un omicidio e una lesione). La legge, per ragioni di favore, unifica questi reati solo quoad poenam (ai fini della pena), applicando la sanzione prevista per il reato più grave aumentata. Tuttavia, ogni reato mantiene la sua autonomia giuridica. Di conseguenza, non essendo un’aggravante, questa fattispecie non può essere oggetto del giudizio di bilanciamento previsto dall’art. 69 del codice penale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. I giudici hanno evidenziato come i motivi del ricorso fossero una mera riproposizione delle argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza un reale confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata.
Nel merito, la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici dei gradi inferiori. Il bilanciamento tra le circostanze è stato operato tenendo conto dell’elevatissimo grado di colpa dell’imputato (guida con patente revocata, in stato di ebbrezza acuta e a velocità eccessiva) e, al contempo, della condotta colposa della vittima (mancato uso della cintura).
Anche il diniego delle attenuanti generiche è stato giudicato immune da vizi. La confessione dell’imputato, infatti, è stata ritenuta non rilevante perché tardiva e strumentale, essendo intervenuta solo a seguito del consolidarsi del quadro probatorio a suo carico. Inoltre, il precedente tentativo di incolpare la vittima ha pesato negativamente sulla valutazione della sua condotta processuale.

Le Conclusioni

La sentenza in commento rafforza due principi fondamentali in materia di reati stradali. Primo, la qualificazione dell’omicidio stradale plurimo come concorso formale di reati e non come circostanza aggravante è un punto fermo, con importanti conseguenze sul calcolo della pena e sull’impossibilità di ‘neutralizzarlo’ tramite il bilanciamento con attenuanti. Secondo, per il riconoscimento delle attenuanti generiche non basta una confessione ‘formale’, ma è necessaria una condotta complessiva, successiva al reato, che dimostri una reale presa di coscienza, elemento mancante nel caso di specie. La decisione sottolinea ancora una volta la severità con cui l’ordinamento giuridico tratta le condotte di guida gravemente colpose che mettono a repentaglio la vita altrui.

L’omicidio stradale plurimo previsto dall’art. 589-bis, comma 8, cod. pen. è una circostanza aggravante?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che non si tratta di una circostanza aggravante, ma di un’ipotesi di concorso formale di reati. Le diverse fattispecie (es. un omicidio e una lesione) vengono unificate solo ai fini della determinazione della pena (quoad poenam), ma conservano la loro autonomia.

La condotta colposa della vittima, come il mancato uso della cintura di sicurezza, esclude la responsabilità del conducente?
No. La sentenza chiarisce che la condotta colposa della vittima può essere considerata nel giudizio di bilanciamento delle circostanze, ma non esclude la colpa del conducente, il cui grado di responsabilità è stato ritenuto elevato per guida in stato di ebbrezza, con patente revocata e a velocità eccessiva.

Una confessione è sufficiente per ottenere le circostanze attenuanti generiche?
Non necessariamente. In questo caso, le attenuanti generiche non sono state concesse perché la confessione dell’imputato è avvenuta solo dopo che le prove a suo carico erano evidenti e, in precedenza, aveva tentato di incolpare la vittima deceduta della guida del veicolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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