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Omicidio stradale in retromarcia: colpa e nesso

La Corte di Cassazione conferma la condanna per omicidio stradale a carico di un automobilista che, effettuando una manovra di retromarcia su una strada ripida, aveva investito e ucciso un’anziana con difficoltà deambulatorie. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile, stabilendo che la condotta del conducente fosse colposa e l’evento prevedibile. La presenza di un pedone, anche durante una manovra di retromarcia, non costituisce un evento eccezionale tale da interrompere il nesso di causalità. Viene inoltre confermata l’impossibilità di accedere alla messa alla prova per questo tipo di reato.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omicidio Stradale in Retromarcia: la Prevedibilità dell’Evento è la Chiave della Colpa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1734 del 2024, si è pronunciata su un caso di omicidio stradale in retromarcia, offrendo importanti chiarimenti sui concetti di nesso di causalità, prevedibilità dell’evento e colpa del conducente. La decisione conferma la condanna di un automobilista per aver investito e ucciso una donna anziana durante una manovra in retromarcia, ribadendo i rigorosi doveri di prudenza che gravano su chi si mette alla guida.

I Fatti del Caso: Un Tragico Incidente in Retromarcia

I fatti risalgono ad aprile 2018, quando un automobilista, alla guida di un’autovettura, stava percorrendo in retromarcia una via caratterizzata da una forte pendenza e pavimentazione irregolare. Durante la manovra, investiva con la parte posteriore del veicolo una signora anziana che attraversava la strada a piedi, aiutandosi con una stampella. L’impatto risultava fatale per la donna.
L’automobilista, in stato di shock, riferiva di aver avvertito un ostacolo, di aver proseguito per qualche metro in avanti e, solo dopo essere stato allertato, di essersi reso conto della tragedia. I rilievi successivi confermavano la dinamica dell’investimento.

L’Iter Processuale e i Motivi del Ricorso

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano riconosciuto la colpevolezza dell’imputato per il reato di cui all’art. 589-bis del codice penale (omicidio stradale). La difesa, tuttavia, proponeva ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Errata valutazione del nesso di causalità: Si sosteneva che l’evento fosse dovuto a una condotta imprevedibile della vittima, la quale, a causa dei suoi problemi di deambulazione, sarebbe caduta improvvisamente a terra, configurando una causa eccezionale e atipica, tale da interrompere il legame causale con la manovra del conducente.
2. Mancata ammissione alla messa alla prova: La difesa sollevava una questione di legittimità costituzionale riguardo all’esclusione del reato di omicidio stradale (non aggravato) dall’ambito di applicazione della sospensione del procedimento con messa alla prova.
3. Errata determinazione della sanzione accessoria: Si contestava la durata della sospensione della patente di guida, ritenuta sproporzionata.

Omicidio Stradale in Retromarcia: l’Analisi della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure difensive con argomentazioni chiare e precise.

La Prevedibilità dell’Evento e la Causalità della Colpa

Il cuore della decisione riguarda il primo motivo di ricorso. I giudici hanno stabilito che la ricostruzione dei fatti operata dai tribunali di merito era logica e coerente. La condotta della vittima non poteva essere considerata un evento eccezionale, imprevedibile e atipico. Al contrario, ogni conducente ha l’obbligo di prevedere le possibili imprudenze e le difficoltà degli altri utenti della strada, specialmente dei pedoni, e di adottare tutte le cautele necessarie per evitare danni.

Effettuare una retromarcia su una strada in pendenza, con scarsa visibilità e fondo irregolare, impone un grado di attenzione massima. La presenza di un pedone sul percorso è un’eventualità del tutto prevedibile. Pertanto, l’evento dannoso non è stato causato da un fatto eccezionale, ma è la diretta conseguenza della violazione da parte del conducente delle ordinarie regole di diligenza e prudenza, oltre che delle specifiche norme del Codice della Strada.

La Questione della “Messa alla Prova” per l’Omicidio Stradale

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha richiamato una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 146/2023), la quale ha già stabilito che la scelta del legislatore di escludere l’omicidio stradale dalla messa alla prova (sulla base della pena edittale) è legittima e non viola i principi costituzionali. Questa scelta discrezionale del legislatore non è stata modificata neanche dalla recente Riforma Cartabia.

La Sanzione Accessoria della Sospensione della Patente

Infine, la Corte ha ritenuto che la durata della sospensione della patente fosse stata adeguatamente motivata dai giudici di merito in relazione alla gravità e alla pericolosità della condotta tenuta dall’imputato, respingendo anche quest’ultima doglianza.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi consolidati in materia di circolazione stradale. La responsabilità del conducente non viene meno se non di fronte a un comportamento del pedone che si ponga come causa eccezionale e atipica, imprevista e imprevedibile, dell’evento. In questo caso, l’attraversamento di una persona anziana con una stampella non possiede tali caratteristiche. Il conducente, violando le norme cautelari (generiche e specifiche), ha posto in essere la condizione necessaria per il verificarsi del sinistro. La sua colpa risiede nel non aver previsto e agito per evitare un rischio assolutamente prevedibile. La decisione sull’inammissibilità della messa alla prova si allinea alla giurisprudenza costituzionale, confermando la volontà del legislatore di mantenere un regime più severo per questo tipo di reati.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per la sicurezza stradale: la prevedibilità è il metro della colpa. Chi guida un veicolo, specialmente in manovre complesse come la retromarcia, ha il dovere di considerare la possibile presenza di altri utenti vulnerabili e di agire con la massima prudenza. La tesi della “fatalità” o dell’evento imprevedibile può essere accolta solo in circostanze realmente eccezionali, che non ricorrevano nel caso di specie. Per gli operatori del diritto, la pronuncia conferma l’orientamento rigoroso della giurisprudenza in materia di omicidio stradale e chiarisce, ancora una volta, i limiti di accesso a istituti deflattivi come la messa alla prova.

La condotta di un pedone può essere considerata un evento imprevedibile tale da escludere la colpa del conducente in un caso di omicidio stradale in retromarcia?
No, secondo la sentenza, la condotta del pedone esclude la responsabilità del conducente solo se si pone come causa eccezionale, atipica, imprevista e imprevedibile dell’evento. La presenza di un pedone, anche anziano e con difficoltà motorie, su un percorso stradale è un evento prevedibile che il conducente ha l’obbligo di considerare, adottando la massima prudenza.

È possibile accedere all’istituto della “messa alla prova” per il reato di omicidio stradale?
No. La Corte di Cassazione, richiamando una precedente pronuncia della Corte Costituzionale, ha confermato che la scelta del legislatore di escludere il reato di omicidio stradale dall’ambito di applicazione della messa alla prova, sulla base della pena edittale prevista, è legittima e non viola la Costituzione.

Come viene giustificata la durata della sanzione accessoria della sospensione della patente?
La durata della sospensione della patente viene determinata dai giudici di merito tenendo conto della gravità e della pericolosità della condotta del conducente. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la decisione fosse assistita da argomentazioni adeguate a giustificare la scelta operata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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