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Omicidio stradale: il sorpasso a destra è aggravante

La Corte di Cassazione conferma la condanna per omicidio stradale a un motociclista che, effettuando un sorpasso a destra in prossimità di un attraversamento pedonale, aveva investito e ucciso una donna. La sentenza chiarisce la natura di aggravante di tale manovra e rigetta le censure della difesa sulla ricostruzione dei fatti, sottolineando l’imprudenza della condotta e la violazione delle norme sulla circolazione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omicidio Stradale: Quando il Sorpasso a Destra Diventa un’Aggravante Decisiva

L’omicidio stradale è una fattispecie di reato che impone una riflessione costante sulle condotte di guida e sulle loro tragiche conseguenze. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 45826/2024) ha affrontato un caso emblematico, confermando la condanna di un motociclista e fornendo importanti chiarimenti sull’applicazione dell’aggravante legata al sorpasso in prossimità di attraversamenti pedonali. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia per comprendere meglio i principi di diritto applicati.

I Fatti: la Dinamica dell’Incidente Mortale

Nella notte del 30 luglio 2016, in una nota località turistica, un giovane alla guida di uno scooter procedeva a velocità non adeguata alle condizioni del traffico. In prossimità di un attraversamento pedonale, effettuava una repentina manovra di sorpasso a destra di un altro motoveicolo che lo precedeva. Durante questa manovra, investiva una donna intenta ad attraversare la strada. La vittima riportava traumi gravissimi che ne causavano il decesso alcuni giorni dopo.

La Corte d’Appello, riformando parzialmente la sentenza di primo grado, aveva riconosciuto la sussistenza della circostanza aggravante prevista dall’art. 589-bis, comma 5, n. 3 del codice penale, rideterminando la pena in 4 anni di reclusione e confermando le sanzioni accessorie della revoca della patente e dell’interdizione dai pubblici uffici.

Il Ricorso in Cassazione: i Motivi della Difesa

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basato su dieci motivi. La difesa ha contestato principalmente:
1. La ricostruzione della dinamica dell’incidente: secondo il ricorrente, vi era stato un travisamento della prova riguardo alla presenza di altri veicoli e pedoni, al punto esatto dell’attraversamento della vittima, alla velocità del motociclo e alla natura della manovra di sorpasso.
2. L’applicazione dell’aggravante: la difesa sosteneva che la manovra dovesse essere considerata un mero “superamento” e non un “sorpasso”, data la conformazione della strada (senso unico), e che fosse avvenuta a distanza di sicurezza dalle strisce pedonali.
3. La valutazione della consulenza tecnica di parte: si lamentava che la Corte non avesse adeguatamente considerato le conclusioni del consulente della difesa, che indicava una velocità inferiore e una dinamica diversa.
4. Il nesso di causa: la difesa riteneva non sufficientemente motivato il legame causale tra la condotta dell’imputato e l’evento, sostenendo che l’incidente si sarebbe verificato comunque.

Omicidio Stradale e Aggravante del Sorpasso: la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo i motivi infondati e, in parte, inammissibili. La sentenza offre spunti di riflessione cruciali su diversi aspetti del reato di omicidio stradale.

La Ricostruzione dei Fatti e la Valutazione delle Prove

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una nuova valutazione del merito. I giudici non possono sostituire la propria valutazione delle prove a quella, logica e coerente, operata dai giudici di primo e secondo grado. Nel caso di specie, la ricostruzione dei fatti (presenza di traffico, impatto avvenuto nelle immediate vicinanze delle strisce, velocità eccessiva) era stata fondata su plurimi elementi probatori (testimonianze, rilievi, dati planimetrici, video) che, letti congiuntamente, fornivano un quadro coerente e non manifestamente illogico. I tentativi della difesa di proporre una lettura alternativa sono stati considerati inammissibili.

La Differenza tra Sorpasso e Superamento

Un punto centrale della decisione riguarda la qualificazione della manovra. Il Codice della Strada (art. 148) definisce il sorpasso come la manovra con cui un veicolo ne supera un altro in movimento o fermo. Di norma, deve avvenire a sinistra. Il sorpasso a destra è consentito solo in casi eccezionali, che non ricorrevano nella fattispecie. La Corte ha chiarito che il concetto di “superamento” in parallelo è applicabile solo in condizioni di traffico intenso con marcia per file parallele, situazione diversa da quella dell’incidente.

le motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto la condotta dell’imputato una violazione palese e grave delle norme cautelari. La manovra di sorpasso a destra, effettuata in prossimità di un attraversamento pedonale e superando un veicolo che stava rallentando, è stata correttamente qualificata come aggravante ai sensi dell’art. 589-bis c.p. La Corte ha precisato che l’aggravante si applica non solo quando il sorpasso avviene esattamente sulle strisce, ma anche nelle loro vicinanze, in conformità con la ratio della norma, che è quella di tutelare la sicurezza dei pedoni in aree a loro dedicate.

I giudici hanno inoltre respinto le critiche sulla valutazione del nesso causale. La motivazione della Corte d’Appello era stata chiara: una condotta di guida rispettosa delle norme – ovvero una velocità moderata e l’astensione dal sorpasso a destra – avrebbe impedito il verificarsi dell’evento. Il giudizio controfattuale ha quindi dato esito positivo, confermando la piena responsabilità dell’imputato per l’omicidio stradale.

le conclusioni

Questa sentenza ribadisce la severità con cui l’ordinamento giuridico tratta le violazioni del Codice della Strada che portano a conseguenze letali. Sottolinea che il sorpasso in prossimità di attraversamenti pedonali è una condotta di per sé estremamente pericolosa e, se causa di un incidente mortale, integra una specifica circostanza aggravante del reato di omicidio stradale. Inoltre, conferma che la valutazione dei fatti e delle prove è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non può essere rimessa in discussione in sede di legittimità, se non in presenza di vizi logici macroscopici o di travisamenti evidenti, non riscontrati nel caso esaminato.

Quando un sorpasso vicino a un attraversamento pedonale configura l’aggravante per l’omicidio stradale?
La Corte ha stabilito che l’aggravante si configura quando un conducente sorpassa un altro veicolo che ha rallentato o si è fermato per consentire l’attraversamento dei pedoni. La norma si applica non solo se la manovra avviene esattamente sulle strisce, ma anche nelle loro immediate vicinanze, poiché lo scopo è proteggere i pedoni in quella zona di pericolo.

Come distingue la legge il ‘sorpasso’ dal semplice ‘superamento’ di un altro veicolo?
Il sorpasso, secondo l’art. 148 del Codice della Strada, è la manovra con cui si oltrepassa un altro utente della strada e, di regola, va effettuato a sinistra. Il semplice ‘superamento’, inteso come marcia per file parallele, è consentito solo in condizioni di traffico denso e canalizzato in più corsie, circostanza non presente nel caso di specie.

Può la difesa contestare in Cassazione la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito?
No, di regola la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. La difesa può contestare la ricostruzione dei fatti solo se dimostra un ‘travisamento della prova’, cioè che il giudice ha basato la sua decisione su una prova inesistente o palesemente fraintesa, cosa che in questo caso non è avvenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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