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Omesso versamento: quando decorre la prescrizione?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per l’omesso versamento dei contributi previdenziali. La sentenza chiarisce un punto fondamentale sul calcolo della prescrizione, stabilendo che il termine decorre non dall’ultima omissione, ma dalla scadenza per il versamento dell’ultima mensilità, fissata al 16 gennaio dell’anno successivo. Questo principio rende più certo il calcolo dei tempi per l’estinzione del reato.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omesso versamento dei contributi: la Cassazione stabilisce il dies a quo per la prescrizione

L’omesso versamento delle ritenute previdenziali è un reato che può avere serie conseguenze per gli imprenditori. Comprendere i termini della prescrizione è cruciale per la difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo su quale sia il momento esatto da cui inizia a decorrere il tempo per l’estinzione del reato, il cosiddetto dies a quo.

I fatti di causa

Il caso riguarda un imprenditore, titolare di un’azienda, condannato in primo grado dal Tribunale per aver omesso di versare all’INPS le ritenute previdenziali operate sulle retribuzioni dei suoi dipendenti per un periodo che andava dal 2011 al 2012, per un importo complessivo di oltre 44.000 euro.

In sede di appello, la Corte territoriale aveva parzialmente riformato la sentenza. Aveva infatti dichiarato prescritti i reati commessi fino a marzo 2011, riducendo di conseguenza la pena, ma confermando la condanna per le omissioni relative al periodo tra luglio e dicembre 2012.

L’imprenditore ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che anche i reati residui, relativi al 2012, si fossero ormai prescritti. Il nucleo della sua difesa si basava sull’individuazione del dies a quo della prescrizione, che, a suo dire, doveva coincidere con l’ultimo mese dell’omissione contestata, ovvero dicembre 2012.

La questione giuridica e l’omesso versamento

La questione giuridica sottoposta alla Suprema Corte era netta: quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di omesso versamento dei contributi? La difesa sosteneva una data antecedente, legata alla commissione materiale dell’ultima omissione. La Corte d’appello, invece, aveva seguito un calcolo differente, ritenendo non ancora maturato il termine.

La risoluzione di questo dilemma ha un impatto pratico enorme, poiché spostare in avanti di alcuni mesi l’inizio del calcolo può determinare la differenza tra una condanna e l’estinzione del reato per prescrizione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato, confermando la correttezza del ragionamento seguito dai giudici d’appello.

Il punto centrale della motivazione risiede nella qualificazione giuridica del reato. L’omesso versamento delle ritenute previdenziali, secondo l’orientamento consolidato della giurisprudenza, è un “reato unitario a consumazione prolungata”. Questo significa che le diverse omissioni mensili nel corso dell’anno non costituiscono reati distinti, ma momenti esecutivi di un unico reato. La consumazione definitiva di questo reato unitario non coincide con l’ultima omissione, bensì con la scadenza del termine previsto per il versamento dell’ultima mensilità dell’anno.

La Corte ha quindi stabilito che, per le omissioni relative al periodo luglio-dicembre 2012, il reato si è definitivamente consumato il 16 gennaio 2013, data di scadenza per il versamento dei contributi di dicembre 2012. È da questa data, e non da dicembre 2012, che deve partire il calcolo della prescrizione.

Inoltre, la Corte ha ricordato che al calcolo vanno aggiunti ulteriori periodi:

1. Tre mesi di sospensione previsti dalla legge per consentire al datore di lavoro di saldare il debito ed evitare la punibilità.
2. L’aumento del termine di prescrizione (da 6 a 9 anni) a causa della recidiva specifica contestata all’imputato.
3. I periodi di sospensione del processo verificatisi durante il dibattimento (nel caso di specie, 413 giorni).

Sulla base di questo calcolo complesso, la Corte ha concluso che alla data della sentenza d’appello (18 aprile 2023) il termine di prescrizione non era ancora maturato. La data ultima è stata infatti individuata nel 3 agosto 2023.

Le conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per il reato di omesso versamento dei contributi. Il dies a quo per la prescrizione non è variabile, ma è ancorato a una data certa e fissa: il 16 gennaio dell’anno successivo a quello delle omissioni. Questa interpretazione offre una maggiore certezza del diritto e stabilisce un criterio univoco per tutti gli operatori, confermando che il reato si perfeziona non con la semplice omissione, ma con il mancato pagamento entro il termine ultimo stabilito dalla legge. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e l’imprenditore condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Qual è il reato contestato nel caso di specie?
Il reato è l’omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori, previsto dall’art. 2, comma 1-bis, del d.l. n. 463 del 1983.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per il reato di omesso versamento dei contributi?
La prescrizione inizia a decorrere dalla scadenza del termine previsto per il versamento dell’ultima mensilità omessa nell’anno di riferimento, ovvero il 16 gennaio dell’anno successivo. A questo termine si aggiungono poi eventuali periodi di sospensione previsti dalla legge o dal processo.

Perché il ricorso dell’imprenditore è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. La Corte di Cassazione ha stabilito che il calcolo della prescrizione effettuato dalla Corte d’appello era corretto, poiché partiva dal 16 gennaio 2013. Tenendo conto degli aumenti per la recidiva e delle sospensioni processuali, il reato non era ancora prescritto al momento della condanna in appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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