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Omesso versamento IVA: prescrizione e confisca

Un imprenditore, condannato per omesso versamento IVA per oltre 277.000 euro, ha visto il suo reato estinguersi per prescrizione dalla Corte di Cassazione. La sentenza annulla la condanna ma conferma la confisca diretta del profitto del reato, revocando quella per equivalente. Viene inoltre stabilito un principio importante: il superamento della soglia di punibilità non esclude a priori l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omesso versamento IVA: Prescrizione del Reato e Sorte della Confisca

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5658 del 2024, torna su un tema di grande attualità per imprenditori e professionisti: le conseguenze dell’omesso versamento IVA. La pronuncia offre chiarimenti cruciali sulla prescrizione del reato, sulla possibilità di invocare la particolare tenuità del fatto anche sopra soglia e, soprattutto, sulla sorte della confisca quando il reato si estingue per il decorso del tempo.

I Fatti del Caso: L’omissione del versamento IVA

Il caso riguarda l’amministratore di una società, condannato in primo e secondo grado per non aver versato l’IVA dovuta per l’anno d’imposta 2013, per un importo di circa 277.000 euro. L’imputato, tramite la sua difesa, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la mancata considerazione delle difficoltà finanziarie dell’azienda e l’errata esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

L’Appello e i Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha articolato il ricorso su quattro punti principali:
1. Stato di necessità: Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse ingiustamente ignorato la crisi finanziaria della società come causa di forza maggiore.
2. Particolare tenuità del fatto: Si contestava la decisione dei giudici di merito di escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. solo perché l’importo evaso superava la soglia di rilevanza penale.
3. Trattamento sanzionatorio: Si lamentava una carenza di motivazione sulla pena inflitta.
4. Confisca: Si contestava la legittimità della confisca per equivalente disposta a carico dell’imputato.

La Decisione della Cassazione sull’omesso versamento IVA

La Suprema Corte ha analizzato i motivi del ricorso, giungendo a una decisione complessa che, pur dichiarando l’estinzione del reato, ha fissato paletti importanti.

La Crisi Finanziaria non è una Scusante Automatica

Il primo motivo è stato respinto. La Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato: la crisi di liquidità non costituisce una scusante (o ‘forza maggiore’), a meno che non sia dovuta a fattori imprevedibili ed eccezionali, esterni al normale rischio d’impresa. L’imprenditore deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per adempiere all’obbligo fiscale, anche attingendo al proprio patrimonio personale.

Particolare Tenuità del Fatto anche sopra la Soglia di Punibilità

Sul secondo punto, invece, la Corte ha dato ragione al ricorrente. I giudici hanno affermato che il superamento della soglia di punibilità prevista dalla legge non impedisce, in automatico, al giudice di valutare se il fatto, nel suo complesso, possa essere considerato di ‘particolare tenuità’. La Corte d’Appello aveva errato nel creare un automatismo non previsto dal legislatore, affermando che la presenza di una soglia escludesse in radice tale valutazione. Questo motivo di ricorso è stato quindi ritenuto fondato.

Le motivazioni: Prescrizione e la Distinzione tra Confisca Diretta ed Equivalente

Il punto decisivo della sentenza è l’intervenuta prescrizione. La Corte ha rilevato che, dal momento della commissione del reato (dicembre 2014), era trascorso il termine massimo di prescrizione. Questo ha portato all’annullamento della sentenza di condanna senza necessità di un nuovo processo. Tale esito, tuttavia, non ha cancellato tutte le conseguenze patrimoniali.

La Cassazione ha operato una distinzione fondamentale:
* Confisca per equivalente: Viene revocata. La Corte ha applicato un recente principio delle Sezioni Unite, secondo cui le norme che permettono la confisca per equivalente anche in caso di prescrizione non sono retroattive. Poiché il reato era stato commesso prima dell’entrata in vigore di tali norme, questa forma di confisca non poteva essere mantenuta.
* Confisca diretta: Viene confermata. A differenza della precedente, la confisca diretta del profitto del reato tributario è considerata una misura obbligatoria. La sua applicazione, secondo la Corte, non è in contrasto né con la dichiarazione di prescrizione né con l’eventuale applicabilità della ‘particolare tenuità del fatto’. Pertanto, lo Stato può ancora procedere al recupero delle somme corrispondenti all’IVA non versata direttamente dal patrimonio della società.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre tre importanti lezioni pratiche. Primo, la crisi di liquidità è una difesa molto difficile da sostenere nei reati tributari. Secondo, la porta per l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto resta aperta anche per evasioni di poco superiori alla soglia, richiedendo una valutazione caso per caso. Terzo, e più importante, la prescrizione del reato non salva automaticamente il patrimonio: mentre la confisca per equivalente sui beni personali dell’amministratore può essere revocata per reati passati, la confisca diretta del profitto, ovvero l’imposta evasa, rimane una misura efficace e applicabile.

La crisi di liquidità di un’azienda giustifica sempre l’omesso versamento dell’IVA?
No, non costituisce una scusante automatica. Secondo la Corte di Cassazione, la crisi finanziaria rileva come causa di ‘forza maggiore’ solo se non è frutto di scelte imprenditoriali e se l’imprenditore ha tentato di ovviarvi in ogni modo, anche attingendo al proprio patrimonio personale.

Se l’importo dell’IVA non versata supera la soglia di punibilità, si può comunque invocare la ‘particolare tenuità del fatto’?
Sì. La Corte ha stabilito che il superamento della soglia di punibilità non esclude a priori la possibilità per il giudice di valutare la particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La valutazione deve essere fatta caso per caso, considerando la condotta complessiva e l’entità dell’offesa.

In caso di prescrizione del reato di omesso versamento IVA, cosa succede alla confisca?
La Corte distingue: la confisca per equivalente (sui beni dell’imputato) viene revocata per i reati commessi prima dell’entrata in vigore delle norme che la consentono nonostante la prescrizione. La confisca diretta del profitto del reato (cioè l’imposta non versata), invece, viene confermata perché considerata obbligatoria e compatibile con l’estinzione del reato per prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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