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Omesso esame del reclamo: la Cassazione chiarisce

Un detenuto ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando che il Tribunale di sorveglianza non aveva esaminato la sua richiesta di risarcimento per un determinato periodo di carcerazione. La Corte Suprema ha accolto il ricorso, riconoscendo il vizio di omesso esame, poiché il giudice di merito aveva erroneamente valutato un periodo diverso da quello oggetto del reclamo. Di conseguenza, l’ordinanza impugnata è stata annullata con rinvio.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omesso esame del reclamo: quando la decisione del giudice è nulla

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale: il giudice ha il dovere di pronunciarsi su tutti i motivi di doglianza sollevati dalle parti. In caso contrario, il provvedimento è viziato per omesso esame e deve essere annullato. Questo caso specifico riguarda un reclamo presentato da un detenuto avverso una decisione del Magistrato di sorveglianza, ma il principio ha una valenza generale e garantisce il diritto a una tutela giurisdizionale completa ed effettiva.

I Fatti del Caso

Un detenuto aveva presentato una domanda di risarcimento ai sensi dell’art. 35-ter dell’Ordinamento Penitenziario. Il Magistrato di sorveglianza aveva respinto la domanda relativa al periodo di carcerazione sofferto fino al 15 aprile 2021. L’interessato, tramite il suo difensore, ha presentato reclamo al Tribunale di sorveglianza, specificando che la sua contestazione riguardava il periodo di detenzione successivo al 15 aprile 2021, per il quale il Magistrato aveva ebenfalls respinto la richiesta di indennizzo.

Tuttavia, il Tribunale di sorveglianza, nel decidere sul reclamo, ha erroneamente valutato il periodo di carcerazione precedente al 15 aprile 2021, e non quello successivo, che era l’unico oggetto dell’impugnazione. Di fronte a questa decisione, il detenuto ha proposto ricorso per cassazione, denunciando appunto il vizio di omesso esame.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini hanno constatato che il Tribunale di sorveglianza non si era effettivamente pronunciato sull’oggetto del reclamo. L’impugnazione era chiaramente volta a contestare il diniego del risarcimento per il periodo di detenzione decorrente dal 15 aprile 2021, mentre il Tribunale aveva motivato la sua decisione di rigetto basandosi sul periodo precedente. Questa discrepanza tra quanto richiesto e quanto deciso integra pienamente il vizio di cui all’art. 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale.

Le Motivazioni: l’errore sull’oggetto del reclamo e l’omesso esame

La motivazione della Corte è lineare e ineccepibile. Il vizio di omesso esame si configura quando il giudice ignora completamente una delle censure o delle richieste formulate dalla parte. Nel caso di specie, il Tribunale di sorveglianza è incorso in un evidente errore di percezione, concentrandosi su una questione (il periodo detentivo pre-15 aprile 2021) che non era stata devoluta alla sua cognizione tramite il reclamo. Di conseguenza, la questione effettivamente sollevata (il periodo successivo al 15 aprile 2021) è rimasta priva di una valutazione di merito.

La Corte di Cassazione, agendo come giudice di legittimità, non può entrare nel merito della vicenda, ma ha il compito di assicurare la corretta applicazione delle norme processuali. Constatato che il Tribunale di sorveglianza non ha adempiuto al suo dovere di esaminare il reclamo nella sua interezza, la Corte non ha potuto fare altro che annullare l’ordinanza impugnata e rinviare gli atti allo stesso Tribunale per una nuova e corretta valutazione.

Conclusioni: L’importanza di una valutazione completa

Questa sentenza ribadisce l’importanza del principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato. Ogni parte di un procedimento ha il diritto di vedere esaminate le proprie ragioni in modo completo e pertinente. Un omesso esame, anche se derivante da una mera svista, costituisce una violazione di tale diritto e rende il provvedimento invalido. La decisione della Cassazione, annullando l’ordinanza e disponendo un nuovo giudizio, garantisce che il ricorrente ottenga finalmente una risposta giurisdizionale sul punto specifico della sua doglianza, tutelando così l’integrità del processo e il diritto di difesa.

Qual è stato l’errore commesso dal Tribunale di sorveglianza?
Il Tribunale di sorveglianza ha erroneamente valutato un periodo di detenzione (quello antecedente al 15 aprile 2021) diverso da quello che era stato specificamente indicato come oggetto del reclamo (quello successivo al 15 aprile 2021).

Perché la Corte di Cassazione ha considerato fondato il ricorso?
La Corte ha accolto il ricorso perché ha ravvisato un vizio di “omesso esame”, in quanto il Tribunale di sorveglianza non si è pronunciato sulla questione effettivamente sollevata dal reclamante, decidendo invece su un punto che non era oggetto di impugnazione.

Qual è la conseguenza giuridica dell’omesso esame in questo caso?
La conseguenza è l’annullamento dell’ordinanza impugnata. Il procedimento viene rinviato allo stesso Tribunale di sorveglianza, che dovrà riesaminare il reclamo e pronunciarsi correttamente sul periodo di detenzione che ne costituiva l’oggetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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