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Omesso esame appello: la Cassazione annulla la condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che aveva condannato due imputati al risarcimento del danno. La decisione è basata su un grave vizio procedurale: l’omesso esame dell’appello presentato dagli imputati. La Cassazione ha riscontrato che l’atto di impugnazione, regolarmente trasmesso, non era stato valutato, ledendo così il diritto di difesa. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omesso esame appello: la Cassazione annulla la sentenza per vizio procedurale

Il rispetto delle regole procedurali è un pilastro fondamentale del nostro sistema giudiziario, garanzia di un processo equo per tutte le parti coinvolte. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, annullando una condanna a causa di un grave errore: l’omesso esame appello presentato dagli imputati. Questo caso evidenzia come un vizio di forma possa essere tanto determinante quanto un errore nel merito della questione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’accusa per il reato previsto dall’art. 392 del codice penale. In primo grado, gli imputati erano stati assolti per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis c.p., una formula che riconosce la sussistenza del reato ma esclude la punibilità per la sua scarsa gravità.

La parte civile, non soddisfatta dall’esito, proponeva appello, che veniva accolto dalla Corte d’Appello di Messina. Quest’ultima, pur confermando l’assoluzione penale, condannava gli imputati al risarcimento del danno in favore della parte civile, da liquidarsi in un separato giudizio.

Il Motivo del Ricorso: L’omesso esame appello

Contro la decisione della Corte d’Appello, gli imputati presentavano ricorso per cassazione, basandolo su un unico ma decisivo motivo. Essi lamentavano il mancato esame del loro atto di appello, regolarmente trasmesso tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) in data 2 settembre 2024. In tale atto, gli imputati non si limitavano a difendersi dall’appello della parte civile, ma argomentavano attivamente a favore della loro totale innocenza e dell’insussistenza stessa del fatto-reato. Nonostante la sua corretta presentazione, questo documento non era stato in alcun modo considerato dai giudici di secondo grado nella loro sentenza.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. Accedendo agli atti processuali, come consentito in presenza di un’eccezione di natura procedurale, i giudici supremi hanno potuto verificare l’effettiva esistenza dell’atto di impugnazione menzionato dai ricorrenti. Hanno constatato che tale documento non era stato valutato dalla Corte d’Appello, configurando così un palese vizio procedurale di omesso esame appello.

Questo errore, secondo la Corte, ha irrimediabilmente viziato la sentenza impugnata, poiché ha privato gli imputati del loro diritto di vedere le proprie argomentazioni difensive esaminate e considerate nel giudizio di secondo grado. La mancata valutazione delle ragioni esposte nell’appello ha comportato una violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa.

Le Conclusioni

In conseguenza del grave vizio riscontrato, la Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento della sentenza impugnata. Il caso è stato rinviato ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Messina per un nuovo giudizio, che dovrà svolgersi tenendo conto anche delle argomentazioni contenute nell’atto di appello originariamente ignorato. La decisione si estende anche agli effetti civili, che dovranno essere riconsiderati nel nuovo processo. Questa pronuncia riafferma un principio cardine: un giudizio non può essere giusto se non vengono ascoltate e vagliate tutte le ragioni delle parti. L’omissione di un atto processuale fondamentale, come un appello, rende la decisione invalida e impone la celebrazione di un nuovo processo.

Cosa succede se una Corte d’Appello non considera un atto di appello regolarmente presentato?
La sentenza emessa è viziata da un grave errore procedurale. La Corte di Cassazione, se investita della questione, annulla tale sentenza e rinvia il caso allo stesso tribunale, in diversa composizione, per un nuovo giudizio che tenga conto dell’atto precedentemente ignorato.

È possibile essere condannati al risarcimento del danno anche se si è stati assolti in sede penale?
Sì, è possibile. Come in questo caso, un’assoluzione per ‘particolare tenuità del fatto’ (art. 131-bis c.p.) estingue la punibilità penale ma non cancella l’illiceità del fatto, che può quindi essere fonte di responsabilità civile e obbligare l’autore a risarcire il danno alla vittima.

Cosa significa in pratica ‘annullamento con rinvio’?
Significa che la decisione della Corte di Cassazione non conclude il processo, ma lo fa ‘tornare indietro’. La sentenza precedente è annullata e una nuova Corte d’Appello dovrà riesaminare il caso dall’inizio, correggendo l’errore di procedura segnalato dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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