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Omessa dichiarazione IVA: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per omessa dichiarazione IVA. La decisione conferma la colpevolezza per aver superato la soglia di punibilità e il diniego delle attenuanti generiche, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omessa Dichiarazione IVA: Quando il Ricorso in Cassazione Diventa Inammissibile

L’omessa dichiarazione IVA è un reato tributario che può portare a conseguenze penali severe, inclusa la reclusione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti dell’impugnazione e le conseguenze di un ricorso presentato con motivi palesemente infondati. Analizziamo insieme questo caso per capire la posizione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Omessa Dichiarazione

La vicenda giudiziaria inizia con la condanna di un imprenditore da parte del Tribunale di Firenze. L’accusa è quella prevista dall’art. 5 del D.Lgs. 74/2000: omessa presentazione della dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2016.

Secondo l’accertamento, l’imprenditore aveva realizzato operazioni imponibili per oltre 524.000 euro, generando un’IVA dovuta di circa 115.400 euro, che però non era stata né dichiarata né versata. Il Tribunale lo ha condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione, oltre a pene accessorie e alla confisca del profitto del reato, pari all’imposta evasa.

L’Appello e il Ricorso in Cassazione

La Corte di Appello di Firenze ha successivamente confermato integralmente la sentenza di primo grado. Nonostante la doppia condanna, l’imprenditore ha deciso di proseguire la sua battaglia legale, proponendo ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso erano principalmente due:

1. Errata valutazione del superamento della soglia di punibilità: La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero sbagliato nel calcolare l’imposta evasa, ritenendo non superata la soglia che fa scattare il reato.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava l’erronea applicazione della legge per non aver concesso le circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto ridurre la pena.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Omessa Dichiarazione IVA

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso e li ha giudicati entrambi manifestamente infondati, dichiarando di conseguenza il ricorso inammissibile.

Sul primo punto, la Suprema Corte ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse motivato in modo logico e giuridicamente corretto il superamento della soglia di punibilità. Il dato di fatto, non contestato nel merito, era l’omessa presentazione della dichiarazione a fronte di un’IVA evasa di oltre 115.000 euro, importo ben superiore al limite di legge. Pertanto, il motivo di ricorso è stato considerato privo di qualsiasi fondamento.

Anche il secondo motivo, relativo alle attenuanti, è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la decisione dei giudici di merito di negare le attenuanti generiche era ben motivata dall’assenza di elementi favorevoli all’imputato. La concessione di tali attenuanti non è un atto dovuto, ma una valutazione discrezionale del giudice, che in questo caso era stata esercitata correttamente.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è inammissibile e non vi sono elementi per ritenere che sia stato proposto senza colpa, il ricorrente viene condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma alla Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000 euro. La decisione finale della Cassazione rende quindi definitiva la condanna inflitta nei gradi di merito, con tutte le relative conseguenze penali e patrimoniali.

Per quale reato è stato condannato l’imputato?
È stato condannato per il reato di omessa dichiarazione, previsto dall’art. 5 del D.Lgs. n. 74 del 2000, per non aver presentato la dichiarazione IVA relativa all’anno d’imposta 2016, evadendo un’imposta di circa 115.402 euro.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso manifestamente infondati. Il superamento della soglia di punibilità era un dato di fatto non contestato e la decisione di non concedere le attenuanti generiche era stata adeguatamente motivata dalla Corte d’Appello con l’assenza di elementi favorevoli all’imputato.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata equitativamente fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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