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Omessa denuncia di reato: doveri del curatore

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12154 del 2024, ha confermato la condanna di un curatore fallimentare per il reato di omessa denuncia di reato. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile poiché il professionista, pur essendo a conoscenza di gravi illeciti finanziari commessi dall’amministratore della società fallita, ha ritardato ingiustificatamente la segnalazione all’autorità giudiziaria. La Corte ha sottolineato che l’obbligo di denuncia sorge non appena il pubblico ufficiale ha elementi sufficienti per desumere la probabile commissione di un reato, e un ritardo compromette l’efficacia delle indagini.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omessa Denuncia di Reato: la Cassazione sui Doveri del Curatore Fallimentare

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 12154/2024, si è pronunciata su un caso di omessa denuncia di reato a carico di un curatore fallimentare. Questa decisione ribadisce la natura di pubblico ufficiale del curatore e chiarisce il momento esatto in cui sorge il suo obbligo di segnalare i reati scoperti nell’esercizio delle sue funzioni. La pronuncia offre importanti spunti di riflessione sui doveri di diligenza e tempestività richiesti a chi ricopre tale delicato incarico.

I Fatti di Causa

Un curatore fallimentare veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 361 c.p. (omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale). Nello specifico, gli veniva contestato di aver ritardato la denuncia di illeciti penali, in particolare l’appropriazione di ingenti somme (oltre 250.000 euro) da parte dell’amministratore di una società fallita.

La Corte di Appello, pur dichiarando la prescrizione per tre dei quattro episodi contestati, confermava la condanna per l’ultimo, relativo al fallimento di una s.r.l. Secondo i giudici di merito, il curatore era venuto a conoscenza degli elementi costitutivi del reato molto prima di depositare la relazione formale, come richiesto dalla legge fallimentare. Dagli atti, infatti, emergeva che già al momento della formazione dello stato passivo, mesi prima della denuncia, la documentazione bancaria e contabile in suo possesso rivelava in modo evidente la condotta illecita dell’amministratore. Di fronte a questa decisione, il curatore proponeva ricorso per Cassazione.

La Decisione della Cassazione e l’omessa denuncia di reato

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno confermato l’interpretazione dei giudici di merito, ritenendo la motivazione della sentenza d’appello logica e coerente.

L’obbligo di denuncia del curatore fallimentare

Il punto centrale della sentenza è la qualifica del curatore fallimentare come pubblico ufficiale. Da questa qualifica discende l’obbligo di denunciare senza ritardo i reati perseguibili d’ufficio di cui venga a conoscenza. La Corte ha specificato che l’obbligo non sorge al momento della stesura della relazione finale, ma non appena il professionista dispone di ‘elementi sufficientemente affidabili da indurre a ritenere la sussistenza di elementi da cui desumere la commissione probabile di un reato’.
Nel caso specifico, la conoscenza degli estratti conto e delle scritture contabili, che mostravano prelievi ingiustificati per oltre 250.000 euro, era un fatto che imponeva una segnalazione immediata. Attendere quasi un anno e mezzo, fino al deposito della relazione formale, è stato considerato un ritardo colpevole che integra pienamente il delitto di omessa denuncia di reato.

Le altre censure respinte

La Cassazione ha respinto anche gli altri motivi di ricorso:

* Particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): La Corte ha ritenuto inapplicabile tale causa di non punibilità a causa della gravità oggettiva del reato, aggravata dalla pluralità di episodi contestati. La condotta del curatore ha messo concretamente in pericolo la possibilità per l’autorità giudiziaria di perseguire efficacemente gravi reati economici.
* Attenuanti generiche e non menzione: Anche queste richieste sono state negate. L’incensuratezza dell’imputato non è stata ritenuta sufficiente a fronte della particolare gravità dei fatti. La Corte ha sottolineato come la tempestività delle indagini sia un elemento fondamentale per l’accertamento di reati economici.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sul principio che l’inammissibilità del ricorso, dovuta alla manifesta infondatezza dei motivi, preclude la possibilità di esaminare cause di non punibilità sopravvenute, come la prescrizione. Il ricorso inammissibile non instaura un valido rapporto processuale. La Corte ha ribadito che il delitto di omessa denuncia si perfeziona con la condotta del pubblico ufficiale che, pur avendo gli elementi per individuare un reato, omette o ritarda la segnalazione. La decisione della Corte d’Appello è stata ritenuta immune da vizi logici, avendo correttamente ancorato la conoscenza del fatto illecito a un momento ben precedente alla denuncia formale, rendendo il ritardo ingiustificato e penalmente rilevante. La valutazione sulla gravità del fatto, che ha escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. e la concessione delle attenuanti, è stata giudicata corretta e insindacabile in sede di legittimità, in quanto basata su una valutazione complessiva della condotta e delle sue conseguenze.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un monito importante per tutti i professionisti che ricoprono incarichi pubblici, come i curatori fallimentari. L’obbligo di denuncia è un dovere stringente che non ammette dilazioni tattiche o negligenze. La conoscenza di elementi che configurano un possibile reato impone un’azione immediata. Ritardare la segnalazione non solo costituisce un illecito penale, ma compromette anche l’amministrazione della giustizia, specialmente nel campo dei reati economici, dove il fattore tempo è cruciale per il successo delle indagini. La decisione della Cassazione rafforza il ruolo di garanzia e legalità che il curatore è chiamato a svolgere all’interno delle procedure concorsuali.

Quando sorge per un curatore fallimentare l’obbligo di denuncia di un reato?
L’obbligo di denuncia sorge non appena il curatore, in qualità di pubblico ufficiale, ha conoscenza di elementi sufficientemente affidabili per desumere la probabile commissione di un reato perseguibile d’ufficio. Non è necessario attendere la stesura della relazione formale per procedere alla segnalazione.

Perché nel caso di specie non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha ritenuto che la gravità oggettiva del reato e la circostanza che fossero stati accertati ben quattro episodi di omessa denuncia a carico del curatore rendessero inapplicabile la causa di non punibilità. La condotta ha messo in pericolo la possibilità di perseguire efficacemente gravi reati economici.

Cosa succede se il reato si prescrive dopo la sentenza d’appello, ma il ricorso in Cassazione è inammissibile?
Se il ricorso per Cassazione è dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza dei motivi, non si forma un valido rapporto di impugnazione. Di conseguenza, la Corte non può rilevare e dichiarare l’eventuale prescrizione del reato maturata successivamente alla sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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