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Oltraggio pubblico ufficiale: quando è reato?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due persone condannate per oltraggio a pubblico ufficiale. La decisione conferma che per la configurabilità del reato è sufficiente la mera possibilità che l’offesa sia percepita da più persone presenti. È stata inoltre esclusa l’ipotesi di particolare tenuità del fatto a causa della reiterazione delle offese e delle minacce di aggressione fisica, confermando così la condanna.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Oltraggio a Pubblico Ufficiale: la Cassazione chiarisce i requisiti del reato

L’oltraggio a pubblico ufficiale è un reato che tutela l’onore e il prestigio della Pubblica Amministrazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 23348/2024, ha fornito importanti chiarimenti sui presupposti necessari perché tale reato si configuri, soffermandosi in particolare sul requisito della presenza di più persone e sulla non applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di condotte reiterate e minacciose.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna inflitta a due persone dalla Corte d’Appello per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale in concorso, previsto dagli articoli 110 e 341-bis del codice penale. Le imputate avevano pronunciato espressioni offensive nei confronti di alcuni agenti durante lo svolgimento delle loro funzioni. Avverso tale sentenza, le due condannate hanno proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata valutazione dei fatti e del diritto da parte del giudice di secondo grado.

La Decisione della Cassazione e i requisiti dell’oltraggio a pubblico ufficiale

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, ritenendoli generici e meramente riproduttivi di censure già correttamente esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. La decisione della Corte è fondamentale perché ribadisce, con solidi argomenti giuridici, i pilastri su cui si fonda l’accusa per questo specifico delitto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su due punti cardine:

1. La Presenza di Più Persone e la Percezione dell’Offesa

Perché si configuri il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, l’offesa deve avvenire in un luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone. La difesa sosteneva la mancanza di prova su questo punto. La Cassazione, al contrario, ha confermato la correttezza della sentenza impugnata, la quale aveva accertato che le frasi offensive erano state pronunciate alla presenza di diversi testimoni.

Il principio di diritto applicato è di notevole importanza: non è necessaria la prova che i presenti abbiano effettivamente udito e compreso il contenuto delle offese. È sufficiente, infatti, la mera possibilità della percezione dell’offesa da parte loro. Questo orientamento, già consolidato (Cass. n. 29406/2018), amplia la portata della tutela, valorizzando il potenziale danno al prestigio della funzione pubblica che l’offesa può generare nel contesto sociale in cui viene proferita.

2. L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. I giudici hanno ritenuto, in modo logico e coerente, che la condotta delle imputate non potesse essere considerata di lieve entità. A pesare su questa valutazione è stata la reiterazione delle offese e, soprattutto, il fatto che le parole offensive fossero accompagnate da minacce di aggressione fisica.

Questa circostanza ha dimostrato un’intensità del dolo e un grado di offensività tali da superare la soglia della tenuità, manifestando un disprezzo per l’autorità pubblica che il legislatore ha inteso sanzionare penalmente.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due principi fondamentali in materia di oltraggio a pubblico ufficiale:

1. Il requisito della presenza di più persone è integrato anche solo dalla potenziale percepibilità dell’offesa, senza che sia necessario dimostrare l’effettiva audizione da parte dei presenti.
2. La particolare tenuità del fatto non è applicabile quando la condotta, per modalità e ripetitività, come nel caso di offese reiterate e minacce fisiche, dimostra una significativa gravità e un’intensa volontà criminosa.

Questa decisione serve come monito: la critica all’operato dei pubblici ufficiali è legittima, ma non deve mai trascendere nell’offesa personale e gratuita, specialmente quando avviene in un contesto pubblico che amplifica il danno al prestigio delle istituzioni.

Quando un’offesa a un agente diventa reato di oltraggio a pubblico ufficiale?
L’offesa all’onore e al prestigio di un pubblico ufficiale costituisce reato quando è pronunciata in un luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, mentre l’ufficiale sta compiendo un atto del proprio ufficio.

È necessario che le altre persone presenti sentano effettivamente l’insulto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per la configurabilità del reato è sufficiente la mera possibilità che l’offesa venga percepita dalle persone presenti, non essendo richiesta la prova che l’abbiano effettivamente udita.

Perché in questo caso non è stata riconosciuta la particolare tenuità del fatto?
La particolare tenuità del fatto è stata esclusa perché le imputate non si sono limitate a un singolo episodio, ma hanno offeso ripetutamente i pubblici ufficiali, minacciando anche di aggredirli fisicamente. Tale comportamento è stato ritenuto di gravità tale da non poter essere considerato ‘tenue’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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