LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Oltraggio: basta la potenzialità che le offese si sentano

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 43028/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: per la configurazione del reato, non è necessario che le frasi offensive siano state effettivamente udite da terzi, ma è sufficiente la mera possibilità che ciò potesse accadere. Questa potenzialità, infatti, costituisce un aggravio psicologico per l’agente e lede il prestigio della pubblica amministrazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Oltraggio a Pubblico Ufficiale: Basta che le Offese Siano Udibili, non Udite

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione sul reato di oltraggio a pubblico ufficiale, stabilendo che per la sua configurazione è sufficiente la mera potenzialità che le espressioni offensive siano udite dai presenti, senza che sia necessario provarne l’effettivo ascolto. Questa decisione, che dichiara inammissibile il ricorso di un imputato, rafforza la tutela del prestigio e della serenità operativa dei funzionari pubblici.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro la Condanna per Oltraggio

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di oltraggio. Il motivo principale del ricorso si basava sulla tesi difensiva secondo cui le frasi offensive, rivolte a un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, non erano state effettivamente sentite dalle altre persone presenti sulla scena. Secondo il ricorrente, l’assenza di una prova concreta dell’ascolto da parte di terzi avrebbe dovuto escludere la sussistenza stessa del reato.

La Decisione della Corte e il Principio sull’Oltraggio a Pubblico Ufficiale

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa linea difensiva, definendo il motivo del ricorso come “manifestamente infondato”. I giudici hanno chiarito che la norma incriminatrice non richiede che le offese vengano concretamente percepite dai presenti. È invece sufficiente che sussista la possibilità che vengano udite. Questa interpretazione si fonda sulla natura stessa del reato, che non tutela solo l’onore del singolo funzionario, ma anche il prestigio e il corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che la sola potenzialità che le offese vengano udite costituisce un “aggravio psicologico” per il pubblico ufficiale. Questo stato di pressione può compromettere la sua prestazione, disturbarlo durante il compimento di un atto d’ufficio e fargli percepire un ambiente ostile, con conseguenze negative non solo per lui ma per l’intera amministrazione che rappresenta. In altre parole, il reato si perfeziona nel momento in cui l’azione offensiva crea una condizione ambientale avversa che va oltre le normali difficoltà operative. La Corte ha richiamato un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. n. 15440/2016) per sostenere la propria decisione, consolidando così un’interpretazione rigorosa della norma.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha disposto il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende, ritenuta congrua in relazione alle questioni sollevate. Sul piano pratico, questa ordinanza ribadisce che chiunque rivolga offese a un pubblico ufficiale in un luogo pubblico e in presenza di altre persone rischia una condanna per oltraggio, anche se nessuno dei presenti testimonia di aver effettivamente sentito le parole pronunciate. Ciò che conta è il contesto e la potenziale diffusività dell’offesa.

Per configurare il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è necessario che le offese siano state effettivamente sentite dai presenti?
No, secondo la Corte di Cassazione non è necessario. È sufficiente che le espressioni offensive potessero essere udite, in quanto già questa potenzialità costituisce un aggravio psicologico per il pubblico ufficiale.

Perché la sola possibilità che le offese vengano udite è sufficiente per il reato?
Perché, secondo la Corte, questa potenzialità può compromettere la prestazione del pubblico ufficiale, disturbandolo mentre compie un atto del suo ufficio e facendogli percepire condizioni avverse per sé e per l’amministrazione pubblica che rappresenta.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati