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Oltraggio a pubblico ufficiale: quando si estingue?

Un cittadino era stato condannato per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale per aver offeso alcuni funzionari durante un’operazione di sgombero. La Corte di Cassazione, analizzando il ricorso, ha dichiarato il reato estinto per prescrizione, annullando la condanna senza rinvio. La Corte ha chiarito che, non essendo tutti i motivi del ricorso palesemente infondati, è stato possibile dichiarare l’intervenuta causa di estinzione del reato.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Oltraggio a Pubblico Ufficiale e Prescrizione: L’Analisi della Cassazione

Il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è una fattispecie complessa, i cui contorni sono spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 1468/2024) offre spunti cruciali non solo sui requisiti del reato, ma anche sul meccanismo procedurale della prescrizione, che può portare all’annullamento di una condanna anche in fase di legittimità. Analizziamo come il decorso del tempo, unito a un ricorso non palesemente infondato, possa cambiare le sorti di un processo.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine durante l’esecuzione di un’ordinanza di sgombero di un terreno di proprietà comunale, occupato dalla famiglia dell’imputato. Durante le operazioni, quest’ultimo si rivolgeva alla comandante della polizia municipale e a un tecnico comunale presente con frasi offensive, accusandoli di “fare imbrogli con le carte” e mettendo in dubbio la legittimità della loro assunzione.

Per queste affermazioni, l’uomo veniva condannato nei primi due gradi di giudizio per il delitto di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 341-bis del codice penale. La difesa, tuttavia, decideva di presentare ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si fondava su tre motivi principali:

1. Vizio di motivazione: La difesa lamentava una motivazione confusa e carente, incentrata più sul reato di resistenza contestato al padre dell’imputato che sull’oltraggio specifico.
2. Violazione di legge: Si sosteneva la mancanza degli elementi costitutivi del reato di oltraggio. In particolare, si evidenziava che l’offesa era avvenuta in un luogo privato, le frasi erano generiche e, soprattutto, mancava il requisito della “presenza di più persone”, poiché gli unici presenti erano altri pubblici ufficiali o loro ausiliari.
3. Mancato riconoscimento della scriminante: Si invocava l’applicazione dell’art. 393-bis c.p., che giustifica la reazione a un atto arbitrario del pubblico ufficiale. La difesa sosteneva che l’ordinanza di sgombero fosse illegittima, come poi confermato, seppur per motivi di giurisdizione, da un giudice amministrativo.

La Decisione sulla Prescrizione e l’oltraggio a pubblico ufficiale

Nelle more del giudizio di Cassazione, era maturato il termine massimo di prescrizione del reato. La Corte, come primo passo, ha dovuto verificare se il ricorso fosse ammissibile. Secondo un principio consolidato, infatti, la prescrizione può essere dichiarata solo se l’impugnazione non è palesemente infondata o inammissibile. Un ricorso inammissibile non instaura un valido rapporto processuale e, di conseguenza, preclude la possibilità di rilevare cause di estinzione del reato.

La Corte ha quindi esaminato i motivi del ricorso, non per decidere nel merito, ma per valutarne la fondatezza apparente. Sebbene abbia ritenuto infondati la maggior parte dei motivi, si è soffermata su un punto cruciale.

L’analisi dei Requisiti del Reato

La Corte ha specificato che, ai fini del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, il requisito della “presenza di più persone” è integrato solo da soggetti estranei alla Pubblica Amministrazione o da pubblici ufficiali che si trovino lì per motivi diversi da quelli legati all’atto d’ufficio oggetto dell’offesa. Nel caso di specie, erano presenti il padre dell’imputato e alcuni operai. La sentenza d’appello non aveva chiarito se questi operai fossero dipendenti comunali o soggetti esterni incaricati dello sgombero.

Questo dubbio, secondo la Cassazione, rendeva il motivo di ricorso non “manifestamente” infondato, poiché avrebbe richiesto un accertamento di fatto. Proprio questa apertura ha reso il ricorso ammissibile e, di conseguenza, ha permesso alla Corte di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione.

Le motivazioni della Corte

La motivazione della Suprema Corte si basa su un’attenta distinzione procedurale. Pur rigettando nel merito le doglianze sulla presunta arbitrarietà dell’atto (poiché l’ordinanza, al momento dei fatti, era formalmente valida) e sulla natura offensiva delle frasi, la Corte ha riconosciuto che il motivo relativo alla composizione delle “più persone” presenti non era palesemente pretestuoso. La giurisprudenza richiede infatti che la lesione all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale avvenga di fronte a un pubblico di “estranei”, per i quali l’autorità della funzione pubblica viene sminuita. La presenza di soli colleghi o ausiliari non integra questo requisito. Poiché la sentenza impugnata era carente su questo specifico accertamento, il ricorso non poteva essere liquidato come inammissibile. Di conseguenza, essendo valido il rapporto processuale, la Corte ha dovuto prendere atto della causa di estinzione del reato, ovvero la prescrizione, maturata nel frattempo.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante promemoria su due fronti. Dal punto di vista sostanziale, ribadisce l’interpretazione restrittiva dei requisiti del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, in particolare quello della pluralità di persone. Dal punto di vista processuale, evidenzia come la non manifesta infondatezza anche di un solo motivo di ricorso sia sufficiente a superare il vaglio di ammissibilità, consentendo così di rilevare cause di estinzione del reato come la prescrizione. Questo principio garantisce che un imputato possa beneficiare del decorso del tempo fino all’ultimo grado di giudizio, a condizione che la sua impugnazione presenti almeno un profilo di seria discussione giuridica.

Quando un’offesa a un funzionario integra il reato di oltraggio a pubblico ufficiale?
Per integrare il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, l’offesa all’onore e al prestigio di un pubblico ufficiale deve avvenire in un luogo pubblico o aperto al pubblico, in sua presenza, mentre compie un atto d’ufficio e alla presenza di più persone.

La presenza di altri colleghi del pubblico ufficiale è sufficiente per configurare il reato di oltraggio?
No. Secondo la giurisprudenza citata nella sentenza, tra le “più persone” non si possono contare i soggetti che, pur non essendo direttamente offesi, assistono alla scena nello svolgimento delle loro stesse funzioni. Il requisito è integrato solo da persone estranee alla pubblica amministrazione o da pubblici ufficiali presenti per motivi diversi.

Cosa succede se il reato si estingue per prescrizione durante il ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del reato e annulla la sentenza di condanna senza rinvio, a condizione che i motivi del ricorso non siano tutti inammissibili o manifestamente infondati. Se anche un solo motivo supera questo vaglio preliminare, la prescrizione deve essere dichiarata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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