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Oltraggio a pubblico ufficiale: quando è reato?

La Corte di Cassazione annulla una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale, stabilendo un principio chiave: per configurare il reato non è sufficiente che terze persone abbiano udito le frasi offensive, ma è necessaria la loro presenza fisica nel luogo del fatto o in un luogo contiguo e visibile. Il caso riguardava un uomo che aveva insultato degli agenti di polizia durante un intervento, mentre i vicini ascoltavano dalla propria abitazione. La Corte ha ritenuto che la mera possibilità di udire non equivale alla ‘presenza di più persone’ richiesta dalla legge, annullando la sentenza e rinviando per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Oltraggio a Pubblico Ufficiale: Quando Sentire Non Significa Essere Presenti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori sul delitto di oltraggio a pubblico ufficiale, chiarendo un presupposto fondamentale per la sua configurabilità: la ‘presenza di più persone’. Con la sentenza in esame, i giudici hanno stabilito che non è sufficiente che le offese siano semplicemente udite da terzi; è necessaria la loro presenza fisica sul luogo del fatto. Questa precisazione ha portato all’annullamento di una condanna, delineando in modo più netto i confini di questo reato.

I Fatti del Caso: Lite con i Vicini e Intervento della Polizia

Il caso trae origine da una condanna per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale emessa nei confronti di un cittadino. L’episodio si è verificato a seguito di un litigio tra l’imputato e i suoi vicini di casa. Allertate dallo stesso imputato, le forze dell’ordine sono intervenute per sedare gli animi. Durante l’intervento, l’uomo ha proferito frasi offensive nei confronti degli agenti. I vicini, testimoni chiave, hanno dichiarato di aver udito tali frasi dall’interno della loro abitazione.

Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano ritenuto integrato il reato, confermando la condanna. L’imputato ha però presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che mancasse un elemento costitutivo della fattispecie: la presenza di più persone, dato che i vicini non erano fisicamente presenti sulla scena, ma avevano solo sentito le offese da casa loro.

La Decisione della Cassazione: Il Requisito della Presenza Fisica

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e assorbente. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello abbia erroneamente sovrapposto il concetto di ‘possibilità di udire’ le offese con quello di ‘presenza fisica’ richiesto dalla norma.

La Distinzione Cruciale tra ‘Presenza’ e ‘Possibilità di Udire’

L’articolo 341-bis del codice penale richiede, per la configurabilità del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, che l’offesa avvenga ‘in presenza di più persone’. La Cassazione chiarisce che questo requisito non può essere surrogato dalla mera possibilità che le frasi offensive siano udite da terzi che non si trovano sul posto.

Il requisito della presenza fisica è un elemento costitutivo del reato, trasformato da circostanza aggravante (nella vecchia formulazione dell’art. 341) a elemento essenziale della nuova fattispecie. La sua funzione è quella di tutelare non solo l’onore del singolo funzionario, ma anche il prestigio della Pubblica Amministrazione, che viene leso dalla pubblicità data all’offesa. Tale pubblicità si concretizza solo se vi sono altre persone fisicamente presenti che possono percepire l’accaduto, creando un aggravio psicologico per l’agente che opera e un danno alla reputazione dell’istituzione.

Oltraggio a pubblico ufficiale e l’elemento della pubblicità

Perché il reato si configuri, non è necessario che le persone presenti abbiano effettivamente sentito le parole offensive, ma è sufficiente che avessero la possibilità di udirle. Tuttavia, questa ‘possibilità’ è strettamente legata alla loro presenza fisica nel luogo del fatto o in un luogo contiguo e visibile (ad esempio, un balcone affacciato sulla scena). Se i testimoni si trovano all’interno di un’abitazione e non sono visibili, non si può parlare di ‘presenza’ ai sensi della norma.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione richiamando la consolidata giurisprudenza sul tema. La ratio della norma è quella di sanzionare la lesione all’onore e al prestigio della Pubblica Amministrazione che si verifica quando l’offesa al funzionario avviene in un contesto di pubblicità. Questa pubblicità è garantita dalla presenza fisica di terzi, i quali rendono la prestazione del pubblico ufficiale più gravosa e impegnativa.

I giudici hanno specificato che, stante il divieto di analogia in malam partem nel diritto penale, il requisito della ‘presenza’ non può essere interpretato estensivamente fino a includere chi semplicemente ascolta da un luogo separato e non visibile. La sentenza della Corte d’Appello è stata quindi ritenuta carente di motivazione, in quanto non ha accertato se i testimoni fossero effettivamente presenti sulla scena o se avessero solo udito le frasi dall’interno della loro casa. Per questo motivo, la sentenza è stata annullata con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il fatto attenendosi a questo principio di diritto.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia della Cassazione è di fondamentale importanza pratica. Essa stabilisce un confine chiaro per l’applicazione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Per ottenere una condanna, l’accusa dovrà dimostrare non solo che le frasi offensive sono state pronunciate, ma anche che al momento del fatto erano fisicamente presenti almeno due persone (oltre agli agenti stessi), in una posizione tale da poter percepire l’accaduto. La semplice testimonianza di chi ha ‘sentito dire’ da un luogo non visibile e separato, come l’interno di un’abitazione, non è più sufficiente a integrare questo elemento essenziale del reato. La decisione rafforza il principio di legalità e tassatività della legge penale, evitando interpretazioni estensive che potrebbero ledere le garanzie dell’imputato.

Perché si configuri il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, è necessario che altre persone siano fisicamente presenti?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la ‘presenza di più persone’ è un elemento costitutivo del reato. Questo significa che almeno due persone, oltre agli agenti offesi, devono essere fisicamente presenti nel luogo in cui avviene il fatto o in un luogo contiguo e visibile.

È sufficiente che i testimoni abbiano semplicemente sentito le frasi offensive dalla propria abitazione?
No. Secondo la sentenza, la mera possibilità di udire le offese da un luogo separato e non visibile, come l’interno della propria casa, non è sufficiente a integrare il requisito della ‘presenza’. I profili della ‘presenza’ e della ‘possibilità di udire’ sono distinti e non sovrapponibili.

Cosa succede se le offese avvengono tramite una diretta su un social network?
La sentenza menziona un precedente in cui la ‘presenza virtuale’ tramite una diretta su un social network è stata considerata idonea a integrare il reato. Questo perché il collegamento online garantisce l’attualità e la simultaneità della presenza di più soggetti, a differenza del mero ascolto passivo da un luogo fisicamente separato e non collegato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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