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Occupazione demanio marittimo: quando è reato?

Un gestore di un’attività balneare, autorizzato solo al noleggio di attrezzature, è stato condannato per occupazione demanio marittimo per aver posizionato stabilmente ombrelloni e lettini sulla spiaggia libera. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il reato, ma ha annullato la confisca delle attrezzature perché il giudice di merito non aveva motivato la sua decisione, ricordando che la confisca facoltativa richiede una specifica giustificazione sul legame tra i beni e il reato.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Occupazione Demanio Marittimo: Il Noleggio di Ombrelloni Può Essere Reato?

L’occupazione demanio marittimo è un tema di grande attualità, specialmente durante la stagione estiva. Molti operatori balneari offrono servizi di noleggio di ombrelloni e lettini, ma qual è il confine tra un’attività lecita e un reato penale? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22298/2024) chiarisce questo punto, distinguendo nettamente tra la semplice locazione di attrezzature e l’occupazione stabile di suolo pubblico, con importanti conseguenze anche in merito alla confisca dei beni.

I Fatti del Caso: Dalla Sola Autorizzazione al Noleggio all’Occupazione Stabile

Il legale rappresentante di una società balneare è stato condannato dal Tribunale di Lecce per aver occupato abusivamente circa 250 metri quadri di spiaggia libera. L’imputato, pur essendo autorizzato esclusivamente al noleggio di attrezzature come ombrelloni e lettini, aveva installato in modo stabile 30 ombrelloni e 60 lettini sull’arenile. Questa installazione avveniva prima dell’arrivo della clientela e indipendentemente dall’effettivo noleggio, sottraendo di fatto una porzione di spiaggia all’uso pubblico.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. La presunta mancanza di prova che tale occupazione impedisse o compromettesse l’uso del bene da parte del pubblico.
2. La mancanza di motivazione da parte del Tribunale riguardo alla decisione di confiscare tutta l’attrezzatura sequestrata.

La Decisione della Cassazione sull’Occupazione Demanio Marittimo

La Corte di Cassazione ha esaminato i due motivi di ricorso con esiti differenti. Sul primo punto, relativo alla configurabilità del reato, i giudici hanno respinto la tesi difensiva, confermando la condanna. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il reato di occupazione demanio marittimo si realizza quando si acquisisce e si mantiene il possesso di un’area pubblica senza autorizzazione, in modo da impedirne o limitarne significativamente la fruibilità da parte della collettività.

Nel caso specifico, l’installazione preventiva e stabile delle attrezzature, a prescindere dal loro effettivo noleggio, integrava pienamente gli estremi del reato, perché trasformava una semplice attività di noleggio in una vera e propria gestione di uno stabilimento balneare non autorizzato.

L’Annullamento della Confisca: Il Principio del Nesso di Strumentalità

Il secondo motivo di ricorso, invece, è stato accolto. Il Tribunale di Lecce aveva disposto la confisca delle attrezzature balneari senza fornire alcuna spiegazione. La Cassazione ha ricordato che la confisca prevista dall’art. 240 del codice penale per questo tipo di reato è “facoltativa” e non obbligatoria. Ciò significa che il giudice che la dispone ha l’onere di motivare la sua decisione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha chiarito che, per disporre una confisca facoltativa, il giudice deve argomentare in modo concreto la sussistenza del cosiddetto “nesso di strumentalità” tra il bene da confiscare e il reato commesso. In altre parole, deve spiegare perché quel bene è stato uno strumento essenziale per la commissione dell’illecito e perché la sua sottrazione è giustificata. Nel caso di specie, il Tribunale si era limitato a ordinare la confisca senza spendere una parola sulle ragioni di tale provvedimento.

Questa carenza di motivazione ha reso illegittima la misura. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente al punto della confisca, rinviando il caso a un altro giudice del Tribunale di Lecce per una nuova valutazione. La condanna per il reato di occupazione abusiva, invece, è diventata definitiva e irrevocabile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Operatori Balneari

Questa sentenza offre due importanti lezioni. La prima è un monito per tutti gli operatori del settore: l’autorizzazione al semplice noleggio di attrezzature non consente di pre-occupare la spiaggia. Per non incorrere nel reato di occupazione demanio marittimo, l’attrezzatura deve essere consegnata al cliente solo al momento del noleggio e rimossa al termine dello stesso. La seconda lezione è di natura processuale: anche quando un reato è accertato, le pene accessorie come la confisca non sono automatiche se la legge le prevede come facoltative. Il giudice ha sempre l’obbligo di motivare adeguatamente le sue decisioni, garantendo che ogni provvedimento sia fondato su ragioni concrete e verificabili.

Quando il semplice noleggio di attrezzatura balneare si trasforma nel reato di occupazione abusiva di demanio marittimo?
Quando l’attrezzatura (ombrelloni, lettini) viene installata e occupa lo spazio pubblico in modo stabile prima dell’arrivo dei clienti e del loro effettivo noleggio, impedendo o limitando significativamente il libero uso della spiaggia da parte della collettività.

La confisca delle attrezzature usate per l’occupazione abusiva è sempre obbligatoria?
No, non è obbligatoria. Si tratta di una confisca facoltativa, il che significa che il giudice può disporla ma deve motivare specificamente la sua decisione, dimostrando il nesso di strumentalità, ovvero il legame funzionale, tra l’attrezzatura e il reato commesso.

Cosa succede se il giudice non motiva la decisione di confiscare i beni?
La parte della sentenza relativa alla confisca è viziata per carenza di motivazione e deve essere annullata. Come avvenuto in questo caso, la questione viene rinviata a un nuovo giudice per una nuova valutazione sul punto specifico, mentre la condanna per il reato può diventare definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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