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Occupazione abusiva demanio: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione conferma una condanna per occupazione abusiva del demanio, dichiarando inammissibile il ricorso dell’imputato. La sentenza chiarisce che la società concessionaria è legittimata a costituirsi parte civile se, al momento del fatto, aveva la disponibilità giuridica dell’area, anche in pendenza di un complesso iter amministrativo per il rilascio definitivo della concessione.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Occupazione Abusiva del Demanio: Legittima la Costituzione di Parte Civile Anche con Concessione “in Itinere”

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44811/2024, è intervenuta su un caso di occupazione abusiva del demanio, fornendo chiarimenti cruciali sulla procedibilità del reato e sulla legittimazione della società concessionaria a costituirsi parte civile. La pronuncia sottolinea come la disponibilità giuridica di un’area, anche se derivante da un provvedimento giudiziario provvisorio, sia sufficiente a radicare la posizione di persona danneggiata dal reato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di occupazione abusiva di un’area demaniale marittima, specificamente una porzione di spiaggia data in concessione a una società che gestiva uno stabilimento balneare. La condanna, emessa dal Tribunale, veniva confermata in appello.

L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, affidandosi a tre motivi principali volti a smontare l’impianto accusatorio e la validità del processo.

I Motivi del Ricorso e l’occupazione abusiva del demanio

Il difensore dell’imputato ha basato il suo ricorso su tre argomentazioni principali:

1. Difetto di legittimazione della querela: Si sosteneva che la querela fosse stata presentata da una società che, al momento della proposizione, non era ancora titolare formale della concessione demaniale.
2. Carenza dell’elemento soggettivo: Il ricorso lamentava una motivazione illogica e carente riguardo alla prova dell’intenzionalità della condotta, ovvero la consapevolezza di occupare abusivamente l’area.
3. Illegittima costituzione di parte civile: Si contestava il diritto della società di costituirsi parte civile, affermando che, non essendo titolare di alcuna concessione al momento del fatto, non avesse subito alcun danno e non potesse quindi chiedere un risarcimento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure sollevate. La decisione si fonda su un’analisi puntuale delle norme procedurali e sostanziali, consolidando principi importanti in materia di reati contro il patrimonio e di tutela degli interessi dei concessionari di beni pubblici.

Le Motivazioni

Il percorso argomentativo seguito dai giudici di legittimità ha affrontato e smontato ciascuno dei motivi del ricorso.

La Procedibilità d’Ufficio per l’Occupazione Abusiva del Demanio

In primo luogo, la Corte ha definito manifestamente infondata la questione sulla querela. Viene chiarito che il reato di occupazione abusiva del demanio, quando riguarda un bene demaniale, è procedibile d’ufficio ai sensi dell’art. 639-bis del codice penale. Ciò significa che l’azione penale viene avviata dallo Stato indipendentemente dalla volontà della persona offesa. Di conseguenza, la questione su chi avesse sporto querela e se fosse legittimato a farlo diventa del tutto irrilevante ai fini della validità del procedimento penale.

I Limiti del Ricorso in Cassazione

Riguardo al secondo motivo, relativo alla presunta illogicità della motivazione, la Corte ha ricordato che, nei procedimenti di competenza del Giudice di Pace, il ricorso per cassazione è consentito solo per violazione di legge. Non è possibile contestare la logicità o la coerenza della motivazione, a meno che essa non sia “assolutamente” carente, un vizio che non è stato riscontrato nella sentenza impugnata, la quale, al contrario, è stata ritenuta accurata ed esaustiva.

La Legittimità della Parte Civile: Conta la Disponibilità Effettiva

Il punto centrale della sentenza risiede nella disamina del terzo motivo. La Cassazione ha stabilito che la società era pienamente legittimata a costituirsi parte civile. Il fatto determinante non era la titolarità formale e definitiva della concessione, bensì la disponibilità giuridica dell’area al momento della consumazione del reato (17 maggio 2018).

In quella data, la società aveva la disponibilità del terreno in forza di una pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale che aveva sospeso l’efficacia del provvedimento di rigetto della sua domanda di subingresso nella concessione. Sebbene l’iter amministrativo fosse complesso e si sia concluso solo il giorno successivo con l’acquisizione definitiva, al momento dell’occupazione la società era a tutti gli effetti il soggetto che aveva il diritto di godere del bene. Pertanto, la condotta dell’imputato le aveva causato un danno diretto, legittimando la sua richiesta di risarcimento nel processo penale.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due principi fondamentali. Innanzitutto, ribadisce la natura di reato procedibile d’ufficio per l’occupazione abusiva del demanio, rafforzando la tutela dei beni pubblici. In secondo luogo, e con maggiore impatto pratico, stabilisce che la qualifica di “persona danneggiata” e la conseguente legittimazione a costituirsi parte civile non dipendono necessariamente dalla conclusione formale di un iter amministrativo, ma dalla situazione di fatto e di diritto esistente al momento del reato. Avere la disponibilità giuridica di un bene, anche in via provvisoria ma tutelata da un ordine del giudice, è sufficiente per essere considerati danneggiati e per agire in giudizio per la tutela dei propri diritti.

Per il reato di occupazione abusiva del demanio è necessaria la querela della società concessionaria?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che si tratta di un reato procedibile d’ufficio ai sensi dell’art. 639-bis del codice penale. Lo Stato procede autonomamente senza bisogno della querela della persona offesa.

Una società può costituirsi parte civile se la sua concessione demaniale non è ancora definitiva?
Sì. Secondo la sentenza, è sufficiente che la società avesse la disponibilità giuridica del terreno al momento del fatto. Nel caso di specie, un provvedimento del giudice amministrativo che sospendeva un diniego garantiva tale disponibilità, rendendo legittima la costituzione di parte civile.

È possibile contestare la logica della motivazione di una sentenza del Giudice di Pace ricorrendo in Cassazione?
No, per i procedimenti di competenza del Giudice di Pace, il ricorso per cassazione è ammesso solo per violazione di legge. Non è consentito contestare la logicità della motivazione, a meno che non si configuri una sua carenza “assoluta”, che è assimilabile a una violazione di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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