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Occupazione Abusiva: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per occupazione abusiva demaniale, accogliendo il ricorso di un’imputata. Il motivo è che la Corte d’Appello non aveva risposto a un punto cruciale della difesa: le opere contestate erano state realizzate su un’area già in concessione, il che avrebbe potuto cambiare la natura del reato e renderlo prescritto. Il caso è stato rinviato a un’altra Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Occupazione Abusiva Demaniale: La Cassazione Annulla per Difetto di Motivazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 11395/2024) ha annullato una condanna per occupazione abusiva demaniale, sottolineando un principio fondamentale del diritto processuale: l’obbligo del giudice di rispondere a tutte le argomentazioni difensive decisive. Il caso evidenzia la sottile ma cruciale differenza tra l’occupazione di un’area senza titolo e la realizzazione di opere non autorizzate su un’area già in concessione.

I Fatti di Causa

Il percorso giudiziario inizia con una sentenza del Tribunale di Larino, che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di una donna accusata del reato previsto dal Codice della Navigazione. Successivamente, la Corte di Appello di Campobasso ribaltava la decisione, condannando l’imputata.

Contro questa sentenza, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, basando l’impugnazione su due motivi strettamente collegati.

I Motivi del Ricorso: Occupazione Abusiva Demaniale o Mera Innovazione?

La difesa ha sostenuto che il caso in esame non configurava un’occupazione abusiva demaniale, bensì una mera innovazione non autorizzata su un’area per la quale la ricorrente deteneva già una regolare concessione. Questa distinzione è di fondamentale importanza:

1. Natura del reato: Se si fosse trattato di un’innovazione non autorizzata, il reato sarebbe stato di natura istantanea, consumandosi nel momento della realizzazione dell’opera.
2. Prescrizione: Di conseguenza, essendo un reato istantaneo, i termini per la prescrizione sarebbero decorsi, portando all’estinzione del reato stesso.

L’argomento centrale del ricorso era che la Corte d’Appello aveva completamente ignorato questa tesi difensiva, incorrendo in una grave omissione di motivazione.

La Decisione della Cassazione: Fondato il Difetto di Motivazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini hanno constatato che la Corte d’Appello non aveva fornito alcuna risposta al rilievo difensivo sollevato nella memoria difensiva. La questione se le opere fossero state realizzate su un’area già in concessione era un punto decisivo: se confermato, avrebbe escluso l’ipotesi di occupazione abusiva demaniale contestata, modificando la qualificazione giuridica del fatto.

L’omessa valutazione di un’argomentazione così rilevante costituisce un vizio di motivazione che inficia la validità della sentenza impugnata.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza di secondo grado doveva essere annullata perché il giudice d’appello non ha esaminato un’argomentazione difensiva cruciale. La difesa aveva sostenuto che le opere non costituivano una nuova occupazione, ma un’innovazione su un’area già legittimamente detenuta tramite concessione demaniale. Questa circostanza, se accertata, avrebbe trasformato il reato da permanente (come l’occupazione abusiva) a istantaneo, con dirette conseguenze sulla sua estinzione per prescrizione. La mancata risposta a questo specifico e potenzialmente decisivo punto della difesa costituisce una violazione dell’obbligo di motivazione, rendendo la sentenza illegittima.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna e ha rinviato il processo alla Corte di Appello di Salerno per un nuovo giudizio. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso tenendo conto specificamente dell’argomento difensivo. Questa pronuncia ribadisce un principio cardine del giusto processo: ogni argomentazione difensiva pertinente e decisiva deve essere attentamente vagliata e motivata dal giudice. L’esito del nuovo processo dipenderà dall’accertamento fattuale circa l’esistenza e l’estensione della concessione demaniale al momento della realizzazione delle opere contestate.

Qual è la differenza tra occupazione abusiva e innovazione non autorizzata secondo la difesa?
Secondo la tesi difensiva, l’occupazione abusiva consiste nell’impossessarsi di un’area demaniale senza alcun titolo, mentre l’innovazione non autorizzata si verifica quando si realizzano opere non permesse su un’area per la quale si possiede già una regolare concessione demaniale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna?
La Cassazione ha annullato la sentenza perché la Corte d’Appello non ha risposto né valutato un’argomentazione cruciale della difesa. Tale omissione costituisce un vizio di motivazione che rende invalida la decisione.

Cosa accadrà adesso nel processo?
Il processo è stato rinviato alla Corte di Appello di Salerno, la quale dovrà celebrare un nuovo giudizio. In questa sede, i giudici dovranno obbligatoriamente esaminare la tesi difensiva ignorata in precedenza e stabilire se le opere sono state realizzate all’interno o all’esterno dell’area in concessione, per poi decidere di conseguenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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