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Oblazione e reati in armi: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che ammetteva un imputato all’oblazione per un reato in materia di armi. La Suprema Corte ha chiarito che l’oblazione è esclusa per i reati puniti con la pena congiunta dell’arresto e dell’ammenda, come previsto dalla legge sulle armi. La decisione del giudice di merito di applicare una pena più lieve non può modificare la natura del reato ai fini dell’ammissibilità di questo istituto estintivo.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Oblazione e Reati in Materia di Armi: La Cassazione Fissa i Paletti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di estinzione dei reati, specificando i limiti di applicabilità dell’oblazione. Il caso riguarda un reato previsto dalla legge sulle armi, per il quale un giudice di merito aveva erroneamente concesso l’estinzione tramite pagamento. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, ribadendo che la natura della pena prevista dalla legge è determinante.

I Fatti di Causa

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Ravenna aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di un imputato per due distinti reati. Il primo, un’infrazione alla legge sulle armi (art. 4, L. 110/1975), era stato dichiarato estinto per intervenuta oblazione. Il secondo, un’ipotesi di danneggiamento aggravato, era stato archiviato per avvenuto risarcimento del danno. Di conseguenza, il GIP aveva disposto anche il dissequestro e la restituzione dei beni sequestrati all’imputato.

Il Ricorso del Procuratore Generale e i Limiti dell’Oblazione

Contro questa sentenza ha proposto ricorso il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, sollevando due questioni fondamentali. Il motivo principale del ricorso, che si è rivelato decisivo, riguardava la violazione di legge nell’ammettere l’imputato all’oblazione.

Il Procuratore ha sostenuto che il reato contestato (art. 4 della Legge 110/1975) è punito con una pena congiunta, ovvero sia l’arresto che l’ammenda, e non con pene alternative. La legge penale, agli artt. 162 e 162-bis del codice penale, stabilisce chiaramente che l’oblazione è ammessa solo per le contravvenzioni punite con la sola ammenda o con la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda. Quando la legge prevede l’applicazione congiunta di entrambe le sanzioni, questa via d’uscita è preclusa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che la possibilità di accedere all’oblazione dipende esclusivamente dalla cornice edittale del reato, cioè dalla pena prevista in astratto dalla norma incriminatrice, e non dalla pena che il giudice potrebbe decidere di applicare in concreto.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa su un’interpretazione rigorosa della legge. Il reato contestato all’imputato, previsto dal comma 2 dell’art. 4 della legge 110/1975, è punito congiuntamente con l’arresto e l’ammenda. Questa caratteristica esclude in radice la possibilità di estinguere il reato pagando una somma di denaro.

La Corte ha inoltre precisato che, anche qualora un giudice riconosca una circostanza attenuante e, in virtù del suo potere discrezionale, applichi di fatto la sola pena dell’ammenda, ciò non cambia la natura del reato. L’applicazione di una pena più mite in concreto non trasforma un reato punito con pena congiunta in un reato “oblabile”. L’estinzione del reato tramite oblazione deve essere prevista dal legislatore come unica sanzione possibile, non come frutto di una valutazione discrezionale del giudice. Di conseguenza, l’ammissione all’oblazione da parte del GIP è stata considerata illegittima.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti nuovamente al GIP del Tribunale di Ravenna per il proseguimento del procedimento. L’accoglimento del primo motivo di ricorso ha reso superfluo l’esame della seconda doglianza, relativa alla mancata confisca obbligatoria delle armi.

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale: l’istituto dell’oblazione ha confini precisi e non può essere esteso a reati che il legislatore ha ritenuto di sanzionare con maggiore severità, prevedendo una pena detentiva insieme a quella pecuniaria.

Quando non è possibile accedere all’oblazione per un reato?
Non è possibile accedere all’oblazione quando il reato è punito dalla legge con la pena congiunta dell’arresto e dell’ammenda. L’istituto è riservato ai reati contravvenzionali sanzionati con la sola ammenda o con pene alternative (arresto o ammenda).

L’applicazione di una circostanza attenuante può rendere un reato “oblabile”?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il fatto che un giudice, per effetto del riconoscimento di attenuanti, applichi in concreto la sola pena pecuniaria non rende il reato “oblabile”. Ciò che conta è la pena prevista in astratto dalla norma, non quella irrogata nel caso specifico.

Qual è stata la conseguenza della decisione della Cassazione in questo caso?
La sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare è stata annullata. Di conseguenza, l’estinzione del reato è stata revocata e gli atti sono stati restituiti allo stesso ufficio giudiziario per la prosecuzione del procedimento penale a carico dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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