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Obbligo di presentazione: quando il DASPO è nullo

La Corte di Cassazione annulla l’ordinanza di convalida di un DASPO a causa di due vizi procedurali. Il giudice non ha valutato la memoria difensiva dell’interessato e non ha motivato il duplice obbligo di presentazione alla polizia per le partite in trasferta, violando così il diritto di difesa e il principio di proporzionalità della misura.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

DASPO e Obbligo di Presentazione: la Cassazione fissa i paletti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di DASPO, facendo luce su due principi fondamentali del nostro ordinamento: il diritto di difesa e la necessità di una motivazione adeguata per le misure restrittive. Il caso riguarda l’obbligo di presentazione alla polizia, una misura accessoria al divieto di accesso agli stadi, e stabilisce chiaramente quando la sua applicazione diventa illegittima. Analizziamo la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: un DASPO e un Ricorso per Cassazione

Un tifoso veniva raggiunto da un provvedimento del Questore che gli vietava l’accesso a tutte le manifestazioni sportive per otto anni. Oltre a ciò, gli veniva imposto un obbligo di presentazione presso la Questura per un periodo di cinque anni, in occasione di tutte le partite, sia in casa che in trasferta, della sua squadra del cuore.

Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) convalidava il provvedimento. Contro tale decisione, il difensore del tifoso proponeva ricorso in Cassazione, lamentando due gravi vizi.

I Motivi del Ricorso: Diritto di Difesa e illegittimità dell’obbligo di presentazione

Il ricorso si fondava su due pilastri:

La Memoria Difensiva Ignorata

In primo luogo, il ricorrente lamentava una palese violazione del diritto di difesa. Il suo avvocato aveva depositato una memoria difensiva nei tempi previsti dalla legge, ma il GIP, nell’ordinanza di convalida, ne aveva completamente omesso la valutazione, affermando erroneamente che non fossero state presentate memorie.

L’illegittimità del Doppio Obbligo di Presentazione

Il secondo motivo contestava la logica e la legittimità del duplice obbligo di firma per le partite disputate in trasferta. La difesa sosteneva che imporre al tifoso di presentarsi in Questura sia all’inizio sia alla fine della partita, quando questa si svolge a centinaia di chilometri di distanza, fosse una misura sproporzionata e irragionevole. Se la distanza impedisce di fatto di raggiungere il luogo dell’evento sportivo, una sola presentazione sarebbe stata sufficiente a garantire il rispetto del divieto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli fondati.

Sul primo punto, i giudici hanno ribadito un principio cardine: il diritto di difesa, anche quando esercitato in forma ‘cartolare’ (cioè tramite scritti), non è una mera formalità. La facoltà di presentare memorie difensive deve corrispondere a un obbligo del giudice di valutarle effettivamente. L’omessa valutazione di una memoria ritualmente depositata costituisce una violazione del diritto di difesa e determina la nullità del provvedimento. Il giudice non può semplicemente ignorare le argomentazioni della difesa.

Anche il secondo motivo è stato accolto. La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata in tema di misure di prevenzione. L’obbligo di presentazione non è una sanzione aggiuntiva, ma uno strumento per assicurare il rispetto del DASPO. Pertanto, deve essere proporzionato allo scopo. Imporre una doppia firma per le partite in trasferta, quando la distanza rende materialmente impossibile per la persona raggiungere il luogo dell’incontro, non è legittimo. Una tale previsione, priva di una specifica motivazione sulla sua necessità, risulta ingiustificatamente gravosa e non proporzionata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del GIP, rinviando il caso per un nuovo giudizio. La sentenza ha sospeso l’efficacia dell’obbligo di presentazione. Questa decisione riafferma con forza che ogni provvedimento che limita la libertà personale deve essere supportato da una motivazione congrua e logica e deve sempre garantire l’effettivo esercizio del diritto di difesa. Non basta concedere la possibilità di difendersi, è necessario che le argomentazioni difensive vengano ascoltate e ponderate.

Cosa succede se il giudice ignora una memoria difensiva depositata nei termini?
Secondo la Corte di Cassazione, l’omessa valutazione di una memoria difensiva ritualmente depositata è una violazione del diritto di difesa. Tale omissione può portare alla nullità dell’ordinanza emessa dal giudice, poiché il contraddittorio, anche se solo scritto, deve essere effettivo e non meramente formale.

L’obbligo di presentarsi in questura due volte durante le partite in trasferta è sempre legittimo?
No, non è sempre legittimo. La Corte ha stabilito che l’obbligo di duplice presentazione all’autorità di pubblica sicurezza non è legittimamente imposto se, a causa della distanza tra il luogo di presentazione e quello della competizione, è impossibile per l’interessato raggiungere l’evento. La misura deve essere proporzionata al suo scopo preventivo.

Qual è la funzione dell’obbligo di presentazione secondo la sentenza?
La sentenza chiarisce che l’obbligo di presentazione non è una sanzione aggiuntiva, ma uno strumento strumentale a garantire il rispetto del divieto di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO). La sua applicazione deve quindi essere funzionale a questo scopo e non può tradursi in un’imposizione irragionevole e sproporzionata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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