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Obbligo di presentazione: quando è illegittimo?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45817/2024, ha chiarito i limiti dell’obbligo di presentazione imposto con il Daspo. Un tifoso si era opposto alla richiesta di firmare due volte in Questura per ogni partita, anche in trasferta. La Corte ha accolto il ricorso su questo punto, stabilendo che un obbligo così generalizzato, che non tiene conto della distanza e della pratica impossibilità di adempiere, è illegittimo se privo di un’adeguata motivazione. La sentenza conferma invece la validità del Daspo per le partite amichevoli.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di presentazione: i limiti della doppia firma secondo la Cassazione

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, misura accessoria al Daspo, rappresenta una significativa limitazione della libertà personale. Ma fino a che punto può spingersi? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 45817/2024) ha tracciato una linea netta, in particolare riguardo alla prassi della “doppia firma” per le partite in trasferta, ritenendola illegittima se imposta in modo generalizzato e senza un’adeguata motivazione. Analizziamo la vicenda.

I fatti del caso

Tutto ha origine da un episodio di violenza avvenuto durante le fasi di accesso allo stadio per un incontro di calcio di Serie B. Un tifoso spintonava e aggrediva uno steward per permettere a un’altra persona, priva di biglietto, di entrare. A seguito di ciò, il Questore emetteva un provvedimento di Daspo per cinque anni, accompagnato dall’obbligo di presentazione presso la Questura per tre anni. La prescrizione prevedeva che il tifoso dovesse firmare due volte durante ogni partita della sua squadra: al 25° minuto del primo tempo e al 25° del secondo, sia per le gare in casa che per quelle in trasferta.

Il GIP del Tribunale convalidava il provvedimento, pur riducendo la durata complessiva degli obblighi a tre anni. Il tifoso, ritenendo la misura sproporzionata, proponeva ricorso per cassazione.

L’obbligo di presentazione e i motivi del ricorso

La difesa del ricorrente si basava su quattro principali motivi di censura:
1. L’omessa valutazione da parte del GIP di una memoria difensiva.
2. Il difetto di motivazione sulla necessità e urgenza della misura.
3. L’illegittima estensione dell’obbligo anche alle partite amichevoli.
4. L’assenza di motivazione sulla necessità della doppia presentazione, specialmente in relazione alle partite giocate in trasferta, che rendeva materialmente impossibile il rispetto dell’obbligo.

È su quest’ultimo punto che la Corte di Cassazione ha concentrato la sua attenzione, accogliendo le ragioni del ricorrente.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sull’obbligo di presentazione

La Suprema Corte ha rigettato i primi tre motivi di ricorso, confermando orientamenti già consolidati. Ha chiarito che:
– Il giudice non è tenuto a confutare analiticamente ogni singola argomentazione difensiva, essendo sufficiente che la motivazione del provvedimento sia logicamente incompatibile con esse.
– La pericolosità del soggetto e la gravità dei fatti (violenza, ruolo di promotore, precedenti) giustificavano ampiamente la necessità della misura.
– L’obbligo di presentazione può legittimamente estendersi anche alle partite amichevoli, purché queste siano programmate e pubblicizzate, e quindi conoscibili in anticipo.

Il punto di svolta della sentenza riguarda il quarto motivo. La Corte ha stabilito che l’estensione generalizzata dell’obbligo di firmare due volte, anche per le partite in trasferta, è priva di un’idonea motivazione. I giudici hanno sottolineato come una tale prescrizione non tenga conto della ragionevolezza e della pratica possibilità per l’interessato di adempiere. È evidente che se una partita si gioca a centinaia di chilometri di distanza, non è materialmente possibile per una persona presentarsi in Questura a inizio partita e poi di nuovo durante il secondo tempo.

Secondo la Corte, un provvedimento che impone un obbligo così stringente deve essere supportato da una motivazione specifica che spieghi perché tale modalità sia necessaria, superando la presunzione di irragionevolezza. L’imposizione automatica e generalizzata di questa doppia firma, senza distinguere tra partite in casa e in trasferta, risulta quindi illegittima.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata limitatamente al punto della doppia presentazione, con rinvio al Tribunale per un nuovo esame. Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: le misure di prevenzione, pur essendo strumenti essenziali per la sicurezza pubblica, devono sempre essere proporzionate, ragionevoli e motivate. L’obbligo di presentazione non può trasformarsi in una prescrizione vessatoria e materialmente ineseguibile. L’autorità giudiziaria ha il dovere di calibrare la misura sulle circostanze concrete del caso, fornendo una giustificazione logica e coerente per ogni limitazione imposta alla libertà personale del cittadino.

È sempre legittimo l’obbligo di presentarsi in Questura due volte durante una partita?
No. Secondo la sentenza, un obbligo generalizzato di doppia presentazione, che non tiene conto della distanza delle partite in trasferta e della pratica impossibilità per l’interessato di adempiere, è illegittimo se non è supportato da una specifica e idonea motivazione.

Il Daspo con obbligo di presentazione si applica anche alle partite amichevoli?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che il divieto e l’obbligo di presentazione possono legittimamente estendersi anche agli incontri amichevoli, a condizione che siano stati programmati e pubblicizzati in modo da essere previamente conoscibili dall’interessato.

Cosa succede se il giudice non risponde punto per punto a una memoria difensiva?
Non è necessario che il giudice confuti analiticamente ogni singola deduzione difensiva. Se la motivazione della decisione finale è logicamente incompatibile con le argomentazioni della difesa, queste si considerano implicitamente disattese. È sufficiente che la motivazione, anche se sintetica, fornisca le ragioni logiche della decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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