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Obbligo di presentazione PG: quando è legittimo?

Un tifoso ricorre contro un provvedimento di DASPO con annesso obbligo di presentazione alla PG, sostenendone l’illegittimità per carenza di prove e motivazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la pericolosità del soggetto può essere desunta dalla gravità della singola condotta violenta, giustificando la misura anche in assenza di precedenti specifici. La Corte ha ritenuto la misura, inclusa la durata di due anni e le modalità di firma, proporzionata alla gravità dei fatti, qualificati come guerriglia urbana.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di Presentazione PG: Legittimo anche Senza Precedenti se la Condotta è Grave

L’applicazione di misure di prevenzione come il DASPO, specialmente quando accompagnato dall’obbligo di presentazione PG, solleva spesso interrogativi sulla sua proporzionalità e sui presupposti necessari. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che la gravità di una singola condotta violenta può essere sufficiente a giustificare tale misura restrittiva, anche in assenza di precedenti specifici a carico del soggetto. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un provvedimento del Questore che imponeva a un tifoso il divieto di accesso a manifestazioni sportive (DASPO) per tre anni, con l’aggiunta dell’obbligo di firma presso la Polizia Giudiziaria. Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.), in sede di convalida, confermava il provvedimento ma riduceva la durata dell’obbligo di presentazione a due anni.

Il destinatario della misura ricorreva in Cassazione, lamentando diversi vizi. In primo luogo, contestava la certezza della sua partecipazione agli scontri, sostenendo che le prove video non lo identificavano con sicurezza. In secondo luogo, denunciava un difetto di motivazione sulla sua pericolosità sociale e sulla reale necessità di limitarne la libertà con l’obbligo di firma. Infine, criticava la sproporzione delle modalità di presentazione, ritenute eccessivamente gravose.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza e genericità. I giudici hanno ritenuto che il provvedimento impugnato fosse adeguatamente motivato e immune da vizi logici. La Corte ha confermato la validità della misura restrittiva, basandosi sulla valutazione della condotta tenuta dal tifoso e sugli elementi che ne provavano la partecipazione attiva ai disordini.

Le Motivazioni: Analisi della Pericolosità e Legittimità della Misura

La sentenza si sofferma su alcuni punti chiave che meritano un’analisi approfondita per comprendere la logica giuridica seguita dalla Corte.

Pericolosità desunta dalla condotta e l’obbligo di presentazione PG

Il punto centrale della motivazione risiede nel concetto di pericolosità. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la pericolosità di un soggetto, ai fini dell’applicazione dell’obbligo di presentazione PG, può essere desunta direttamente dalla gravità e dalle modalità violente della sua condotta, senza che siano necessari precedenti violazioni del DASPO o altri precedenti penali. Nel caso di specie, il ricorrente aveva partecipato attivamente a scontri qualificabili come “guerriglia urbana”, tentando più volte di caricare la tifoseria avversaria. Questo comportamento, di per sé, è stato ritenuto un indicatore sufficiente di un concreto pericolo di reiterazione.

La proporzionalità dell’obbligo di presentazione PG

Il ricorrente aveva criticato l’eccessiva gravosità della misura, in particolare la richiesta di presentazioni multiple. La Corte ha respinto questa doglianza, affermando che il provvedimento era adeguatamente motivato nel collegare l’estrema pericolosità del soggetto alla necessità di plurime presentazioni. Questa modalità, secondo i giudici, era l’unica idonea a prevenire la concreta possibilità di elusione del divieto, specialmente in occasione di partite disputate in trasferta. La Corte ha sottolineato come anche una singola presentazione potrebbe non essere sufficiente a impedire al soggetto di raggiungere il luogo della gara in tempo utile.

L’onere della prova sull’urgenza

Un altro aspetto rilevante riguarda la motivazione sulla necessità e urgenza del provvedimento emesso dal Questore. La Cassazione ha chiarito che, quando il provvedimento viene adottato a pochi giorni di distanza dai fatti e in prossimità di altre competizioni sportive, la sua urgenza è ampiamente motivata dalla gravità degli eventi e dalla necessità di prevenire ulteriori disordini. Inoltre, spetta all’interessato dimostrare che il provvedimento ha avuto esecuzione prima della convalida del giudice, condizione necessaria per una più stringente motivazione sull’urgenza, prova che nel caso di specie non è stata fornita.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida l’orientamento secondo cui la valutazione della pericolosità sociale non richiede necessariamente una “carriera” criminale o una serie di comportamenti illeciti. Un singolo episodio, se caratterizzato da particolare violenza e allarme sociale, può essere sufficiente a giustificare misure di prevenzione incisive come il DASPO con l’obbligo di presentazione PG. La decisione ribadisce la discrezionalità dell’autorità giudiziaria nel valutare la proporzionalità della misura, bilanciando la limitazione della libertà personale con l’esigenza di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica durante le manifestazioni sportive.

È necessario avere precedenti penali per vedersi imposto un DASPO con obbligo di presentazione alla P.G.?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la pericolosità del soggetto può essere desunta anche dal solo comportamento violento tenuto in una specifica occasione, senza la necessità di precedenti violazioni del DASPO o altri precedenti penali.

Quando è considerata giustificata la richiesta di presentazioni multiple alla polizia, anche per le partite in trasferta?
Secondo la Corte, presentazioni multiple sono giustificate quando vi è un’estrema pericolosità del soggetto e un concreto rischio di elusione del divieto. Questa misura serve a impedire che la persona, dopo una singola presentazione, possa comunque raggiungere il luogo dove si disputa la gara, specialmente in caso di trasferte.

A chi spetta l’onere di provare che il provvedimento del Questore è stato eseguito prima della convalida del giudice?
L’onere di provare che il provvedimento ha avuto concreta esecuzione prima dell’intervento del magistrato incombe sull’interessato. Tale prova è rilevante perché solo in questo caso è richiesta una motivazione più stringente sul requisito dell’urgenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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