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Obbligo di presentazione: nullo senza 48 ore di difesa

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un obbligo di presentazione a carico di un tifoso, poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore concesso per esercitare il diritto di difesa. La sentenza sottolinea che tale termine è una garanzia fondamentale a tutela della libertà personale e la sua violazione comporta la nullità del provvedimento e l’inefficacia della misura, anche in caso di incertezza sull’orario di deposito dell’atto. Questo caso ribadisce l’importanza del rispetto rigoroso delle tempistiche procedurali.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di presentazione: nullo se il giudice non attende 48 ore

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6856 del 2024, ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: la convalida dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, imposto dal Questore, è nulla se interviene prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica del provvedimento all’interessato. Questa finestra temporale è una garanzia irrinunciabile per consentire all’individuo di preparare le proprie difese. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti: la Misura del Questore e il Ricorso

Il caso ha origine da un provvedimento del Questore che, oltre a imporre il divieto di accesso a manifestazioni sportive (noto come DASPO), aveva prescritto a un tifoso l’obbligo di presentazione presso il comando di polizia competente durante lo svolgimento di determinati eventi sportivi. Successivamente, il Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) del Tribunale convalidava tale misura.

Il difensore del tifoso ha proposto ricorso per cassazione avverso l’ordinanza di convalida, lamentando principalmente la violazione di legge. Il motivo cardine del ricorso era che il G.i.p. aveva emesso il suo provvedimento prima che fosse decorso il termine di 48 ore dalla notifica dell’atto del Questore, impedendo di fatto l’esercizio del diritto di difesa.

La Decisione della Corte: Annullamento dell’Obbligo di Presentazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha stabilito che il mancato rispetto del termine dilatorio di 48 ore, previsto per consentire all’interessato di presentare memorie o deduzioni difensive, integra una nullità di ordine generale. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore, limitatamente alla parte relativa all’obbligo di presentazione. È importante notare che la parte amministrativa del provvedimento, ossia il divieto di accesso agli stadi, rimane invece valida ed efficace.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati in materia di tutela della libertà personale. La legge stabilisce che la notifica del provvedimento del Questore deve contenere l’avviso della facoltà di presentare memorie difensive al giudice competente per la convalida. Sebbene la norma non specifichi la durata di questo termine, la giurisprudenza ha costantemente affermato la necessità di garantire un lasso di tempo di almeno 48 ore, decorrenti dalla notifica, per permettere un effettivo esercizio del diritto di difesa.

Nel caso specifico, era emerso che il provvedimento del Questore era stato notificato al ricorrente il 24 luglio alle ore 15:55. L’ordinanza di convalida del G.i.p. era stata depositata il 26 luglio. Sebbene l’ora del deposito non fosse indicata, la Corte ha rilevato che la cancelleria del Tribunale aveva trasmesso via PEC copia dell’ordinanza ai Carabinieri per la notifica il 26 luglio alle ore 14:03, ovvero circa due ore prima della scadenza del termine di 48 ore. Questo elemento ha confermato il mancato rispetto del termine a difesa.

La Corte ha ribadito che, in materie che incidono sulla libertà personale e in presenza di una disciplina così rigorosa, non è possibile ricorrere a presunzioni per superare l’incertezza sulla tempestività della convalida. L’incertezza stessa, non risolvibile tramite gli atti, comporta la caducazione della misura. La violazione di questo termine per la difesa costituisce una nullità ai sensi dell’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale.

Le conclusioni

Questa sentenza rafforza il principio secondo cui le garanzie procedurali, specialmente quando è in gioco la libertà personale, devono essere rispettate con il massimo rigore. L’obbligo di presentazione è una misura che limita significativamente la libertà di movimento dell’individuo, e la sua legittimità dipende dal rispetto scrupoloso dell’iter previsto dalla legge. La decisione chiarisce che la fretta procedurale non può mai prevalere sul diritto fondamentale alla difesa. Per le autorità procedenti, questo significa prestare la massima attenzione alle tempistiche, assicurandosi che il destinatario di una misura restrittiva abbia sempre a disposizione l’intero termine di 48 ore per interloquire con il giudice prima che questi decida sulla convalida.

Perché è stata annullata la convalida dell’obbligo di presentazione?
L’ordinanza di convalida è stata annullata perché il giudice l’ha emessa prima che fossero trascorse le 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore all’interessato, violando così il suo diritto di presentare memorie difensive.

Cosa succede se il termine di 48 ore per la difesa non viene rispettato?
La violazione del termine di 48 ore per la difesa comporta una nullità di ordine generale. Di conseguenza, l’ordinanza di convalida viene annullata e la misura dell’obbligo di presentazione perde la sua efficacia.

L’annullamento dell’obbligo di presentazione cancella anche il divieto di accesso allo stadio (DASPO)?
No. La sentenza chiarisce che l’annullamento riguarda esclusivamente la misura dell’obbligo di presentazione, che incide sulla libertà personale. La parte amministrativa del provvedimento, ovvero il divieto di accesso agli impianti sportivi, resta valida ed efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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