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Obbligo di presentazione: nullo se manca l’urgenza

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un DASPO che imponeva l’obbligo di presentazione. La decisione si fonda sulla mancata motivazione, sia da parte del Questore che del Giudice, circa le ragioni di necessità e urgenza che giustificavano l’applicazione della misura prima della convalida giudiziaria, specialmente perché nel frattempo si era svolto un evento sportivo durante il quale il destinatario aveva dovuto adempiere all’obbligo.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di presentazione nel DASPO: Annullato se manca la motivazione sull’urgenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43882/2024, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure di prevenzione: l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, accessorio al DASPO, richiede una solida motivazione sulla necessità e urgenza, soprattutto se la misura produce i suoi effetti prima della convalida del giudice. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Un tifoso veniva raggiunto da un provvedimento del Questore che gli imponeva, oltre al divieto di accesso agli stadi (DASPO), anche l’obbligo di presentazione presso gli uffici di polizia per la durata di due anni. Il provvedimento veniva successivamente convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale competente.

L’interessato proponeva ricorso per cassazione avverso l’ordinanza di convalida, lamentando principalmente due vizi:
1. Difetto di motivazione: L’ordinanza non spiegava le ragioni di necessità e urgenza che giustificavano l’immediata esecuzione della misura. In particolare, tra la notifica del provvedimento del Questore e la convalida del GIP, si era disputato un incontro di basket, durante il quale il ricorrente aveva dovuto recarsi in Questura per adempiere all’obbligo.
2. Violazione di legge: Si contestava la durata della misura, sostenendo che non sussistessero i presupposti della recidiva, in quanto i precedenti DASPO a suo carico erano stati revocati o annullati.

La questione dell’obbligo di presentazione e la motivazione sull’urgenza

Il fulcro del ricorso verteva sulla limitazione della libertà personale subita dal cittadino prima ancora che un giudice potesse vagliare la legittimità del provvedimento. Il ricorrente ha documentato che, nel lasso di tempo tra l’atto del Questore e la convalida del GIP, si era tenuta una manifestazione sportiva che lo aveva costretto ad adempiere all’obbligo di presentazione, subendo così una restrizione della propria libertà.

Secondo la difesa, questa circostanza imponeva una motivazione rafforzata, sia nel provvedimento amministrativo che in quello giurisdizionale, circa la sussistenza di un’urgenza tale da non poter attendere la decisione del giudice.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto al secondo. Gli Ermellini hanno richiamato un principio consolidato (ius receptum), secondo cui l’omessa motivazione sulle ragioni di urgenza determina l’invalidità del provvedimento e ne impedisce la convalida, ma solo a una precisa condizione: che tra la notifica e la convalida si sia effettivamente svolta una manifestazione sportiva in occasione della quale il soggetto ha dovuto ottemperare all’obbligo di presentazione.

Nel caso specifico, il ricorrente ha fornito la prova di tale circostanza. Di conseguenza, la limitazione della libertà personale, avvenuta in forza di un mero atto di polizia prima del controllo giurisdizionale, avrebbe dovuto essere supportata da un’adeguata motivazione sull’urgenza.

La Corte ha constatato che tale motivazione era completamente assente sia nel provvedimento del Questore sia nell’ordinanza di convalida del GIP. Il giudice si era limitato a richiamare i presupposti generici della misura e la pericolosità sociale del soggetto, senza però specificare nulla in merito alla necessità e all’urgenza che imponevano l’immediata esecutività dell’obbligo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata con rinvio al Tribunale di competenza per un nuovo giudizio. Ha inoltre dichiarato l’inefficacia del provvedimento del Questore limitatamente all’obbligo di presentazione. Questa sentenza ribadisce che le misure che incidono sulla libertà personale, anche se di natura preventiva, devono essere circondate da solide garanzie procedurali. Quando un provvedimento amministrativo, come il DASPO con obbligo di firma, produce i suoi effetti prima della convalida del giudice, l’urgenza non può essere presunta ma deve essere specificamente e concretamente motivata dall’autorità. In mancanza, il provvedimento è illegittimo e non può essere convalidato.

Quando è necessaria una motivazione specifica sull’urgenza per l’obbligo di presentazione?
Secondo la Corte, è necessaria una motivazione specifica sull’urgenza quando, tra la notifica del provvedimento del Questore e l’ordinanza di convalida del giudice, si svolge una manifestazione sportiva che costringe il destinatario a ottemperare all’obbligo, limitandone di fatto la libertà personale prima del controllo giurisdizionale.

Cosa succede se il provvedimento del Questore e la convalida del Giudice mancano di motivazione sull’urgenza?
Se entrambi i provvedimenti mancano di una motivazione specifica sulla necessità e urgenza, nonostante il soggetto abbia dovuto adempiere all’obbligo prima della convalida, l’ordinanza di convalida è illegittima e deve essere annullata. Di conseguenza, viene dichiarata l’inefficacia del provvedimento del Questore per la parte relativa all’obbligo di presentazione.

Su chi ricade l’onere di provare che l’obbligo di presentazione ha avuto effetto prima della convalida del giudice?
La sentenza chiarisce che incombe sul destinatario del provvedimento, che intende contestare la sussistenza delle ragioni di urgenza, l’onere di provare che la misura ha avuto concreta esecuzione (cioè che ha dovuto presentarsi in questura) prima dell’intervento del magistrato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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