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Obbligo di presentazione: nullo se il GIP ignora la difesa

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di convalida di un obbligo di presentazione, poiché il Giudice per le indagini preliminari (G.i.p.) aveva completamente ignorato la memoria difensiva presentata dall’interessato. La sentenza stabilisce che omettere la valutazione degli argomenti difensivi costituisce una violazione del diritto di difesa e determina la nullità del provvedimento di convalida.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di presentazione: nullo se il GIP ignora la memoria difensiva

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, spesso associato al D.A.S.P.O., rappresenta una significativa limitazione della libertà personale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22030 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa: il provvedimento di convalida emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) è nullo se ignora completamente le argomentazioni contenute nella memoria difensiva presentata dall’interessato.

Il caso: D.A.S.P.O. e un obbligo di presentazione contestato

La vicenda trae origine da un provvedimento del Questore che, oltre a imporre a un soggetto il divieto di accedere a luoghi dove si svolgono incontri calcistici (D.A.S.P.O.), aveva aggiunto la prescrizione di presentarsi in Questura durante le partite di una specifica squadra di calcio.

Il G.i.p. del Tribunale competente aveva successivamente convalidato tale provvedimento. Tuttavia, la difesa dell’interessato aveva tempestivamente depositato, entro le 48 ore dalla notifica, una memoria difensiva con cui contestava la legittimità della misura sotto diversi profili, tra cui:

* L’insussistenza dei presupposti di necessità e urgenza.
* La mancanza di una pericolosità attuale del soggetto.
* La congruità e la durata dell’obbligo imposto.

Nonostante la presentazione di questo atto, il G.i.p. convalidava la misura con una motivazione scarna, senza fare alcun cenno alle censure sollevate dalla difesa.

L’importanza dell’obbligo di presentazione e la violazione del diritto di difesa

Contro l’ordinanza del G.i.p., la difesa ha proposto ricorso per cassazione, lamentando proprio la totale omissione della valutazione della memoria difensiva. Questo, secondo il ricorrente, equivaleva a una violazione del diritto di difesa, rendendo nullo il provvedimento di convalida.

Il ricorso evidenziava come il G.i.p. non avesse fornito alcuna risposta alle specifiche argomentazioni difensive, limitandosi a una convalida acritica del provvedimento del Questore. Tale comportamento, di fatto, svuotava di significato la garanzia difensiva prevista dalla legge.

La decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio consolidato nella loro giurisprudenza: «è nulla, per violazione del diritto di difesa, l’ordinanza di convalida del provvedimento del Questore, impositivo dell’obbligo di presentazione ad un ufficio o comando di polizia, che non contenga alcun riferimento alle deduzioni oggetto della memoria difensiva depositata».

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la possibilità di presentare una memoria non è una formalità, ma una garanzia “sostanziale”. Essa rappresenta una fondamentale forma di interlocuzione tra il cittadino e l’autorità giudiziaria, consentendo al primo di contestare la legittimità di una misura che incide sulla sua libertà personale. Ignorare tale memoria significa privare il diritto di difesa della sua effettività. Il G.i.p., in qualità di garante della legalità, ha il dovere di prendere in esame le argomentazioni difensive e di fornire una risposta motivata, sia che le accolga sia che le respinga. L’assenza totale di considerazione della memoria rende la motivazione dell’ordinanza meramente apparente e, di conseguenza, il provvedimento nullo.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha dichiarato l’inefficacia dell’obbligo di presentazione. Questa decisione rafforza la centralità del contraddittorio e del diritto di difesa anche nei procedimenti di prevenzione. L’autorità giudiziaria non può limitarsi a un recepimento passivo delle richieste dell’autorità di pubblica sicurezza, ma deve svolgere un controllo effettivo e motivato, tenendo in debita considerazione le ragioni esposte dalla difesa. Un provvedimento che limita la libertà personale, come l’obbligo di firma, richiede un vaglio giurisdizionale attento e non superficiale.

L’ordinanza di convalida dell’obbligo di presentazione può ignorare la memoria difensiva del destinatario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’ordinanza di convalida è nulla se non contiene alcun riferimento alle deduzioni e ai rilievi contenuti nella memoria difensiva depositata tempestivamente.

Qual è il valore della memoria difensiva in un procedimento di convalida del D.A.S.P.O. con obbligo di presentazione?
La memoria difensiva non ha un valore meramente formale. Rappresenta una garanzia “sostanziale” che offre al destinatario del provvedimento una reale possibilità di interlocuzione con l’autorità giudiziaria, contestando la legittimità della misura.

Cosa succede se il G.i.p. convalida l’obbligo di presentazione senza considerare gli argomenti della difesa?
La Corte di Cassazione annulla senza rinvio l’ordinanza di convalida, dichiarando l’inefficacia del provvedimento del Questore limitatamente all’obbligo di presentazione, in quanto viene leso il diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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