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Obbligo di presentazione: nullità per violazione difesa

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un obbligo di presentazione accessorio a un DASPO. La decisione è fondata sulla violazione del diritto di difesa, in quanto il giudice ha emesso il provvedimento prima della scadenza del termine di 48 ore concesso all’interessato per presentare le proprie deduzioni. Di conseguenza, l’obbligo di presentazione è stato dichiarato inefficace, pur rimanendo valido il divieto di accesso alle manifestazioni sportive.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di Presentazione e DASPO: Quando la Fretta del Giudice Viola il Diritto di Difesa

Il diritto di difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico, anche nei procedimenti volti a garantire la sicurezza pubblica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio in materia di DASPO e del relativo obbligo di presentazione, sanzionando la prassi di convalidare la misura senza attendere i termini previsti per le deduzioni difensive. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un tifoso veniva raggiunto da un provvedimento del Questore che gli imponeva il divieto di accedere a manifestazioni sportive (DASPO) per una durata di otto anni. A questa misura si aggiungeva l’obbligo di presentazione presso gli uffici di polizia in occasione di tutte le partite, sia in casa che in trasferta, della sua squadra del cuore.

Il provvedimento veniva notificato l’11 marzo alle ore 18:00. La difesa del tifoso depositava una memoria difensiva il 13 marzo alle ore 16:19, quindi entro il termine di 48 ore previsto dalla legge. Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) convalidava l’obbligo di presentazione già il 13 marzo, senza specificare l’orario e senza dare atto di aver esaminato le argomentazioni della difesa. Contro questa ordinanza di convalida, il tifoso proponeva ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Violazione del Termine di Difesa

Il ricorrente lamentava diversi vizi, ma quello decisivo riguardava la violazione delle norme procedurali. In particolare, si contestava il mancato rispetto del termine minimo di 48 ore dalla notifica, concesso alla difesa per poter esaminare gli atti e presentare le proprie deduzioni. La convalida del GIP, avvenuta prima della scadenza di tale termine, aveva di fatto impedito un effettivo esercizio del diritto al contraddittorio. Inoltre, si contestava l’eccessiva durata della misura (otto anni), sproporzionata per un soggetto non recidivo, per il quale la legge prevede un massimo di cinque anni.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’obbligo di presentazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza del GIP. La decisione si è concentrata sul primo motivo, ritenuto assorbente rispetto a tutti gli altri. I giudici hanno riaffermato un principio consolidato: la procedura di convalida dell’obbligo di presentazione non può avvenire prima che sia decorso il termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il termine di 48 ore non è una mera formalità, ma un presidio invalicabile a tutela del diritto di difesa, costituzionalmente garantito. Questo lasso di tempo è indispensabile per consentire all’interessato e al suo legale di preparare un’adeguata difesa, presentando memorie e deduzioni al giudice della convalida.

Un’emissione del provvedimento di convalida prima di tale scadenza integra una nullità di ordine generale, come previsto dall’art. 178, lett. c), del codice di procedura penale, poiché lede direttamente il diritto all’assistenza e alla difesa dell’imputato (in questo caso, del destinatario della misura).

Nel caso specifico, il GIP aveva emesso la convalida prima delle ore 18:00 del 13 marzo, non tenendo conto della memoria difensiva depositata tempestivamente alle 16:19 dello stesso giorno. Questo comportamento ha reso l’ordinanza di convalida nulla.

L’annullamento dell’ordinanza ha determinato la perdita di efficacia del provvedimento del Questore, ma limitatamente alla parte relativa all’obbligo di presentazione. Il divieto di accesso agli stadi (il DASPO vero e proprio), avendo natura amministrativa e non necessitando di convalida giurisdizionale, è rimasto invece valido ed efficace.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce con forza che le esigenze di celerità e urgenza, tipiche delle misure di prevenzione, non possono mai comprimere i diritti fondamentali della persona. Il rispetto dei termini procedurali, e in particolare di quelli posti a garanzia del diritto di difesa, è un requisito di legittimità imprescindibile per qualsiasi atto giudiziario che incida sulla libertà personale. La pronuncia chiarisce inoltre la duplice natura del provvedimento del Questore: una parte puramente amministrativa (il divieto di accesso) e una parte che richiede un vaglio giurisdizionale (l’obbligo di presentazione), soggetta a tutte le garanzie del giusto processo.

Quanto tempo ha la difesa per presentare le proprie argomentazioni dopo la notifica di un provvedimento con obbligo di presentazione?
La difesa ha a disposizione un termine di 48 ore dalla notifica del provvedimento per poter esaminare gli atti e depositare memorie difensive prima che il giudice decida sulla convalida.

Cosa succede se il giudice convalida l’obbligo di presentazione prima che siano trascorse 48 ore?
Se il giudice emette l’ordinanza di convalida prima della scadenza del termine di 48 ore, l’atto è affetto da nullità di ordine generale per violazione del diritto di difesa. Di conseguenza, l’ordinanza viene annullata e l’obbligo di presentazione perde la sua efficacia.

L’annullamento della convalida dell’obbligo di presentazione rende nullo anche il DASPO (divieto di accesso allo stadio)?
No. La sentenza chiarisce che l’annullamento riguarda solo la misura dell’obbligo di presentazione, che richiede una convalida del giudice. Il divieto di accesso agli impianti sportivi (DASPO) ha natura amministrativa e resta valido ed efficace indipendentemente dall’esito della procedura di convalida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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