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Obbligo di presentazione e amichevoli: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto sottoposto a obbligo di presentazione durante le manifestazioni sportive. La Corte ha confermato la legittimità della misura anche per le partite amichevoli, purché conoscibili, e ha ritenuto giustificata la ‘doppia firma’ (a inizio e fine partita) in ragione della gravità dei comportamenti passati del ricorrente, respingendo le doglianze sulla genericità delle motivazioni e sulla distanza tra residenza e luogo degli eventi.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di Presentazione e Partite Amichevoli: la Cassazione Fa Chiarezza

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria durante le manifestazioni sportive è una delle misure di prevenzione più note per contrastare la violenza negli stadi. Ma quali sono i suoi limiti? Può estendersi anche alle partite amichevoli? E quando è legittima la richiesta di una ‘doppia firma’? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26538 del 2024, offre importanti chiarimenti, ribadendo il rigore necessario per i soggetti considerati socialmente pericolosi.

I Fatti del Caso

Un individuo, già destinatario in passato di provvedimenti simili, si vedeva applicare dal Questore di Bolzano l’obbligo di presentazione in concomitanza con le manifestazioni sportive della sua squadra del cuore. Il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) del Tribunale di Bolzano convalidava il provvedimento. L’interessato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione basato su quattro principali motivi di doglianza:

1. Difetto di motivazione: Il Gip non avrebbe adeguatamente considerato le memorie difensive che contestavano la recidiva e la durata della misura, limitandosi a un generico riferimento.
2. Violazione del principio di gradualità: Il Questore avrebbe applicato la misura senza motivare adeguatamente sulla sua proporzionalità, limitandosi a richiamare i precedenti del soggetto.
3. Estensione alle partite amichevoli: Si contestava la violazione di legge per l’obbligo di firma anche durante partite amichevoli, spesso non pubblicizzate o giocate a porte chiuse, rendendo difficile per l’interessato venirne a conoscenza.
4. Imposizione della ‘doppia firma’: Si lamentava l’irragionevolezza dell’obbligo di firmare due volte durante la partita (15 minuti dopo l’inizio e 15 prima della fine), data la grande distanza tra la residenza del soggetto (in provincia di Milano) e i luoghi dove la squadra (di Reggio Calabria) gioca prevalentemente (Calabria e Sicilia).

L’Analisi della Corte e la Legittimità dell’Obbligo di Presentazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure sollevate dalla difesa. L’analisi della Corte fornisce un quadro chiaro sulla portata e l’applicazione di questa misura di prevenzione.

Genericità del Ricorso e Motivazione Adeguata

In primo luogo, la Corte ha ritenuto il primo motivo di ricorso non specifico. La difesa si era limitata a lamentare un mancato esame delle memorie, senza però spiegare nel dettaglio quali fossero le argomentazioni e perché la risposta del Gip fosse insufficiente. Al contrario, secondo i giudici, il provvedimento impugnato era adeguatamente motivato, tenuto conto che il soggetto era stato protagonista di comportamenti violenti in passato e già sottoposto a due precedenti divieti di accesso ai luoghi delle manifestazioni sportive.

L’obbligo di presentazione anche per le partite amichevoli

Sul terzo motivo, relativo all’estensione dell’obbligo alle partite amichevoli, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato. La misura deve impedire efficacemente la partecipazione del soggetto a qualsiasi manifestazione sportiva dove potrebbe reiterare condotte violente. Pertanto, l’obbligo di presentazione può legittimamente riferirsi anche agli incontri amichevoli, a condizione che questi siano stati programmati e pubblicizzati attraverso i normali canali di diffusione, rendendoli così ‘previamente conoscibili’ dall’interessato. Il divieto, quindi, non si estende a eventi di cui non si può avere notizia con l’ordinaria diligenza.

Le Motivazioni della Decisione

Il nucleo della decisione della Cassazione risiede nella valutazione della pericolosità del soggetto e della necessità di una misura efficace. I giudici hanno sottolineato come i precedenti divieti non avessero sortito alcun effetto deterrente. Il soggetto aveva posto in essere ‘plurimi atti di violenza fisica con l’uso di armi contro la polizia’, ‘lesioni ai danni di operatori’ e ‘atteggiamenti minacciosi e provocatori’.

In questo contesto, anche la ‘doppia firma’ è stata ritenuta legittima. La Corte ha evidenziato che questa modalità più stringente era giustificata dall’estrema gravità degli atti compiuti in passato, come l’utilizzo di un’asta di bandiera per colpire gli operatori di pubblica sicurezza rimanendo tra le prime file dei facinorosi. La motivazione del provvedimento impugnato, secondo la Corte, era quindi sufficiente e adeguata alla situazione concreta.

Infine, la doglianza sulla distanza tra residenza e luogo delle partite è stata liquidata come un’asserzione generica, incapace di inficiare la legittimità di una misura fondata sulla necessità di prevenire gravi pericoli per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Conclusioni

La sentenza consolida l’orientamento giurisprudenziale che riconosce un’ampia portata all’obbligo di presentazione come strumento di prevenzione della violenza sportiva. Vengono stabiliti tre punti fermi:

1. Efficacia prima di tutto: La misura deve essere strutturata per impedire concretamente la partecipazione del soggetto a eventi a rischio, inclusi quelli non ufficiali come le amichevoli.
2. Conoscibilità: L’obbligo si applica solo agli eventi la cui programmazione è conoscibile tramite i normali canali informativi, tutelando così l’affidamento del destinatario.
3. Proporzionalità: La severità delle modalità (es. ‘doppia firma’) è legittima se proporzionata alla gravità dei comportamenti passati e alla pericolosità sociale del soggetto.

L’obbligo di presentazione alla polizia si applica anche alle partite amichevoli?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’obbligo può estendersi anche agli incontri amichevoli, a condizione che siano stati programmati e pubblicizzati attraverso i normali strumenti di diffusione, in modo da essere conoscibili dall’interessato con l’ordinaria diligenza.

È legittimo imporre l’obbligo di firmare due volte (‘doppia firma’) durante una partita?
Sì, secondo la sentenza, l’imposizione di una ‘doppia firma’ (all’inizio e alla fine dell’evento) è legittima e sufficientemente motivata quando è giustificata dall’estrema gravità dei comportamenti passati del soggetto e dalla sua accertata pericolosità.

La grande distanza tra la residenza del soggetto e il luogo delle partite è un motivo valido per annullare l’obbligo di presentazione?
No, nel caso specifico la Corte ha ritenuto tale argomento una generica asserzione e non un motivo sufficiente per dichiarare inammissibile il provvedimento, poiché la misura si fonda sulla necessità di prevenire la pericolosità del soggetto, indipendentemente dalla sua residenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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