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Obbligo di presentazione DASPO: quando è illegittimo?

La Corte di Cassazione analizza un caso di DASPO con obbligo di presentazione. La sentenza conferma la validità generale della misura, ma annulla parzialmente l’ordinanza di convalida. Nello specifico, viene ritenuto illegittimo l’imposto obbligo di una seconda firma per le partite in trasferta giocate in altre regioni, in quanto misura eccessivamente gravosa e non adeguatamente motivata dal giudice, soprattutto a fronte della concreta impossibilità per il soggetto di raggiungere il luogo dell’evento sportivo.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di presentazione DASPO: la Cassazione fissa i limiti alla doppia firma

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, misura accessoria al DASPO, rappresenta una significativa limitazione della libertà personale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 6586/2025) ha chiarito i confini di applicabilità di questa misura, in particolare per quanto riguarda la richiesta di una doppia firma durante le partite in trasferta. La Corte ha stabilito che tale imposizione, se non adeguatamente motivata e palesemente vessatoria, è illegittima. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti del Caso

Un giovane tifoso, a seguito di un episodio di violenza ai danni di uno steward durante una partita di calcio, veniva raggiunto da un provvedimento di DASPO emesso dal Questore. La misura, della durata di cinque anni, prevedeva non solo il divieto di accesso agli impianti sportivi, ma anche un duplice obbligo di presentazione presso la Questura: 35 minuti dopo l’inizio del primo tempo e 35 minuti dopo l’inizio del secondo tempo di ogni partita, incluse amichevoli e trasferte, disputata dalla sua squadra del cuore.
Il provvedimento veniva convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), nonostante il tifoso avesse presentato una memoria difensiva contestando diversi profili, tra cui l’eccessiva durata, la vessatorietà della seconda firma e la sua applicazione anche alle partite in trasferta e amichevoli.

I Motivi del Ricorso e l’Obbligo di Presentazione

Il difensore del tifoso ha impugnato l’ordinanza di convalida del GIP dinanzi alla Corte di Cassazione, articolando quattro motivi di ricorso:
1. Omessa valutazione della memoria difensiva: il giudice non avrebbe esaminato nel merito le argomentazioni della difesa.
2. Difetto di motivazione sull’urgenza: mancava una giustificazione sulle ragioni di necessità e urgenza della misura.
3. Estensione alle partite amichevoli: si contestava l’applicazione dell’obbligo anche a incontri non sempre noti al pubblico.
4. Vessatorietà del doppio obbligo di presentazione: si lamentava la natura eccessivamente gravosa della doppia firma, specialmente per le partite in trasferta che si svolgono in altre regioni, rendendo di fatto impossibile per il tifoso assistere all’evento anche se lo volesse.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato i primi tre motivi, ritenendoli infondati. Ha chiarito che il giudice aveva di fatto esaminato la memoria difensiva, che l’urgenza non necessita di specifica motivazione se non si sono verificate partite tra la notifica e la convalida, e che l’obbligo di presentazione si estende legittimamente anche alle amichevoli, purché pubblicizzate e conoscibili.
Il quarto motivo, invece, è stato accolto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha affermato un principio fondamentale: l’obbligo di presentazione, e in particolare la sua duplicazione, non può tradursi in una misura sproporzionata e priva di logica. L’imposizione di una seconda firma per le partite disputate in trasferta, in regioni diverse e distanti, deve essere sorretta da una specifica e puntuale motivazione da parte del giudice della convalida.
Nel caso di specie, il GIP non aveva fornito alcuna argomentazione per giustificare tale aggravio, nonostante la difesa avesse sollevato il punto nella memoria difensiva. La Corte ha ricordato che “l’obbligo di duplice presentazione all’Autorità di pubblica sicurezza non è legittimamente imposto laddove, in ragione della distanza del luogo di competizione da quello di presentazione, non sia in ogni modo possibile, per l’interessato, raggiungere il luogo dell’incontro in tempi ravvicinati”. Mancando qualsiasi motivazione su questo profilo specifico, la misura risulta illegittima perché eccessivamente gravosa e vessatoria.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce che il controllo giurisdizionale sulle misure di prevenzione come il DASPO non può essere meramente formale. Il giudice ha il dovere di valutare la proporzionalità e la ragionevolezza delle prescrizioni imposte dal Questore, soprattutto quando queste incidono in modo significativo sulla libertà personale. L’obbligo di presentazione con doppia firma per le trasferte interregionali non è automatico, ma deve essere giustificato da specifiche esigenze che il giudice deve esplicitare nella sua ordinanza. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, limitatamente all’imposizione della seconda firma per le partite in trasferta fuori regione, dichiarando cessata l’efficacia di tale specifica prescrizione.

È sempre legittimo l’obbligo di presentazione alla polizia durante le partite amichevoli?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’obbligo di comparire presso un ufficio di polizia è applicabile anche alle gare amichevoli, a condizione che queste siano rese note attraverso i normali canali di pubblicità (es. calendari ufficiali), rendendole così conoscibili all’interessato.

Il giudice deve sempre motivare l’urgenza di un DASPO con obbligo di presentazione?
No, non è sempre necessario. La motivazione sulle ragioni di urgenza è richiesta solo se, tra la data di notifica del provvedimento del Questore e la data dell’ordinanza di convalida del giudice, si sia svolta una competizione sportiva per la quale l’interessato avrebbe dovuto ottemperare all’obbligo di presentazione.

L’obbligo di una doppia firma in questura per le partite in trasferta è sempre valido?
No. La Corte ha stabilito che l’imposizione di una seconda firma per le partite in trasferta è illegittima se il giudice non fornisce una specifica motivazione a riguardo. Tale misura non può essere imposta se, a causa della distanza, risulta impossibile per la persona raggiungere il luogo dell’incontro, configurandosi come una prescrizione eccessivamente gravosa e vessatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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