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Nullità processuale appello: i termini per l’eccezione

La Corte di Cassazione chiarisce un importante principio sulla nullità processuale nel rito d’appello cartolare. Se il difensore non riceve le conclusioni del PM, deve eccepire la nullità nel primo atto utile, ovvero nelle proprie conclusioni scritte, altrimenti l’eccezione si considera tardiva. Nel caso di specie, due fratelli condannati per resistenza e lesioni vedono i loro ricorsi respinti perché la nullità è stata sollevata solo in Cassazione.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Processuale: Quando e Come Eccepirla nel Rito Cartolare

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per la difesa tecnica: la nullità processuale derivante dalla mancata comunicazione delle conclusioni del Pubblico Ministero nel rito d’appello cartolare. La pronuncia stabilisce un principio chiaro sulla tempestività dell’eccezione, sottolineando che il difensore deve agire al primo momento utile, pena la decadenza.

I Fatti del Processo

Due fratelli venivano citati a giudizio per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Il Tribunale di primo grado li condannava per la sola resistenza, assolvendoli dalle lesioni. A seguito dell’appello del Pubblico Ministero, la Corte d’appello riformava parzialmente la sentenza: riconosceva la responsabilità degli imputati anche per il reato di lesioni, unificando i reati sotto il vincolo della continuazione, e rideterminava la pena complessiva, aumentandola per entrambi.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa proponeva ricorso per cassazione affidandosi a due principali motivi.

La questione della nullità processuale

Per uno degli imputati, il difensore lamentava la nullità del giudizio d’appello. Sosteneva che le conclusioni scritte del Procuratore Generale non erano state notificate a lui, difensore di fiducia nominato in corso di causa, ma al precedente difensore d’ufficio. Tale omissione, secondo la difesa, aveva violato il diritto di partecipazione al giudizio cartolare, un rito che si basa esclusivamente sullo scambio di atti scritti.

La critica sulla motivazione della pena

Per entrambi gli imputati, il ricorso criticava la sentenza d’appello per omessa motivazione riguardo all’aumento di pena di un mese applicato per il reato di lesioni in continuazione. La Corte territoriale si era limitata a un generico riferimento alle “peculiari modalità del fatto”, una giustificazione ritenuta dal ricorrente apodittica e insufficiente.

La Decisione della Corte: La nullità processuale e i suoi termini

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i ricorsi, ritenendoli infondati. La parte più significativa della sentenza riguarda la gestione della nullità processuale nel contesto del rito cartolare emergenziale.

Le Motivazioni della Sentenza

L’eccezione di nullità deve essere tempestiva

La Corte ha ribadito l’orientamento giurisprudenziale ormai prevalente: la mancata comunicazione telematica delle conclusioni del PM al difensore dell’imputato integra una nullità generale a regime intermedio. Tuttavia, tale nullità deve essere eccepita dal difensore nel primo atto successivo alla sua conoscenza.

Nel rito cartolare, l’unico atto di partecipazione del difensore è la formulazione e il deposito delle proprie conclusioni scritte. Pertanto, è in quella sede che il legale, accortosi della mancata ricezione degli atti della Procura, ha l’onere di eccepire la nullità. Se il difensore deposita le proprie conclusioni nel merito senza sollevare la questione, perde il diritto di farlo in un momento successivo, come nel ricorso per cassazione. L’eccezione formulata per la prima volta in sede di legittimità è, dunque, tardiva.

Sulla congruità della pena e l’onere di motivazione

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Cassazione ha ricordato che, in tema di reato continuato, il giudice deve motivare gli aumenti di pena per i reati satellite. L’intensità della motivazione è correlata all’entità dell’aumento. Nel caso di specie, la Corte d’appello, aumentando la pena di un solo mese, ha legittimamente fatto riferimento alle “peculiari modalità esecutive della condotta” e allo stato di incensuratezza di uno degli imputati. Tale motivazione, seppur sintetica, è stata ritenuta sufficiente e non illogica, adempiendo così all’onere previsto dalla legge.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica per gli operatori del diritto. Conferma che la vigilanza procedurale è un dovere costante del difensore. Nel rito cartolare, dove il contraddittorio è dematerializzato, l’onere di eccepire tempestivamente le nullità diventa ancora più stringente. Attendere il grado di legittimità per sollevare vizi procedurali noti o conoscibili durante il giudizio di merito costituisce una strategia destinata all’insuccesso, in quanto l’eccezione verrà quasi certamente dichiarata tardiva.

Quando va eccepita la nullità per mancata notifica delle conclusioni del PM nel rito d’appello cartolare?
La nullità deve essere eccepita dal difensore nel primo atto successivo, che nel rito cartolare è rappresentato dal deposito delle proprie conclusioni scritte. Se non viene sollevata in quella sede, l’eccezione si considera tardiva.

Un generico riferimento alle “modalità del fatto” è una motivazione sufficiente per un aumento di pena nel reato continuato?
Sì, secondo la Corte è sufficiente quando l’aumento di pena è di lieve entità. Il grado di dettaglio della motivazione deve essere proporzionato all’entità dell’aumento sanzionatorio applicato per il reato satellite.

Cosa succede se il difensore non eccepisce subito la nullità processuale?
Il diritto a far valere la nullità decade. La parte non può più sollevare la questione in un momento successivo del procedimento, come ad esempio con il ricorso per cassazione, e il vizio si intende sanato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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