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Nullità processo cartolare: sentenza annullata

La Corte di Cassazione annulla una condanna per guida in stato di ebbrezza a causa di una nullità processo cartolare. La mancata comunicazione alla difesa delle conclusioni scritte del Pubblico Ministero, durante il giudizio d’appello svoltosi con rito scritto, ha integrato una violazione del diritto di partecipazione dell’imputato, determinando l’annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Processo Cartolare: la Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21050/2024) ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: il diritto dell’imputato a una partecipazione attiva e consapevole al giudizio. Il caso riguardava una condanna per guida in stato di ebbrezza, ma la questione centrale è stata una nullità processo cartolare, un vizio procedurale che ha portato all’annullamento della decisione d’appello. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Oristano per la contravvenzione di guida in stato di ebbrezza. La sentenza veniva confermata dalla Corte di appello di Cagliari. Contro questa decisione, il difensore dell’imputato proponeva ricorso per cassazione, lamentando diverse violazioni di legge, sia sostanziali che procedurali. Tra queste, spiccava un motivo destinato a essere decisivo: la violazione delle regole del cosiddetto ‘processo cartolare’.

Il giudizio d’appello si era infatti svolto secondo la disciplina emergenziale introdotta durante la pandemia da Covid-19, che prevedeva la trattazione scritta del procedimento. In questo contesto, la difesa sosteneva di non aver mai ricevuto la comunicazione delle conclusioni scritte del Procuratore Generale, un adempimento previsto dalla legge per garantire il contraddittorio tra le parti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto a tutti gli altri. Ha quindi annullato la sentenza impugnata e disposto la trasmissione degli atti a un’altra sezione della Corte di appello di Cagliari per un nuovo giudizio. La Cassazione ha stabilito che la mancata comunicazione delle conclusioni del Pubblico Ministero alla difesa costituisce una nullità di ordine generale a regime intermedio, che compromette il diritto dell’imputato a intervenire nel processo.

La Nullità Processo Cartolare: Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un preciso orientamento giurisprudenziale. Il ‘processo cartolare’, pur essendo una modalità eccezionale, non può sacrificare i diritti fondamentali della difesa. Il contraddittorio, cioè la possibilità per accusa e difesa di confrontarsi ad armi pari, è uno dei pilastri del giusto processo.

La legge che disciplinava il rito emergenziale (art. 23-bis del d.l. n. 137/2020) prescriveva esplicitamente che le conclusioni del Procuratore Generale dovessero essere inoltrate alla difesa. Questa comunicazione non è una mera formalità, ma è essenziale per consentire al difensore di replicare e presentare le proprie argomentazioni in modo pienamente consapevole. La sua omissione, secondo la Corte, lede ‘l’attiva e cosciente partecipazione al giudizio’ dell’imputato.

Inoltre, la Corte ha chiarito un aspetto cruciale sulla ‘deducibilità’ del vizio. Poiché la difesa non ha ‘assistito’ all’atto nullo (la mancata comunicazione), non era tenuta a eccepire la nullità immediatamente, ma poteva legittimamente farla valere per la prima volta con il ricorso per cassazione. Questo principio garantisce che un errore procedurale non sanabile non pregiudichi irrimediabilmente la posizione dell’imputato.

Conclusioni: L’Importanza del Diritto al Contraddittorio

La sentenza in esame ribadisce con forza che le garanzie procedurali non sono un orpello, ma l’essenza stessa di un processo equo. Anche in contesti emergenziali che impongono modalità processuali semplificate, come la trattazione cartolare, il diritto al contraddittorio deve essere pienamente garantito. La mancata comunicazione degli atti dell’accusa alla difesa è un vizio grave che inficia la validità del giudizio e impone il suo annullamento. Questa decisione rappresenta un importante monito a tutela dei diritti di difesa, sottolineando che l’efficienza processuale non può mai prevalere sulle garanzie fondamentali dell’imputato.

Perché la sentenza della Corte d’Appello è stata annullata?
La sentenza è stata annullata perché, nel corso del giudizio d’appello svoltosi con rito ‘cartolare’ (scritto), non sono state comunicate alla difesa le conclusioni scritte del Procuratore Generale. Questa omissione ha integrato una nullità procedurale che ha violato il diritto dell’imputato a una partecipazione attiva e consapevole al processo.

Cosa si intende per ‘processo cartolare’ in questo contesto?
Il ‘processo cartolare’ è una modalità di trattazione del giudizio che si svolge interamente per iscritto, senza udienza in presenza. È stato introdotto come misura emergenziale durante la pandemia da Covid-19 per garantire la continuità dell’attività giudiziaria, basandosi esclusivamente sullo scambio di atti e memorie scritte tra le parti.

Poteva la difesa sollevare questa nullità per la prima volta in Cassazione?
Sì. La Corte di Cassazione ha specificato che, poiché la difesa non ha ‘assistito’ al compimento dell’atto nullo (cioè la mancata comunicazione), non era tenuta a eccepire il vizio immediatamente. Pertanto, la nullità poteva essere validamente dedotta per la prima volta con il ricorso per cassazione, in quanto la parte non era stata messa in condizione di rilevarla prima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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