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Nullità ordinanza cautelare: quando è valida?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un pubblico ufficiale sospeso dal servizio per turbativa d’asta. L’imputato lamentava la nullità dell’ordinanza cautelare per due motivi: l’omessa valutazione di prove a discarico e la mancata allegazione delle trascrizioni integrali delle intercettazioni. La Corte ha stabilito che l’ordinanza è valida se il giudice motiva adeguatamente sulla non rilevanza delle prove difensive e che, per le intercettazioni, è sufficiente il deposito dei verbali riassuntivi, essendo il diritto di difesa garantito dall’accesso all’archivio digitale con le registrazioni complete.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Ordinanza Cautelare: Analisi della Sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 24968/2025, si è pronunciata su un interessante caso riguardante la nullità di un’ordinanza cautelare, fornendo chiarimenti fondamentali su due aspetti cruciali della procedura penale: la valutazione delle prove a discarico e le modalità di deposito delle intercettazioni telefoniche. La decisione offre spunti preziosi per comprendere i limiti del sindacato di legittimità e i requisiti di validità dei provvedimenti restrittivi della libertà personale.

I Fatti del Caso: Turbativa d’Asta e Sospensione dall’Ufficio

Il caso ha origine da un’indagine a carico del Direttore dei Servizi Amministrativi di un ente pubblico, accusato del reato di turbata libertà degli incanti. Secondo l’accusa, l’indagato, in concorso con altri, avrebbe alterato l’esito di due gare pubbliche.

La presunta condotta illecita consisteva nell’inviare gli inviti a partecipare a ditte che erano in realtà inesistenti, cessate o comunque non raggiungibili. In questo modo, si garantiva che l’unica offerta pervenuta, e quindi vincente, fosse quella di un’impresa predeterminata. A seguito di questi gravi indizi, il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per dodici mesi. L’indagato ha impugnato tale misura, prima davanti al Tribunale del Riesame e poi in Cassazione.

I Motivi del Ricorso: Due Questioni di Nullità Ordinanza Cautelare

La difesa ha basato il proprio ricorso per Cassazione su due principali argomenti, entrambi volti a sostenere la nullità dell’ordinanza cautelare originaria.

Omessa Valutazione delle Prove Difensive

In primo luogo, si lamentava la violazione dell’art. 292, comma 2, lett. c-bis e comma 2-ter del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che il GIP avesse completamente ignorato la documentazione prodotta in sede di interrogatorio (PEC inviate, ricevute di consegna, visure camerali), che a suo dire dimostrava l’effettivo invio degli inviti a ditte operanti. Tale omissione, secondo il ricorrente, avrebbe reso nullo il provvedimento, e il Tribunale del Riesame non avrebbe potuto ‘sanare’ tale vizio.

Mancata Allegazione delle Intercettazioni

In secondo luogo, veniva eccepita la nullità per violazione dell’art. 292, comma 3-bis c.p.p. La difesa asseriva che, in vista dell’interrogatorio preventivo, non erano stati depositati i verbali contenenti la trascrizione integrale delle intercettazioni telefoniche, ma solo un’annotazione di polizia giudiziaria che ne riassumeva il contenuto. Questo, secondo la tesi difensiva, avrebbe leso il diritto di difesa, rendendo invalida l’ordinanza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli infondati e offrendo una lettura chiara delle norme procedurali invocate.

Sul primo punto, relativo all’omessa valutazione delle prove, i giudici hanno chiarito che il cuore della condotta fraudolenta contestata non era la mancata spedizione degli inviti, ma la creazione di un’apparenza di regolarità della gara. Le prove fornite dalla difesa, che attestavano l’avvenuto invio, non facevano altro che confermare questa messinscena, senza scalfire l’impianto accusatorio secondo cui quegli inviti erano stati deliberatamente indirizzati a soggetti che non avrebbero potuto partecipare. Pertanto, la valutazione del GIP e del Tribunale del Riesame era logica e coerente: le prove difensive non erano state ignorate, ma semplicemente ritenute non idonee a smentire l’ipotesi accusatoria.

Sul secondo punto, riguardante le intercettazioni, la Corte ha specificato che la legge non impone il deposito delle trascrizioni integrali. Il deposito dei cosiddetti ‘verbali’ (ovvero gli atti che riportano il contenuto delle comunicazioni rilevanti, come le annotazioni di polizia giudiziaria) è sufficiente a soddisfare il dettato normativo. Il diritto di difesa è pienamente tutelato dalla facoltà, per il difensore, di accedere all’archivio informatico per ascoltare direttamente e integralmente le registrazioni. Il deposito dell’atto riassuntivo è quindi equipollente alla trascrizione, garantendo la conoscenza del contenuto rilevante ai fini della misura cautelare.

Le Conclusioni: Principi di Diritto e Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida due importanti principi in materia di misure cautelari. In primo luogo, un’ordinanza non è nulla per omessa valutazione se il giudice esamina gli elementi difensivi e, con motivazione logica, li ritiene irrilevanti o non decisivi per escludere i gravi indizi di colpevolezza. La difesa non può pretendere che le proprie prove vengano interpretate nel modo auspicato, ma solo che vengano prese in considerazione.

In secondo luogo, viene confermato un approccio pragmatico alla gestione delle intercettazioni. Il deposito dei verbali riassuntivi nella fase cautelare bilancia l’esigenza di celerità con il diritto di difesa, che resta pienamente garantito dalla possibilità di accesso diretto e completo alle fonti di prova (le registrazioni audio) depositate nell’apposito archivio digitale.

Un’ordinanza cautelare è nulla se il giudice non valuta le prove fornite dalla difesa?
No, non necessariamente. Secondo la sentenza, l’ordinanza non è nulla se il giudice valuta gli elementi della difesa ma li ritiene, con motivazione logica, non rilevanti per confutare l’accusa. Nel caso specifico, le prove che dimostravano l’invio degli inviti non smentivano l’ipotesi di aver creato una gara d’appalto fittizia.

È necessario allegare le trascrizioni complete delle intercettazioni telefoniche perché un’ordinanza cautelare sia valida?
No. La Corte ha stabilito che è sufficiente depositare i verbali che riportano il contenuto delle comunicazioni intercettate rilevanti (come le annotazioni di polizia giudiziaria). Il diritto di difesa è garantito dalla possibilità per l’avvocato di accedere all’archivio informatico per ascoltare direttamente le registrazioni integrali.

In cosa consisteva la condotta fraudolenta che ha portato alla misura cautelare?
La condotta illecita non era la mancata spedizione degli inviti di gara, ma il creare un’apparenza di procedura regolare inviando deliberatamente gli inviti a ditte cessate, inesistenti o comunque non raggiungibili. L’obiettivo era garantire che l’unica offerta valida pervenisse dalla ditta che si intendeva favorire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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