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Nullità citazione appello: la Cassazione decide

Un imputato per riciclaggio ha contestato la validità del suo processo d’appello, sostenendo la nullità della citazione per la mancata indicazione della possibilità di accedere alla giustizia riparativa. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, sebbene l’avviso dovesse essere presente, la sua omissione non rientra tra le cause tassative di nullità previste dalla legge, confermando così la condanna. Questo principio rafforza la regola della tassatività delle nullità nel processo penale.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Citazione Appello: Omissione Avviso Giustizia Riparativa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9940/2025, offre un importante chiarimento sul tema della nullità citazione appello. La questione centrale riguarda le conseguenze procedurali derivanti dall’omissione, nell’atto di citazione per il giudizio di secondo grado, dell’avviso all’imputato sulla facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa, introdotti dalla Riforma Cartabia. Vediamo nel dettaglio il caso e la decisione dei giudici.

I Fatti di Causa

Il caso origina dalla condanna di un uomo per il reato di riciclaggio, previsto dall’art. 648-bis del codice penale. L’imputato era stato accusato di aver alterato una pala meccanica, risultata proveniente da un furto, sostituendo la targhetta identificativa e il numero di telaio originale. Tali operazioni erano state compiute al fine di ostacolare l’accertamento della provenienza delittuosa del macchinario. La condanna, pronunciata in primo grado dal Tribunale, era stata successivamente confermata dalla Corte di Appello.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per Cassazione basandosi su due principali motivi:

1. Violazione di legge processuale: Il ricorrente ha lamentato che il decreto di citazione per il giudizio di appello non conteneva l’avvertimento, reso obbligatorio dalla Riforma Cartabia, relativo alla facoltà per l’imputato di accedere ai programmi di giustizia riparativa. Secondo la difesa, tale omissione avrebbe integrato una nullità di ordine generale, non sanata.
2. Violazione della legge penale: La difesa ha sostenuto che non vi fosse prova sufficiente che il reato presupposto al riciclaggio fosse un furto aggravato, elemento che, a suo dire, emergeva in modo incerto dagli atti.

L’analisi della Corte sulla nullità citazione appello

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo infondato il primo motivo e inammissibile il secondo.

Sul punto centrale della nullità citazione appello, i giudici hanno svolto un’analisi approfondita. In primo luogo, hanno corretto la motivazione della Corte di Appello, la quale aveva erroneamente ritenuto che la norma sull’obbligo dell’avviso non fosse ancora in vigore al momento dell’emissione del decreto di citazione. La Cassazione ha chiarito che l’obbligo era già vigente.

Tuttavia, pur riconoscendo l’errore procedurale, la Corte ha concluso che tale omissione non determina la nullità dell’atto. Questa decisione si fonda sul principio di tassatività delle nullità, sancito dall’art. 177 del codice di procedura penale.

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile, in quanto la questione relativa alla qualificazione del reato presupposto non era mai stata sollevata nei precedenti gradi di giudizio e, pertanto, non poteva essere introdotta per la prima volta in sede di legittimità.

Le motivazioni

La motivazione della sentenza è cruciale per comprendere i limiti della nullità citazione appello. La Corte Suprema ha spiegato che le cause di nullità di un decreto di citazione sono specificamente ed esclusivamente quelle elencate dalla legge. L’articolo di riferimento del codice di procedura penale elenca in modo preciso i requisiti a pena di nullità, come la corretta identificazione dell’imputato o l’indicazione dei requisiti essenziali dell’accusa.

L’omissione dell’avviso sulla facoltà di accedere alla giustizia riparativa, sebbene rappresenti un’inosservanza di una disposizione di legge, non è inclusa in questo elenco tassativo. Di conseguenza, non può essere considerata una causa di nullità dell’atto. La Corte ha distinto questo caso da altre ipotesi, precedentemente esaminate dalla giurisprudenza, in cui omissioni simili erano state ritenute causa di nullità, ma in contesti procedurali diversi (come il decreto di fissazione dell’udienza per il giudizio abbreviato) e disciplinati da norme specifiche. In questo caso, la legge non prevede la sanzione della nullità per la specifica mancanza contestata dalla difesa.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto chiaro: l’omissione dell’avviso sulla giustizia riparativa nel decreto di citazione per il giudizio di appello non è causa di nullità dell’atto. La sentenza ribadisce la rigorosa applicazione del principio di tassatività delle nullità nel processo penale, secondo cui un atto è nullo solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Sebbene l’informazione sulla giustizia riparativa sia un diritto importante per l’imputato, la sua mancata indicazione nell’atto di citazione non è un vizio sufficiente a invalidare l’intero procedimento di appello.

L’omissione dell’avviso sulla giustizia riparativa nell’atto di citazione in appello causa la nullità dell’atto?
No, secondo la Corte di Cassazione, questa omissione non determina la nullità dell’atto di citazione, poiché non rientra tra le cause tassativamente previste dalla legge processuale penale.

Perché la Corte di Cassazione ha corretto la motivazione della Corte di Appello pur rigettando il ricorso?
La Corte di Cassazione ha corretto la motivazione perché la Corte d’Appello aveva erroneamente affermato che la norma sull’obbligo di avviso non fosse ancora in vigore. La Cassazione ha chiarito che la norma era vigente, ma ha rigettato il ricorso per un’altra ragione giuridica, ossia che l’omissione non è sanzionata con la nullità.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione una questione non discussa in appello?
No, la Corte ha dichiarato inammissibile il secondo motivo di ricorso proprio perché sollevava una questione (la natura del reato presupposto al riciclaggio) che non era stata proposta con i motivi di appello e, quindi, non poteva essere esaminata per la prima volta in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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