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Nullità a regime intermedio: quando è sanata?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato in abitazione. I giudici hanno stabilito che l’omessa notifica dell’avviso di udienza a uno dei due difensori di fiducia costituisce una nullità a regime intermedio. Tale vizio, secondo la Corte, viene sanato se non è immediatamente eccepito dal difensore presente in aula, anche se nominato d’ufficio. Sono stati respinti anche gli altri motivi relativi alla prescrizione e alla procedibilità del reato.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Nullità a Regime Intermedio: Analisi di una Sentenza Chiave della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11964 del 2024, offre un importante chiarimento sulla gestione dei vizi procedurali, in particolare sulla nullità a regime intermedio. La decisione riguarda il caso di un’omessa notifica a uno dei due difensori di fiducia dell’imputato e stabilisce i confini entro cui tale vizio può essere considerato sanato, delineando le responsabilità del difensore presente in aula.

I Fatti di Causa e i Motivi del Ricorso

Il ricorrente era stato condannato in primo e secondo grado per il reato di furto in abitazione, aggravato ai sensi degli artt. 110, 624-bis e 625 n. 2 del codice penale. Tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione basandosi su quattro motivi principali:

1. Prescrizione del reato: sosteneva che il termine massimo di prescrizione fosse già decorso.
2. Nullità insanabile: lamentava l’omessa notifica del decreto di citazione a giudizio a uno dei suoi due avvocati di fiducia, con la conseguente nomina di un difensore d’ufficio in udienza. A suo avviso, tale omissione configurava una nullità assoluta e insanabile.
3. Improcedibilità: a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), uno dei furti contestati sarebbe diventato procedibile solo a querela di parte, che nel caso di specie mancava.
4. Mancanza di motivazione: criticava la sentenza d’appello per non aver adeguatamente motivato la qualificazione del luogo del furto come “privata dimora”.

La Decisione della Corte sulla nullità a regime intermedio

Il cuore della sentenza risiede nella disamina del secondo motivo di ricorso. La Corte ha stabilito che l’omessa notifica dell’avviso d’udienza a uno solo dei due difensori di fiducia non costituisce una nullità assoluta e insanabile (prevista dall’art. 179 c.p.p.), bensì una nullità a regime intermedio.

Richiamando il principio espresso dalle Sezioni Unite nella celebre sentenza “Aprea” (n. 39060/2009), i giudici hanno ribadito che tale tipo di nullità deve essere eccepita immediatamente. L’onere di sollevare l’eccezione ricade sul difensore che, seppur l’altro sia assente, è presente in udienza. Questo vale anche se il difensore presente è stato nominato d’ufficio in sostituzione del legale di fiducia assente. Nel caso specifico, poiché il difensore d’ufficio presente in udienza non aveva sollevato la questione, la nullità si è considerata definitivamente sanata.

L’Analisi degli Altri Motivi di Impugnazione

La Corte ha ritenuto manifestamente infondati anche gli altri motivi:

* Prescrizione: Il calcolo del ricorrente era errato perché non teneva conto della fattispecie di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.), che ha un termine di prescrizione più lungo. Tenendo conto anche di un periodo di sospensione, la Corte ha calcolato che il reato si prescriverà solo nel 2026.
* Procedibilità: L’argomentazione è stata respinta perché il fatto contestato era un unico reato di furto in abitazione, il quale rimane perseguibile d’ufficio anche dopo la Riforma Cartabia.
* Motivazione: Il motivo è stato dichiarato inammissibile per genericità, in quanto il ricorrente si è limitato a enunciare principi generali senza confrontarsi specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Suprema Corte si fonda su una distinzione netta tra le tipologie di nullità. La nullità assoluta, insanabile, tutela il nucleo essenziale del diritto di difesa. La nullità a regime intermedio, invece, riguarda vizi che possono essere sanati se non contestati tempestivamente, per un principio di economia processuale e di auto-responsabilità delle parti. La Corte sottolinea che è dovere del difensore presente in aula, anche se nominato sul momento, verificare la regolarità delle notifiche all’altro collega e, se del caso, sollevare immediatamente l’eccezione. La sua inerzia preclude la possibilità di far valere il vizio in un momento successivo, sanando di fatto la procedura. Questa interpretazione rafforza la figura del difensore come garante attivo della correttezza processuale fin dal primo momento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un importante principio di procedura penale con rilevanti implicazioni pratiche. Per la difesa, emerge l’obbligo di massima diligenza: l’avvocato presente in aula, sia esso di fiducia o d’ufficio, ha il compito cruciale di verificare la posizione degli altri difensori e di eccepire immediatamente qualsiasi irregolarità nelle notifiche. La mancata eccezione comporta la sanatoria del vizio, con la conseguenza che un potenziale motivo di nullità viene perso per sempre. La sentenza, quindi, funge da monito sull’importanza della prontezza e della preparazione tecnica del difensore in ogni fase del processo.

Cosa succede se l’avviso di fissazione udienza non viene notificato a uno dei due avvocati di fiducia dell’imputato?
Secondo la sentenza, si verifica una nullità a regime intermedio. Questa nullità deve essere eccepita immediatamente in udienza dall’altro difensore presente, anche se nominato d’ufficio. Se non viene eccepita, la nullità si considera sanata.

Il furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) è diventato procedibile a querela dopo la Riforma Cartabia?
No. La sentenza conferma che il reato di furto in abitazione è e rimane perseguibile d’ufficio anche a seguito della riforma introdotta dal d.lgs. n. 150 del 2022.

Qual è l’onere del difensore presente in udienza, anche se d’ufficio, quando un altro difensore di fiducia è assente?
La Corte ha chiarito che è onere del difensore presente in aula verificare se l’altro avvocato di fiducia sia stato regolarmente avvisato. In caso di omessa notifica, ha il dovere di eccepire immediatamente la relativa nullità, altrimenti questa si considera sanata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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