Notizia Confidenziale: Quando non Invalida la Condanna
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in materia processuale: l’inutilizzabilità di una notizia confidenziale non compromette la validità di una condanna, se questa si fonda su prove autonome e decisive. Il caso analizzato riguarda un ricorso dichiarato inammissibile, poiché la difesa si concentrava su un elemento – la soffiata anonima – che i giudici hanno ritenuto irrilevante ai fini della decisione finale.
I Fatti del Caso e il Percorso Giudiziario
Il procedimento ha origine dalla condanna di un individuo, emessa in primo grado dal Tribunale di Imperia e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Genova, per il possesso di un’arma. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un vizio di contraddittorietà nella motivazione della sentenza d’appello.
Secondo il ricorrente, i giudici di merito avevano prima respinto la richiesta di un giudizio abbreviato condizionato all’esame di alcuni testimoni di polizia riguardo al contenuto di una segnalazione confidenziale che aveva dato il via alle indagini. Successivamente, la stessa corte aveva considerato inutilizzabili le informazioni provenienti da tale fonte. Questa sequenza, a dire della difesa, avrebbe impedito di approfondire le circostanze di tempo e di modo in cui l’imputato era entrato in possesso dell’arma.
L’Irrilevanza della Notizia Confidenziale ai Fini della Decisione
La Corte di Cassazione, nell’esaminare il ricorso, ha rigettato completamente la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno evidenziato come la doglianza relativa all’identità della fonte anonima e al contenuto della sua segnalazione non toccasse un punto decisivo della sentenza.
La condanna, infatti, non si basava sulla notizia confidenziale, ma su due elementi di prova solidi e autonomi:
1. Il rinvenimento dell’arma addosso all’imputato, un fatto oggettivo e incontestabile.
2. L’inverosimiglianza della versione difensiva fornita dall’imputato stesso.
Di conseguenza, il fatto di non conoscere la provenienza della soffiata, già definita inutilizzabile, non inficiava in alcun modo il ragionamento probatorio che aveva portato alla condanna. La Corte ha inoltre sottolineato che la Corte d’Appello aveva già chiaramente affermato l’inutilizzabilità della notizia, rendendo la reiterazione di tale argomento in Cassazione del tutto vana.
Le Motivazioni: la Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per una ragione fondamentale: non si confrontava realmente con la motivazione del provvedimento impugnato. Le censure mosse dalla difesa erano, secondo i giudici, palesemente contrastate dagli atti processuali. L’appello si limitava a riproporre una questione già trattata e risolta, senza attaccare il vero fulcro della decisione, ovvero le prove dirette a carico dell’imputato.
In questi casi, la giurisprudenza è costante nell’affermare che un ricorso è inammissibile quando non riesce a scalfire la logica della sentenza di grado inferiore e si concentra su aspetti marginali o già dichiarati irrilevanti. Alla declaratoria di inammissibilità è seguita, come da prassi, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: una condanna penale resta valida se sorretta da prove concrete e decisive, come il rinvenimento di un corpo di reato. Eventuali vizi procedurali relativi a elementi investigativi preliminari e non utilizzati ai fini della decisione, come una notizia confidenziale, non sono sufficienti a invalidare l’intero impianto accusatorio. Per la difesa, ciò significa che un ricorso efficace deve mirare al cuore del ragionamento probatorio della sentenza, dimostrandone le falle logiche o la scorretta valutazione delle prove decisive, anziché insistere su aspetti secondari e già ritenuti processualmente irrilevanti.
Una condanna può essere valida se l’indagine è partita da una notizia confidenziale poi ritenuta inutilizzabile?
Sì, la condanna è valida se si fonda su prove autonome e decisive, come il ritrovamento dell’oggetto del reato sulla persona dell’imputato e l’inverosimiglianza della sua versione dei fatti, e non sulla notizia confidenziale stessa.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non contestava il nucleo centrale della motivazione della sentenza d’appello (basata su prove dirette), ma si limitava a riproporre una questione, quella sulla notizia confidenziale, già valutata e ritenuta irrilevante ai fini della decisione.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria da versare alla Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18688 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18688 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 30/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOMECUI 00RJNNW) nato a SOMMATINO il 31/01/1961
avverso la sentenza del 16/09/2024 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Esaminato il ricorso proposto dal difensore di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe, con cui la Corte d’Appello di Genova in data 16.9.2024 ha confermato la sentenza di condanna del ricorrente emessa dal Tribunale di Imperia in data 29.1.2024;
Evidenziato che con l’unico motivo di ricorso si deduce il vizio di contraddittorietà della motivazione, in quanto la sentenza ha dapprima rigettato la richiesta di giudizio abbreviato condizionato all’esame dei testi di polizia giudiziaria sul contenuto della segnalazione confidenziale che avevano ricevuto circa la detenzione dell’arma da parte dell’imputato e ha poi considerato inutilizzabili le notizie di fonte confidenziali, così impedendo alla difesa di approfondire l’aspetto dei tempi e dei modi in cui COGNOME sarebbe entrato in possesso dell’arma;
Considerato che la doglianza concernente l’identità della fonte anonima e il contenuto delle sue informazioni non riguarda affatto un punto decisivo della sentenza, in quanto la condanna si basa sul rinvenimento indosso alla persona dell’imputato dell’arma e sulla inverosimiglianza della sua versione difensiva, di guisa che non sapere da chi sia provenuta la (inutilizzabile) confidenza non inficia in alcun modo il ragionamento probatorio;
Ritenuto, peraltro, che questo aspetto era stato già oggetto di valutazione da parte della Corte d’Appello, la quale aveva espressamente affermato (p. 2 della sentenza di secondo grado) la inutilizzabilità della notizia confidenziale, sicché la reiterazione della doglianza è del tutto vana;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso non si confronti con la motivazione del provvedimento impugnato e che debba essere dichiarato inammissibile, in quanto muove alla sentenza impugnata censure palesemente contrastate dagli atti processuali (cfr. Sez. 2, n. 17281 dell’8/1/2019, Rv. 276916 – 01);
Aggiunto che alla declaratoria di inammissibilità consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 30.1.2025